Governance 2025


Articolo di NoGeoingegneria

Dovremmo davvero spaventarci per gli eventuali effetti dell’aumento di CO2? Si morirà di caldo o di freddo? Una nuova valutazione della biosfera ed una particolare analisi dell’indispensabile involucro del nostro pianeta è stata la base per una nuova riflessione sulla GEOINGEGNERIA.


Oltre alle azioni dell’uomo che producono inquinamenti ed avvelenamenti “involontari” di aria acqua e suolo, è in atto una deliberata distruzione dell’equilibrio atmosferico e geofisico.



Paolo De Santis nel suo intervento durante la conferenza “PADRONI DI NULLA Terra, acqua, cieli: il controllo democratico nell’era delle tecnologie globali” dichiara di non aver più dubbi sulle manipolazioni atmosferiche in corso e suppone che si tratti di operazioni di carattere militare.


Incuriosito dalle sue osservazioni dirette, ha cercato spiegazioni e trovato risposte che indicano direzioni ben definite. Ha scoperto che la convenzione delle Nazioni Unite che proibiva le modifiche ambientali a fini militari poteva essere aggirata, bastava motivare le stesse manipolazioni con scopi scientifici o civili, a fini umanitari o difensivi. Ed è facile rilevare in svariati documenti ufficiali finalità militari per molteplici operazioni geoingegneristiche in cielo, affiancati a futuri progetti  civili; tra di essi spicca il Solar Radiation Managment (SRM ).


Scienziati, militari e politici si muovono su ottiche parallele, parlano di necessità di sicurezza, difesa o controllo di fronte a quella che viene indicata come la più grave minaccia per le nostre esistenze: il climate change o global warming, il nemico dichiarato che unisce obiettivi e strumenti.


Un intreccio di operazioni civili e militari sta trasformando la nostra atmosfera?


Cos’è la nostra biosfera? Com’è composta? E a cosa serve? De Santis intende fare un po’ di chiarezza sulla sottile pellicola  che avvolge il pianeta ma anche su cosa può significare il modificarla artificialmente su larga scala.


Due termini caratterizzano oggi la discussione intorno al clima impazzito: effetto serra e  CO2.


Nell’opinione pubblica l’effetto serra è diventato il male dei mali di questo pianeta, generato da un terribile gas serra, che bisogna azzerare, e con urgenza, il CO2, “l’Osama Bin Laden molecolare”.


De Santis analizza questi due aspetti di una realtà mistificata, distorta e falsificata:


  1. Senza effetto serra la vita come la conosciamo adesso non sarebbe possibile.
  2. Il CO2, l’anidride carbonica è uno dei mattoni della vita, non è un gas nocivo, spesso viene  additato come se fosse un composto chimico artificiale; in realtà è un gas naturale, indispensabile per la vita stessa.


Le voci dominanti accusano questo gas, il CO2, di essere la causa principale del surriscaldamento del pianeta (*).


Ma il CO2 non è certo l’unico gas serra, osserva De Santis senza entrare nel merito del dibattito sulle conseguenze del global warming; ma se le conseguenze fossero davvero catastrofiche come si afferma, perché non si parla per del metano?  Il metano, prodotto in quantità enormi da miliardi di animali allevati per il consumo alimentare, è un gas serra 28 volte più potente dell’anidride carbonica. Inoltre il Potenziale di Riscaldamento Globale (GWP) del metano, calcolato sulla sua vita media di 12 anni, risulta ben 84 volte quello della CO2!


Il consumo di carne è responsabile dell’immissione in atmosfera di una quantità di gas serra – anidride carbonica (CO2), metano, ossido di azoto e simili – ben maggiore di quella immessa dai mezzi di trasporto o dalle industrie. Inoltre, i prodotti agricoli potrebbero essere sufficienti a sfamare miliardi di persone, se non fossero in gran parte utilizzati per alimentare gli animali degli allevamenti. L’umanità ha creato un devastante effetto a catena: enorme consumo di energia, acqua e alimenti base per consumi alimentari errati. Miliardi di animali da macello per il consumo eccessivo di carne, stanno distruggendo il pianeta? Non sembra una affermazione priva di fondamento. Perché non se ne parla nei dati della FAO (Additional facts from FAO’s report)  o del World Watch Institute?


Se i gas serra fossero veramente un così grave problema, un semplice cambiamento di abitudini alimentari avrebbe effetti molto più rapidi di qualsiasi altra iniziativa sull’effetto serra.


