Roberta Doricchi – Lo so: lei ne ha parlato
chissà quante volte ma vorrei che ci tornasse sopra anche se non me la
sento di dire che sarà una volta per tutte. Vorrei che riassumesse la
sua posizione sull’immunità di gregge.
Stefano Montanari – Ha ragione: non sarà una volta
per tutte. Anzi, sarà evangelicamente la vox clamantis in deserto: la
voce di chi grida nel deserto. La mia posizione è quella dell’ovvietà: l’immunità di gregge semplicemente non esiste.
RD – Riassumendo…?
SM – Si tratta di un concetto che nacque negli Anni
Trenta in America e che fu poi distorto in modo ridicolo, tanto ridicolo
da offendere non solo le persone vittime della truffa, e sono tante, ma
gli stessi truffatori, alcuni solo ignoranti, molti privi di dignità.
Nel 1933 un epidemiologo, un tale Hedrich, pubblicò una sua osservazione
relativa al morbillo secondo la quale se, in una popolazione, il 68%
dei soggetti era immune dalla malattia per averla contratta in modo
naturale e, dunque, ne era diventato immune, il morbillo si diffondeva
molto meno di quanto non facesse in altre condizioni. [A. W. HEDRICH –
MONTHLY ESTIMATES OF THE CHILD POPULATION “SUSCEPTIBLE’ TO MEASLES,
1900–1931, BALTIMORE, MD – American Journal of Epidemiology, Volume 17,
Issue 3, May 1933, Pagine 613–636 (N.d.R.)]
RD – Dunque, un’immunità di gregge.
SM – Sì. Ma ben diversa dalla distorsione che se n’è fatta parecchi decenni dopo.
RD – Cioè?
SM – In primo luogo si trattava di qualcosa che in
medicina si definisce episodico, riferendosi ad un’osservazione fatta su
un caso di una piccola popolazione. Del resto, l’articolo non
pretendeva altro che non fosse il riportare un caso. In
quell’osservazione si citavano soggetti che l’immunità se l’erano fatta
ammalandosi e guarendo, il che è tutt’altra cosa rispetto a qualcosa che
abbia a che fare con le vaccinazioni.
RD – Perché?
SM – Beh, le ragioni sono più di una. Come ho detto,
l’articolo non aveva niente a che fare con i vaccini ma trattava solo
dell’immunità naturale che, con buona pace di qualcuno che viene
contrabbandato come virologo, dura tutta la vita e non può essere
rafforzata banalmente perché non ne ha bisogno. Quella artificiale, vale
a dire quella acquisita con i vaccini, no. Quella è diversa, è di gran
lunga meno efficace e dura poco. Dunque, non c’è paragone tra i due tipi
d’immunità, se non altro, lasciando da parte le ragioni biologiche,
valutandole dal punto di vita pratico. Intanto non si sa mai se il
vaccino abbia funzionato o no, e sono gli stessi produttori ad avvertire
che il farmaco può tranquillamente non avere effetto, cosa tutt’altro
che rara. Poi, in ogni caso, che funzioni o no, quell’immunità è a tempo
e nessuno sa quanto sia quel tempo, dato che varia da soggetto a
soggetto. Questa è la ragione per la quale si fanno i cosiddetti
richiami, cosa che sarebbe assurda nei casi di malattia naturalmente
acquisita. Aggiungo che i richiami sono fatti a casaccio, senza sapere
se ce ne sia necessità. Ma, d’altra parte, in geneale le vaccinazioni
sono fatte a casaccio. Proseguendo, seppure con molta timidezza per gli
interessi in ballo, ci si sta rendendo conto che i vaccinati sono veri e
propri untori e possono restarlo per anni. Dunque, sono proprio loro ad
essere veicolo della malattia. E di questo, lo dico tra parentesi anche
se la cosa è d’importanza fondamentale, dovrebbero tener conto i vari
presidi che, tra presunzione, arroganza e ignoranza, spingono i
ragazzini a vaccinarsi credendo o facendo credere in quel modo di
proteggere l’eventuale compagno immunodepresso senza rendersi conto del
pericolo che gli fanno correre.
