venerdì 11 marzo 2016

BATTERI, VIRUS, PARASSITI - le verità scomode

Per scrivere qualcosa di interessante sui microorganismi che “ospitiamo” (uso questo termine perché è l’unico che si dovrebbe usare perché è documentato da anni che nel nostro corpo vivono più batteri e virus delle cellule stesse), devo ritornare indietro alla fine dell’ottocento e raccontarvi tutta la storia.

Una storia vera ma taciuta dalla scienza accademica ed ortodossa. Nessuno di voi, di certo, conosce il grande Antoine Bechamp, microbiologo e bionaturalista francese (1816-1908). Vero? Dovete sapere che egli fu l’iniziatore della teoria del “Pleomorfismo” ed ha messo le basi per una particolare visione olistica dell’esistenza delle forme parassitarie del corpo umano che avrebbe cambiato la visione scientifica attuale se non fosse comparso sulla scena il notissimo “farmacista” e commerciante L. Pasteur (1822-1895) il quale, al contrario, postulava la immutabilità delle forme batteriche e che, ad una data patologia, corrispondeva sempre uno specifico agente eziologico.



Anche in questo caso la scienza ha sotterrato ogni vestigia di questo grande ricercatore eretico per il tempo....ma anche ai giorni nostri. Forse, alla base della medicina ortodossa ed accademica, c’è una teoria fasulla, commerciale ?

Nacque così una diatriba tra Bechamp e Pateur che è costantemente (dai primi anni del novecento ad oggi) nascosta agli studenti di medicina, biologia e farmacia,ai ricercatori e soprattutto alla popolazione. Al chimico Pasteur si deve infatti l'attribuzione ai germi della causa delle malattie e quindi l'ottica della medicina convenzionale si è centrata sull'individuare l'agente patogeno e su come distruggerlo attraverso i farmaci. Claude Bechamp invece sosteneva che tutto dipendesse dal terreno "le terrain c'est tout", che lui quindi "permettesse" lo svilupparsi o meno della malattia. La validità del modo di agire e procedere della attuale medicina accademica non viene mai messa in discussione dalle autorità dello stato (dagli atti contro l’etica come trapianti e trasfusioni alla distribuzione di farmaci inutili). Chiunque non possegga una laurea, conferita dalle università statali e controllate da un certo “potere” non ha il diritto di curare e soprattutto di guarire. Un medico può seguire solo metodi di cura stabiliti, pena la denuncia, l’interdizione e cioè la repressione sotto diverse forme. Tutte le cure “gradite” si fondano sulla teoria di Pasteur, teoria interessante ma fondamentalmente errata.

Di conseguenza tutto l'operato della medicina ortodossa non può ottenere risultati nel curare qualsiasi malattia, se non in operazioni come ricucire una ferita o ingessare una gamba, dove credere o meno alla teoria di Pasteur è del tutto irrilevante.
Pasteur è osannato e riverito in tutti i modi. Molti istituti universitari ed ospedali portano il suo nome. Sostenere la teoria pasteuriana, ovvero che le malattie sono provocate da germi o virus fa sì che la vaccinazione o gli antibiotici siano il giusto mezzo per prevenirle o curarle.
Sapete benissimo che i vaccini e i farmaci allopatici sono oggi il business più lucroso esistente, esteso a livello mondiale sotto la supervisione dell’OMS (organizzazione mondiale della sanità) la FDA (food and drug administration) ecc...
Se la teoria di Pasteur venisse ufficialmente dimostrata falsa o per lo meno non del tutto vera, tutto il sistema scientifico ed economico della medicina crollerebbe e le banche, i governi e la potente lobby medica, così come le varie strutture ad esse correlate, subirebbero un colpo tremendo.

Ascoltate bene: si parla di trilioni di euro, cifre con 18 zeri. Ma, del resto, continuare a sostenere tale teoria non farà mai venire alla luce una vera ricerca e cura per il cancro e per tante altre malattie degenerative come ad esempio l’AIDS.