Se la situazione è tanto preoccupante (e non c’è dubbio che l’uomo stia spingendo verso il collasso in molti settori) perché i responsabili, che sanno promuovere con successo i loro interessi, non ritengono prioritaria una semplice e sana via di uscita?


La relazione di De Santis segnala alcuni sviluppi interessanti degli anni ‘90, tra i tanti:

  • La creazione del comitato scientifico internazionale Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), insediato dall’ONU (di cui è filiale il WMO), che individua nelle attività antropiche la probabile causa di un grave aumento della temperatura globale (sulla base di modelli approssimativi e parziali).
  • Un documento rilevante che parla di come “Possedere il tempo nel 2025”(1).
  • La contemporanea proposta di Edward Teller, che prevede di inseminare lo spazio atmosferico, creando uno “scudo antisole”(2).

Ma altre minacce sembrano provenire da sfere molto alte.


De Santis scopre quanto per qualcuno siano ingombranti le stesse fasce di van Allen. Le fasce di van Allen sono due cinture che circondano la Terra, zone ricche di particelle di alta energia (plasma). Queste cinture possono rappresentare un rischio significativo per satelliti e veicoli spaziali, come pure per gli astronauti, al momento del loro attraversamento. Cosa fare?


I fisici hanno intenzione di spazzare via fasce di Van Allen della Terra con onde radio: leggiamo in un articolo in inglese VEDI QUI. De Santis a tale proposito racconta le avventurose idee degli ingegneri della Tethers Unlimited Inc.


Le Cinture di Van Allen sono responsabili delle aurore polari. Chi le vuole eliminare le ha mai viste? E’ difficile credere che coloro che si propongono di distruggerle abbiano un vago concetto della sacralità dell’esistenza, un parametro che deve essere considerato prima di intraprendere un percorso di distruzione.


De Santis paragona l’approccio della geo-ingegneria sul pianeta a quello della medicina contemporanea, caratterizzata da una prassi di ‘manutenzione’ biofisica dell’uomo. La contemporanea scienza egemone percepisce l’universo, la terra la natura, gli esseri viventi, come macchine smontabili e ricomponibili: quello che viene definito riduzionismo scientifico. Si agisce, anche brutalmente, sui sintomi in organismi complessi di cui non si è i ‘progettisti’ e di cui si ignorano dunque le logiche intrinseche e così le conseguenze o le interazioni provocate dalle tecniche ‘manutentive’.


Il riduzionismo non si pone due questioni: l’origine e il fine. La maggior parte delle attività degli scienziati riguarda questioni pratiche, che possano essere risolte attraverso il consueto approccio riduzionista, un riduzionismo che per scoprire di cosa è fatto un sasso, lo rompe. Solo una piccolissima parte della comunità scientifica si trova oggi a voler o dover affrontare una visione estesa.
Prof. De Santis è uno di questi. Le sue riflessioni sul tema della geoingegneria e la compatibilità con la biosfera sono riassunte in questa sua affermazione:


“Se anche la Geoingegneria avesse delle buone intenzioni, cosa in cui io non credo, non sarebbe in grado di risolvere nessun problema perché ha, semplicemente, un approccio sbagliato. L’approccio su un sistema di alta complessità com’è il pianeta Terra, non è materialmente gestibile con un approccio riduzionistico di questo tipo”.


Le riflessioni di Paolo De Santis sono riportate integralmente nel video.

(*) stupisce che nel pacchetto delle preoccupazione che riguardarono il CO2 siano escluse le emissioni del traffico aereo, che non si riesca a trovare un accordo a livello globale, VEDI QUI.





PAOLO DE SANTIS
è attualmente professore senior presso l’Università Roma Tre, dove ha tenuto corsi di Fisica e di Acustica presso la Facoltà d’Ingegneria. Precedentemente ha insegnato Fisica all’Università La Sapienza di Roma e all’Università de L’Aquila. Nell’ambito di programmi di cooperazione internazionale, ha tenuto corsi di Elettronica e Teoria dei Segnali presso le Università di Caracas e di Kampala. La sua attività di ricerca, sia teorica che sperimentale, ha riguardato diversi settori dell’acustica e dell’ottica, con particolare riguardo alla teoria della coerenza, all’olografia e alla propagazione dei campi. E’ impegnato in vari THINK TANK .


NOTE