RD – Dunque, l’immunodepresso è in pericolo se sta tra i vaccinati?
SM – Basterebbe spendere qualche minuto per leggere ciò che i produttori di vaccini segnalano per saperlo.
RD – E poi, a proposito dell’immunità di gregge?
SM – E poi almeno un altro paio di punti, anche se
ce ne sarebbero da riempire molte pagine. Quel 95% è totalmente privo di
qualunque fondamento, immunità naturale o da farmaco che sia, e sfido
chiunque a presentare una ricerca che ne indichi la validità. Per di
più, aggiungendo ridicolo a ridicolo, il 95% pare valere come atto di
fede inconfutabile per qualunque malattia e costituire una sorta di
limite di una precisione assoluta. L’altro giorno mi è capitato di
leggere un articoletto di una povera giornalista che raccontava come in
una certa zona si fosse, a suo dire, molto lontani da quel 95% di
sicurezza: si era al 93,6. La ragazza, probabilmente più versata per
argomenti di diversa frivolezza, non si rendeva conto che, in termini di
epidemiologia, la differenza tra 95 e 93,6 è di fatto nulla, tenendo
conto, quanto meno, di tutte le ovvie incertezze e imprecisioni che gli
epidemiologi ben conoscono o, almeno dovrebbero conoscere. Resta
allarmante che i mezzi di cosiddetta informazione si prestino a
diffondere bufale così mortificanti e, peraltro, così facilmente
smentibili da chiunque abbia qualche nozione di epidemiologia senza che
qualche addetto ai lavori intervenga se non altro per rendere meno
arlecchinesco e macchiettistico chi diffonde la sciocchezza.
Evidentemente avranno il loro interesse a farlo.
RD – E l’altro punto?
SM – L’altro punto è che in quell’articolo del 1933
al quale si deve abusivamente il concetto, peraltro diversissimo da
quello che è stato fatto diventare, parlava solo di morbillo. Oggi, a
idea totalmente distorta, si parla d’immunità di gregge per qualunque
malattia, compreso, ad esempio, il tetano che non è malattia
trasmissibile e, quindi, comunque si guardi la cosa, vaccino o no,
l’immunità di gregge non può esistere. Ma la gente è disposta a bersi
qualunque cosa e non si rende nemmeno conto di essere vittima di veri e
propri truffatori. Potrei continuare entrando in un’infinità di
particolari ma mi fermo qui. Aggiungo solo che l’immunità di gregge è
utilissima.
RD – Non credo di capire.
SM – È utilissima perché ci permette di capire senza
possibilità di errore con chi abbiamo a che fare. Se chi la cita e la
sostiene è un medico, si tratta indubbiamente di un furfante perché mi
rifiuto di pensare che, anche uscendo da università di infimo livello,
si possa essere così ignoranti e privi di senso critico. Se a sostenerla
è un politico, è un corrotto. Se è una persona qualunque, giornalisti
abbondantemente inclusi nel gruppo ed escludendo i juke-box, quelli che
suonano la canzone che è stata scelta infilando un soldino, è un
ignorante con l’aggravante della credulità. Insomma, un certificato. Io
non so se si tratti di un reato perseguibile dai nostri codici. Certo
che, almeno dal punto di vista scientifico, è un’enormità e da quello
morale una mortificazione. Comunque, è un indice eccellente di
valutazione.
RD – Passiamo ad altro. Il dottor Pregliasco ha vaccinato in diretta televisiva (
https://tv.liberoquotidiano.it/video/politica/13485529/paola-natali-vaccino-diretta-politici-gregorio-mammi-m5s-caso-politico-no-vax.html ).
SM – Una versione da brivido di Zelig.
RD – Come commenta la cosa?
