In questo studio non intendiamo trattare in modo speciale il
punto di vista sociale, punto di vista che ci interessa solo assai
indirettamente, non rappresentando che un’applicazione alquanto lontana dei
princìpi fondamentali. Così, non è nel dominio sociale che in ogni caso potrebbe
prendere inizio un’essenziale rettificazione del mondo moderno. Se questa
rettificazione venisse infatti attuata a rovescio, partendo dalle conseguenze
anziché dai princìpi, essa mancherebbe per forza di una base seria e sarebbe
affatto illusoria. Nulla di stabile potrebbe mai risultarne e bisognerebbe
cominciar sempre di nuovo per aver trascurato d’intendersi anzitutto circa le
verità essenziali. Per cui, non ci è possibile concedere alle contingenze
politiche, anche dando a questa parola il suo senso più ampio, altro valore se
non quello di semplici segni esteriori della mentalità di un’epoca. Ma per ciò
stesso non possiamo nemmeno passar del tutto sotto silenzio le manifestazioni
del disordine moderno nel dominio sociale propriamente detto, nelle loro forme
più caratteristiche, che giungono fino al periodo dell’immediato dopoguerra
(1): i
fenomeni politico-sociali più recenti, in parte di “reazione” o
“controrivoluzione”, per ora li lasceremo fuori di considerazione, anche perché
finora essi non hanno sviluppato tutte le loro possibilità fino a dar materia ad
un giudizio definitivo dal punto di vista in cui noi qui ci poniamo
esclusivamente, cioè da un punto di vista universale e superpolitico.