La medicina occidentale tradizionale insegna e pratica, acriticamente, le dottrine del chimico francese Louis Pasteur. La sua teoria principale è nota come la “teoria dei germi della malattia”. Tale teoria afferma che, se specie catalogate di microbi, da una sorgente esterna, invadono casualmente il corpo, divengono la “causa” di una malattia infettiva. Il concetto che tipi di batteri immutabili causano malattie specifiche è stato ufficialmente accettato come il fondamento della medicina allopatica e della microbiologia verso la fine del diciannovesimo secolo in Europa.
Questo orientamento è definito anche “monomorfismo” (condizione di avere una singola forma), in contrapposizione con il “pleomorfismo” di altre correnti scientifiche dell’epoca.

Questo monomorfismo venne adottato dal complesso medico-industriale, che iniziava ad affermarsi proprio partendo dal commerciante farmacista Pasteur.
Questo cartello si organizzò, soprattutto, intorno alla Associazione Medica Americana (AMA), generato da probabili interessi legati al commercio di farmaci, con lo scopo di condizionare il sistema giuridico per controbattere efficacemente la professione medica naturopatica ed omeopatica, che a quel tempo aveva un notevole riscontro negli States. Oggi, tutti gli organismi medici, scientifici e farmaceutici a livello mondiale si stanno dannando, con ogni sistema lecito ed illecito per delegittimare le medicine alternative o che non usano “farmaci” delle industrie, multinazionali e non, per curare le malattie.

Volete saperne di più sulle forme di boicottaggio, oggigiorno, in Italia?

Sentite queste, a dir poco, furbate:
L’Omeopatia, fino a pochissimo tempo fa è stata considerata pratica "cialtronesca e immaginaria", ed era lo zoccolo duro delle cosiddette “medicine alternative”. In questo spazio, non ben definito dalla legge, professavano l’arte omeopatica, perseguitati dalla scienza accademica ed ortodossa grazie a leggi preistoriche, pochi esemplari di Medici o di Naturopati, fuoriusciti dall’ortodossia e per questo perseguitati e derisi anche dai loro colleghi.

Vediamo, a tal proposito, cosa sostiene il “bollettino trimestrale dell'ordine dei medici” (novembre- dicembre 1991 a firma Dott. Fabio Franchi p.18) che esprime chiaramente la non pertinenza ed attinenza dell'Omeopatia con la Medicina Accademica ed ufficiale che è tutt’altra cosa rispetto alle cure mediche tradizionali. Vale a dire: è di un altro pianeta!

Del resto anche il commissario del Ministero della Sanità Prof. Silvio Garattini ha esplicitamente e chiaramente affermato, nelle sue citazioni ed interviste che l’Omeopatia sia una pura "illusione", sia cioè "acqua fresca" non ha nulla a che vedere con i “Medicinali” e le cure mediche; cioè è una sostanza da depennare da ogni farmacopea tanto che anche il legislatore si adegua, vedi ad esempio DL 17 marzo 1995 art. 2 ed art. 3 in cui specifica che il rimedio omeopatico:
"...non deve recare, sulle confezioni a livello di immissione in commercio, né vantare in qualsiasi altro modo, indicazioni terapeutiche... è altresì vietata qualsiasi forma pubblicitaria presso il pubblico dei medicinali omeopatici di cui al comma 1...".

Con questo si conferma ancora una volta quindi, ove non fosse chiaro, l'incapacità e l'impossibilità del Ministero della Sanità, gestito quasi totalmente dai rappresentanti dell'Ordine dei Medici, di comprendere appieno il significato squisitamente biologico e naturale e sottile dell’Omeopatia.
Una legge, inoltre, che si rifà al decreto DL 29/5/1991 n.178 art.1, definisce come: "medicinale ogni sostanza o composizione presentata come avente proprietà curative o profilattiche delle malattie umane o animali nonchéogni sostanza o composizione da somministrare all'uomo allo scopo di stabilire diagnosi medica o di ripristinare o correggere o modificare funzioni organiche dell'uomo o dell'animale". Comma 2, per sostanza si intende qualsiasi "materia" di origine umana, animale o vegetale o di origine chimica, sia naturale che di trasformazione o di “sintesi".