SM – Vede, io sono laureato in farmacia, il che
significa che sono autorizzato a parlare di farmaci perché quelli sono i
protagonisti del corso di laurea che ho seguito mezzo secolo fa e poi, a
latere, di tanta ricerca che ho fatto da allora. Evidentemente ai
medici non s’insegnano le basi stesse della farmacologia e di quella che
dovrebbe costituire la buona pratica medica.
RD – Qual è il commento di quelle vaccinazioni in TV?
SM – Al di là della pubblica esibizione che per
decenza non commento e che non mi pare possa far parte della dignità di
un medico che si qualifichi come tale, se il dottor Pregliasco
conoscesse l’argomento, saprebbe che con i farmaci non si gioca. In
particolare saprebbe che non si vaccina a casaccio ignorando se il
soggetto sia già immune alla malattia e se sia allergico a uno o più
ingredienti del farmaco o ad una loro combinazione. Tutte cose non
frutto di capriccio ma prescritte dai produttori stessi di quei farmaci.
E mai si vaccina in un ambiente inadatto come uno studio televisivo
dove mi permetto di dubitare che ci siano in dotazione i sistemi
d’intervento, peraltro obbligatori, in caso di problemi come, ad
esempio, un non impossibile shock anafilattico. Chissà, poi, se chi si è
prestato a quella farsa non proprio priva di rischi è stato tenuto in
osservazione come prescritto.
RD – E che ne dice di loro, della giornalista e dei volontari?
SM – No, la prego, mi faccia un’altra domanda. Quei
personaggi si qualificano senza bisogno di commenti. La sola cosa che
posso dire è che vorrei conoscere la reazione, se mai ce n’è una,
dell’Ordine dei Medici.
RD – L’Ordine dei Medici…
SM – L’Ordine dei Medici tiene un comportamento
tutto da spiegare. Pubblica un codice deontologico e poi chi, medico, vi
si attiene rischia la radiazione o viene radiato. Il caso del dott.
Petrella è emblematico. Dall’altra parte lei trova medici e chirurghi
che si macchiano di reati orrendi legati vigliaccamente ad abusi
nell’esercizio della loro professione, che provocano lesioni anche
irrecuperabili alle loro vittime, che finiscono addirittura in carcere e
che restano regolarmente iscritti all’Ordine. Evidentemente sono i
benaccetti, mentre non lo sono e sono da eliminare coloro che non si
adattano a certe regole su cui mi permetta di stendere qualcosa che è
più di un velo.
RD – Lei ha sempre sostenuto che l’Ordine dei Medici deve essere abolito.
SM – È una necessità.
RD – Vorrei ora un suo commento sulla bambina
ricoverata da molti mesi in ospedale per un’epatite B e che si vuole
vaccinare per quella malattia.
SM – Non conosco la vicenda se non dal poco che ho
sentito da mia moglie per una telefonata che ha ricevuto. Mi auguro solo
che la cosa non sia vera perché, se lo fosse, saremmo di fronte ad un
atto che con la medicina non ha nulla a che fare ma ha a che fare con
altro, e quell’altro dovrebbe essere di pertinenza immediata dell’Ordine
dei Medici e forse anche di qualche istituzione. Del resto, non è raro
che chi è vittima di un trauma sia vaccinato contro il tetano e, in
fondo, il concetto è lo stesso. Per fortuna la grande maggioranza della
popolazione è più forte dell’ignoranza pericolosa di troppi personaggi
che forse non hanno capito molto della medicina e, grazie a quella forza
naturale, escono tutto sommato in condizioni accettabili da certi
trattamenti che non hanno nulla da invidiare alle somministrazioni di
mercurio o di arsenico di un tempo. Anzi…
RD – Cambiamo argomento. In un suo post recentissimo lei è stato particolarmente critico nei riguardi della Chiesa Cattolica (
http://www.stefanomontanari.net/tra-schifo-e-pena/).