Ma dove c'è “materia e sostanza” in omeopatia ? Si è arrivati addirittura, da parte di qualche incompetente legislatore, a voler mutare la vecchia ed intramontabile definizione "rimedio omeopatico" usata fin dai tempi di Samuel Hahnemann ridefinendola riduttivamente ed erroneamente con il termine: "farmaco omeopatico". Vista la definizione di farmaco, data dal Ministero della Sanità, si evidenzia ancor più che l’omeopatico non potrà mai essere considerato un farmaco cioè una molecola con attività “biochimica".

Questa visione della realtà è sostanzialmente un falso scientifico impostoci per legge!

Samuel Hahnemann, in un certo senso “scopritore” dell'Omeopatia, uno dei primi studiosi delle scienze energetiche sottili che ha applicato un metodo scientifico e che ha proseguito, ampliandoli, gli studi delle antiche medicine, dall’Alchimia alla Spagiria non avrebbe potuto, in questi tempi ed in Italia e con tali leggi insensate, dimostrare e far accettare il principio che l’assenza di "materia" nel rimedio fa l'effetto più grande...
I farmaci, invece, sono sostanze, in dose ponderale e realmente tossiche che potrebbero causare veri e propri avvelenamenti dell’organismo. Quindi pericolosi, sempre!

La lista degli effetti collaterali ed avvertenze che si leggono nei bugiardini, in realtà, costituiscono la risposta che il sistema immunitario dà nel tentativo di liberarsi di tali veleni oppure gli eventi tossici che si scatenano nei vari organi bersaglio o negli emuntori che dovrebbero liberarsi dei veleni. Vedi Fegato, Cistifellea, Reni, Vescica, Intestino ecc...
Il processo di disintossicazione che, magari, era in atto prima di prendere il farmaco, si ferma e i sintomi che si vuole curare scompaiono (come ad esempio un eczema o una foruncolosi). E così sembra che il farmaco abbia funzionato. Ma altri sintomi compaiono, perché il corpo ora cerca di espellere le tossine del farmaco e se si va dal medico si torna a casa con una nuova ricetta per acquistare un altro farmaco per affrontare i nuovi sintomi; e così via!....

La dottrina dei microbi cattivi!
La dottrina dei microbi ha dato origine, fra l’altro, alla tecnica della vaccinazione che è stata iniziata, ciecamente, nel 1796 da Edward Jenner. Jenner ha preso del pus dalla ferita purulenta di una mucca malata e l'ha iniettato nel sangue dei suoi “pazienti”.
Così si diede inizio a una spregevole pratica (vaccinazione) la cui forma è cambiata di poco ai giorni nostri, e la cui comprensione è ancora oscurata dalla teoria di Pasteur.
Tale dottrina ha dato origine anche allo sviluppo degli antibiotici, di cui il primo è stata la penicillina nel 1940. Questo antibiotico è, in un certo senso, il materiale di rifiuto velenoso di germi, utilizzato nel tentativo di ucciderne altri: la penicillina è il veleno di un fungo. Questa metodo di intossicazione, con veleni antibiotici delle masse, ha causato la proliferazione delle forme aggressive e resistenti di micro organismi che ci perseguitano tutt’oggi.

Ma torniamo ad Antoine Béchamp, uno dei primi batteriologi al mondo e contemporaneo e rivale di Pasteur, fece grandi scoperte scientifiche ed alcune delle menti più elevate del suo tempo hanno accettato, con entusiasmo, le sue teorie e le sue scoperte. Béchamp ha ottenuto così tanti successi che sono state necessarie otto pagine di un giornale scientifico per elencarli quando è morto. Tra molte altre cose, ha salvato l'industria francese della seta dalla moria dei bachi da seta, sotto il naso di Pasteur, che era stato incaricato di risolvere il problema.
Ha descritto chiaramente il processo della fermentazione per quello che è: il processo di digestione di esseri microscopici; è stato il primo ad affermare che il sangue non è un liquido, ma un vero e proprio “tessuto fluente”.
Ha sviluppato un processo economico per la produzione dell’anilina che ha dato inizio all'industria della tintoria ed atro ancora.
Béchamp ha identificato i “microzimi” (chiamati anche somatidi ) e affermò che i germi, indubbiamente, sono il risultato e non la causa della malattia. Grazie ai suoi esperimenti ha mostrato che le caratteristiche vitali delle cellule sono determinate dal terreno in cui i loro microzimi si alimentano, crescono e si moltiplicano nel corpo umano.
Sia le cellule normali che i germi hanno i loro compiti specifici. Le cellule organizzano i tessuti e gli organi del corpo umano, i germi puliscono il sistema e lo liberano dall’accumulo di materia patogena e mucoide.
Inspiriamo costantemente circa 15.000 germi e batteri all’ora (nelle grandi città). Se i germi sono così nocivi, perché non moriamo? Nei primi stadi di infiammazione (formazione di pus,) i batteri presenti sono gli streptococchi ma man mano che i globuli rossi e i tessuti si disintegrano ulteriormente gli streptococchi si trasformano in stafilococchi, cioè cambiano in una forma adeguata al nuovo ambiente dei tessuti morti.

Il Pleomorfismo che cosa è?
Attraverso un processo chiamato “pleomorfismo” (pleo = molti e morph = forma) i batteri possono cambiare in lieviti, da lieviti a funghi, da funghi a muffe. I microrganismi come un batterio specifico, possono assumere più forme. I batteri non hanno alcuna azione sulle cellule vive, solo sulle cellule morte.
Non sono la causa della malattia ma il
risultato.
In molti casi di polmonite i pneumococchi appaiono sulla scena da 36 a 72 ore dopo l'insorgenza della malattia.
Bechamp, purtroppo, in un mondo non di certo etico, si è trovato a dover fronteggiare uno scaltro politicante, connesso a ricchi poteri: Louis Pasteur.
Antoine Béchamp era un vero scienziato, mentre il farmacista Pasteur era solo un chimico-farmacista, senza alcuna educazione nelle scienze umanistiche ed un inserzionista pubblicitario e commerciante che ha affossato furbamente la ricerca di Bechamp. Pasteur è, fra l’altro, responsabile in grande parte delle stragi di animali per la sperimentazione nella ricerca medica.
Pensate che Pasteur ha utilizzato preparazioni ottenute da tessuti di animali malati iniettandole poi in animali sani rendendoli a loro volta malati. Questo ha dato l’apparenza che i germi causino la malattia, quando in realtà queste preparazioni erano di per sé estremamente velenose. Non era una procedura scientifica, ma ha dimostrato semplicemente il fatto che si può far ammalare qualcuno avvelenando il suo sangue.
Secondo me Antoine Bechamp era un vero genio, infatti, basandosi sulla sua teoria dei microzimi, egli diede appassionati avvertimenti contro l'invasione diretta o artificiale del sangue (vedi trasfusioni).
Vi racconto, ora, di un altro grande ricercatore che ha confermato ed ampliato le intuizioni di Bechamp. Le geniali intuizioni di Bechamp sono state, in un certo senso, riscoperte ed ampliate dal coltissimo Naturalista tedesco Gunther Enderlein (Leipzig 1872 - Hamburg 1968), che, nei primi del novecento, ha visivamente dimostrato, con l’utilizzo di un particolare microscopio in campo oscuro, che esiste una vera e propria “ciclogenia batterica” termine che descrive anche la sua opera capitale che ci ha lasciato come preziosa eredità.
In essa riferisce, magistralmente, le fasi di sviluppo dei microrganismi che dallo stadio colloidale passano attraverso la fase virale e batterica fino a giungere all’evento microscopicamente descritto come fungo o micete.
Egli ci dimostra che, negli organismi animali, sono sempre presenti particelle infinitesimali in grado di sopravvivere alla morte dell’organismo ospite e di evolversi verso altre forme.
Gunther studiò a fondo l’argomento e dimostrò scientificamente la presenza di queste particelle cui diede il nome di “endobionti” evidenziando, inoltre, che la loro presenza è rilevabile sin dalle prime fasi della vita dell’organismo ospite; infatti, essi vengono trasmessi durante la gestazione anche per via transplacentare.
Questi microrganismi dallo stato iniziale detto colloidale passano attraverso la fase batterica fino a trasformarsi nella forma finale definita fungo ed evolvendo, a volte, in forme patogene (virus).