SM – Come potrei non esserlo? Arrampicandosi su
specchi scivolosissimi qualcuno mi ha detto che non ho il diritto di
tirare in ballo la Chiesa non essendo credente. Ovviamente la cosa non
regge: chiunque può criticare il gioco di una squadra di calcio senza
esserne tifoso. Di quell’argomento io potrei parlare come addetto ai
lavori nel settore dei farmaci, ma qui ne parlo da uomo qualunque
fornito di quella presenza sottile e misteriosa che si chiama coscienza e
che, evidentemente, qualcuno è riuscito a sopprimere nella sua anima o,
piuttosto, in ciò che ne è rimasto. Lasciando da parte l’orrore che mi
suscita l’aborto a scopo di lucro, perché è di quello che parlo,
sperando di non rischiare il rogo provo ribrezzo nei confronti delle
autorità religiose cattoliche. Queste non solo non condannano quello che
per la loro dottrina è il più grave dei peccati ma addirittura lo
sostengono. Il perché io lo immagino ma, naturalmente, non ho prove mie
e, dunque, su questo taccio. Posso solo dire che, se io non sono
credente, nemmeno le autorità religiose lo sono. Anzi, si fanno beffe
delle loro stesse parole un po’ ricordandomi Cecco Angiolieri quando
diceva di desiderare di essere papa per prendersi gioco dei cristiani.
Sarebbe divertente sentire qualche prelato leggere ad alta voce il
canone 1398 del Codice di Diritto Canonico e giustificare il
comportamento ufficiale della Chiesa. Da ciò che capisco io e, del
resto, quel dettato è comprensibile da chiunque, tutta la Chiesa
Cattolica che tace o che, peggio ancora, sostiene la pratica
dell’aborto, per di più a scopo di lucro, è automaticamente scomunicata
come è per chiunque. Ma può essere che ci sia qualcuno che, come i
maiali di Orwell, sia più uguale degli altri e, in quel caso…
RD – Gli Ortodossi russi si sono opposti all’obbligatorietà dei vaccini.
SM – Si tratta solo di un passettino. Bene che il
vaccino non sia obbligatorio e, dunque, che i fedeli non siano costretti
ad essere complici di quello che anche per loro è il peccato più grave
in assoluto, ma la Chiesa Ortodossa ha il dovere di condannare in
assoluto la pratica dell’aborto industriale e ha pure il dovere di
proibire a chi aderisce a quella fede di usare almeno i vaccini prodotti
uccidendo, per di più con una crudeltà che farebbe impallidire chi
gestiva i tanto esecrati campi di sterminio di un tempo, feti umani.
Questi, in aggiunta ad ogni altra considerazione, sono perfettamente
sani perché la loro salute è una caratteristica indispensabile per gli
acquirenti. Ricordo che anche per gli Ortodossi russi i feti non sono
diversi da qualunque individuo regolarmente partorito.
RD – Restando in argomento religioso, i musulmani
britannici sono stati chiari per quanto li riguarda: i vaccini che
contengono gelatina di maiale sono impuri e, dunque, il loro uso è
proibito.
SM – Al di là del fatto che è difficile trovare un
vaccino senza gelatina di maiale e, dunque, il vaccino antinfluenzale e,
mi pare, solo quello, contro cui si sono espressi è una goccia nel
mare, e al di là dell’opinabilità su quanto impuro e perché sia un
maiale rispetto ad un bue o a una gallina, il che non mi compete, si
tratta di piccolo un atto di coerenza. Un atto, però, che non può essere
limitato ad un solo prodotto ma deve forzatamente essere esteso a tutti
quelli che l’animale impuro lo contengono. Un amico mi ha mandato un
link di un quotidiano
[
http://www.ilgiornale.it/news/mondo/uk-comunit-musulmana-contro-i-vaccini-sono-impuri-1733141.html
(N.d.R.)] che ho trovato particolarmente divertente.
RD – Divertente?
SM – Non l’articolo in sé che non si discosta dai
binari triti della letteratura di regime. A divertirmi sono stati i
commenti dei lettori: un vero e proprio grottesco stupidario che
fotografa fedelmente il grado di contaminazione dei cervelli che il
sistema di corruzione è riuscito mirabilmente a mettere in atto. Ne
consiglio vivamente la lettura con particolare riguardo a chi si occupa
di psicologia.