L’essere umano vive quindi, per tutta la sua vita, in simbiosi con l’endobionte che risulta essere presente in tutti i tessuti e liquidi organici e persino nel liquido seminale e negli ovociti. L’endobionte è sempre ed ovunque presente e la sua trasformazione verso forme patogeniche per l’organismo umano dipende dalla fase evolutiva verso la quale è spinto dalle condizioni ambientali in cui si viene a trovare. La sua ricerca dimostra che le diverse forme di microrganismi presenti nel nostro corpo hanno in realtà la stessa origine e che lo stadio di sviluppo in cui si trovano dipende dal pH del mezzo nel quale essi vivono.
La prima fase di sviluppo ha luogo in un ambiente fortemente alcalino, la seconda fase, quella batterica, in un ambiente mediamente alcalino e la terza fase, quella micotica, in un ambiente mediamente acido, la fase virale, infine, in un ambiente fortemente acido.
Lo sviluppo dell’endobionte verso forme patogene viene soprattutto favorito da eventi e condizioni legate alla civiltà attuale (inquinamento dell’aria, conservanti, metalli pesanti, coloranti, concimi artificiali, eccesso di farmaci ecc..) ponendo comunque al primo posto l’errato modo di alimentarsi, in quanto, generalmente, si tende a privilegiare, nella nostra alimentazione, un’alta percentuale di zuccheri e proteine che sono anche l’ideale terreno di sviluppo dell’endobionte.

L’equilibrio fra il nostro corpo ed i microrganismi in esso presenti non può assolutamente prescindere dalle condizioni igienico-alimentari ed ambientali in cui ci si trova. Questo rapporto ecologico è di importanza vitale e può manifestarsi in forma simbiotica o disbiotica.
Nella “simbiosi” entrambi gli organismi traggono vantaggio da questo rapporto, mentre, nella “disbiosi”, non sono più cooperativi bensì reciprocamente aggressivi. Normalmente in natura si possono osservare relazioni simbiotiche o disbiotiche fra tutte le forme di vita conosciute; un eccessivo proliferare e svilupparsi di funghi in un organismo è però da interpretare come sicuro indice di uno stato di disbiosi e come tale deve essere corretto insieme alle cause che lo hanno generato.
J. Kuhl, grande ricercatore tedesco, si dimostra tutt’oggi in perfetta sintonia con le teorie di Enderlein e Bechamp, dimostrando che un’alcalosi del sangue favorisce lo sviluppo degli endobionti, nelle forme virulente.
Queste piccolissime particelle proteiche agiscono molto bene ad un pH leggermente superiore a 7 ma impazziscono (proliferando) quando il pH va a 7,3-7,4 ed oltre 7,8 nei pazienti affetti da cancro evolvendo, infatti, nella forma di fungo (che contribuirebbe al cancro e molti giurano che il cancro è in realtà una specie di fungo) a livello dei tessuti, come del resto scrive anche Koch:
 “...Il fungo (gruppo amminico) che viene sempre trovato nel cancro può partecipare all’inattivazione del FCG (gruppo funzionale carbonilico) della cellula...”.
Koch, se fosse qui con noi, si troverebbe, quindi, anche lui in un certo accordo con Enderlein e Bechamp che hanno sperimentato l’esistenza e la natura degli endobionti e così anche Kuhl, osservando al microscopio queste forme virulente, afferma che dobbiamo comprendere che questi “...germi possono anche svilupparsi fino a causare il cancro...”.
Persino Rudolph Virchow, patologo tedesco e fondatore della medicina cellulare, dichiarò:  
“Se potessi tornare indietro dedicherei la mia vita a provare che i germi cercano il loro ambiente naturale, il tessuto ammalato, invece di essere loro stessi la causa della malattia di quel tessuto”; inoltre George White dichiara apertamente che ”se la teoria dei germi fosse basata sui fatti, non vi sarebbe nessun essere vivente a leggere quello che viene scritto”.

Pleomorfismo o monomorfismo?
Bechamp aveva intuito l’esistenza di piccoli microzimi, chiamati da lui “Granulazioni molecolari”, all’interno delle cellule di tutti gli esseri viventi: umani, animali e vegetali.
Queste particelle sarebbero eterne, indistruttibili e in grado di continuare a vivere anche dopo la morte dell’organismo-ospite.
Antoine affermò inoltre che, in particolari condizioni, i microzimi originariamente non patogeni potevano trasformarsi in batteri patogeni, manifestando caratteri putrefattivi e fermentativi. Le malattie avrebbero, dunque, la propria origine all’interno del nostro stesso organismo (umano od animale).
Anche se fu estremamente difficile per Bechamp riprodurli in condizioni di laboratorio, egli fu in grado di provare che gli esseri viventi ospitano questi microrganismi, capaci di creare, a loro volta, nuovi microrganismi, e riuscì ad osservarli nel latte, nella carne e nel sangue.
Il pleomorfismo era stato fondato e le future ricerche si sarebbero sicuramente sviluppate in questa direzione se Pasteur non avesse contrapposto la teoria del monomorfismo, convincendo la comunità scientifica dell’esattezza delle proprie affermazioni: i microbi si devono classificare in varietà immutabili; esiste sterilità batteriologica (cosa da sbellicarsi dal ridere) negli organismi sani; i patogeni causa di malattie provengono solo dall’esterno.

I fondamentali insegnamenti di Enderlein
Dopo molti anni, spesi in ricerche ed esami sul sangue, con microscopio in campo oscuro, nel 1925 Enderlein pubblicò la sua opera più importante: La “Ciclogenia batterica” con la quale intendeva presentare argomenti e prove inconfutabili a sostegno del pleomorfismo.
La più piccola unità vivente è rappresentata dai colloidi, particelle che non superano i 0.2 nm ed invisibili al microscopio ottico, ma misurabili sul piano molecolare a livello delle molecole a basso peso. Per avere un’idea basti pensare che con 100.000 colloidi affiancati si raggiunge appena il millimetro! I colloidi vivono in simbiosi nell’organismo sano nel loro stadio primitivo apatogeno.
Di conseguenza le errate abitudini alimentari (troppe proteine animali e zuccheri), l’alterazione dello stato di simbiosi ospite e microrganismo, il pH acido, le condizioni ambientali particolari ed i campi elettromagnetici molto forti o costanti nel tempo, portano il colloide a svilupparsi e modificarsi, attraverso fasi virali e batteriche, sino a raggiungere lo stadio di batterio e/o fungo, diventando così essenzialmente tossico per il nostro corpo e in grado di produrre o favorire patologie.

Come avete letto, questi due grandi scienziati non hanno avuto la vita facile ma hanno piazzato una grande pietra miliare che sarà, per i futuri meritevoli ricercatori che si vorranno cimentare nella ricerca microbiologica, la base di partenza per ribaltare un sistema che non regge più.
Pensate ai costi della sanità ed allo stesso tempo alle malattie degenerative che stanno dilagando. Come poterli e poterle arginare? Ci ha provato un altro illuminato: Gaston Naessens, biologo francese che vive in Canada; negli ultimi quarant’anni, ha fatto straordinarie scoperte nei campi della microscopia, microbiologia, immunologia, diagnosi clinica e terapia biomedica, ma nessuno parla di lui. Troppo scomodo.