RD – In apparenza potrebbe sembrare un argomento
fuori luogo ma credo che non lo sia. Appare fin troppo evidente che il
governo che abbiamo ora non potrà reggere a lungo, tanto sono le
divergenze tra gli alleati. La domanda è: che cosa accadrà, a governo
caduto e a nuovo governo insediato, dell’obbligatorietà dei vaccini?
SM – Escludendo ogni mio commento da uomo della
strada su un governo che è riuscito nella “mission impossible” di far
peggio di quello precedente, se vogliamo restare ai vaccini, la caduta
del governo mi fa paura.
RD – Perché?
SM – Quando cadde il governo precedente, qualcuno
pensò che quella follia che era la legge Lorenzin sul trattamento
sanitario obbligatorio a base di quattro vaccini sarebbe stata
cancellata e si sarebbe tornati alla legalità costituzionale oltre che,
naturalmente, alla biologia. Come abbiamo visto tutti, non solo non è
stato così ma la nuova ministra, non mi chieda perché, ha moltiplicato
per due e mezzo i vaccini.
RD – E, invece, il perché glie lo chiedo.
SM – E io non le rispondo anche se la risposta la conosciamo benissimo tutti e due.
RD – Continui: perché il nuovo governo le fa paura?
SM – Perché, rispolverando un concetto caro al
qualunquismo di settanta e passa anni fa, quelli che noi ci ostiniamo a
chiamare politici sono tutti uguali. O, meglio, diventano tutti uguali
come fossero stati morsi da Dracula. Lei lo ha visto come lo vede
chiunque abbia l’onestà di vedere: i vaccini sono un business quanto mai
interessante e, dunque, perché rinunciarvi? Dopotutto, sono gli
elettori stessi ad offrirsi, anzi, a pretendere quel trattamento. A
pretenderlo per sé e per gli altri. E, se siamo arrivati a questo punto,
è proprio perché i cosiddetti politici sono tutti uguali e hanno fatto
fronte comune. Lei ricorderà quando Grasso impedì che il film Vaxxed
fosse proiettato in parlamento. E lei ricorderà quando Tajani impedì a
Montagnier e a me di tenere la conferenza regolarmente programmata al
parlamento europeo di Bruxelles. Schieramenti diversi ma, quando si
subodorano certi rischi, si diventa, come si suol dire, pappa e ciccia.
Questo infischiandosi bellamente di leggi, di fair play e di dignità.
RD – Dunque?
SM – Dunque non mi stupirei se, a poltrone
distribuite, indipendentemente da chi ci poserà sopra le terga,
dovessimo surclassare l’Argentina dove i vaccini obbligatori sono venti.
RD – Lei non regala speranze.
SM – Io sono semplicemente realista. Il regime si
può rovesciare in un attimo come fu per il muro che divideva Berlino. Io
quel muro l’ho visto, ci sono passato attraverso e le assicuro che era
un mostro terrificante. Dopo anni di tormenti, dopo innumerevoli morti,
in una notte quel muro è diventato un cumulo di macerie che lei, se
vuole, può acquista a pezzetti in confezione regalo. La stessa cosa,
magari più difficile perché l’infezione è stata lasciata diventare una
pandemia planetaria, è possibile per quella follia che sono i vaccini.
Il problema è che l’ipnosi collettiva funziona. E non solo funziona, ma
trova sempre più fronti su cui esercitarsi e attaccare. L’educazione
civica nelle scuole, da settembre obbligatoria, è uno dei veicoli. In un
paese dove la Costituzione è quotidianamente calpestata e dove le
istituzioni stesse si fanno beffe delle leggi, che cosa vuole insegnare a
dei ragazzini se non la convinzione che, come diceva il giureconsulto
latino Ulpiano a cavallo tra secondo e terzo secolo la legge è ciò che
piace a chi comanda?
Fonte: Vita al Microscopio