Nel 1950 Naessens ha ideato un microscopio capace di permettere l’osservazione dei più piccoli microrganismi viventi, senza “ucciderli”. Con questo strumento ha, pure lui, riconfermato ed ampliato le scoperte e le teorie di Enderlein e di Bechamp ed ha sostenuto la presenza di alcune particolari forme cioè di curiosi organuli subcellulari, denominati, anche da lui, somatidi.
Il somatide, secondo Naessens, si svilupperebbe, cambiando forma in un singolare ciclo i cui primi tre stadi sono perfettamente “normali” in un organismo sano.
Coloro che conoscono già le teorie e le ricerche dell’americano Royal Rife noteranno immediatamente la somiglianza con ciò che lo stesso Rife aveva intuitivamente riscontrato, incluso questa straordinaria abilità a cambiare forma e status. Naessens ha notato che, quando il sistema immunitario dell’organismo per qualche motivo si indebolisce o si destabilizza, il ciclo di crescita e trasformazione del somatide passa attraverso altri tredici stadi, arrivando a un totale di sedici forme diverse e separate, ciascuna evolventesi nell’altra.
Ognuna di queste è stata documentata, in dettaglio, attraverso fotografie scattate al microscopio e addirittura immortalate in rigorosi filmati scientifici, di cui qui filmato:



 Naessens ha inoltre osservato che i somatidi possono resistere all'esposizione al calore, fino a temperature di 200 C° ed oltre. Basandosi quindi su queste osservazioni scientifiche ci conferma che si dovrebbe rivedere o rileggere attentamente il concetto di sterilizzazione fino ad ora codificato.
Ha fatto notare che questi somatidi sono, fra l’altro, sopravvissuti all'esposizione di radiazioni nucleari di tale forza da uccidere qualunque altro essere vivente, e sono rimasti inalterati all'azione di qualunque acido o base cui sono stati sottoposti.
Studiando queste particelle, per molti anni, Naessens ha stabilito una relazione delle 16 (ricordiamoci sempre delle forme geometriche base dell’universo) forme del ciclo patologico con vari tipi di patologie degenerative quali l'artrite reumatoide, il lupus, la sclerosi multipla, il cancro e più recentemente l'AIDS.
Con questo gli amici Bechamp ed Enderlein avrebbero dovuto essere riabilitati, invece nulla...silenzio assordante dalla scienza accademica.
La ditta Sanum (Sanum-Kehlbeck GmbH & Co.KG) penso che sia, attualmente, l’unico istituto in Europa che si sta occupando della ricerca e dello sviluppo di rimedi naturali che obbediscono alle teorie di Enderlein.

I Virus sono nostri amici?
Stefan Lanka, famoso virologo e biologo molecolare, si è laureato in scienze naturali e biologia con specializzazione in botanica marina all’Università di Costanza è nato nel 1963 in Germania. Dal 1984 al 1989 ha fatto ricerche in neurobiologia genetica e virologia e dal 1987 al 1994 ha condotto altre approfondite ricerche in biologia molecolare studiando l’origine dei virus e cercando di isolarne alcuni.
Lanka è stato il primo, tra l’altro, ad osservare un curioso virus marino: l'Ectocarpus silicosus (strano il suo riferimento alla Silice, dovremmo chiedergli come mai, tipizzandolo, ha definito il virus silicosus) ed è stato il primo ad osservare direttamente un sistema stabile di una cellula con un virus ospite.
Ebbene, nelle sue centinaia di osservazioni, racconta lo scienziato in un intervista, non ha mai visto una sola volta un virus “uccidere o aggredire” nessuno!
Non ha mai constatato questo ruolo di virus come tremendo killer!
Ha potuto constatare invece che sono fole (fiabe) e stupidaggini certe frasi terroristiche che riportano alcune riviste, quando affermano che questo o quel virus, potrebbe uccidere tutti in mezz'ora ! Ma non lo fa! E perché non lo fa ? Perché ha altro da fare !
Perché sono altre le cose cui si dedica; ossia il virus si occupa di trasportare le informazioni da una cellula all'altra. Badate bene e fissate nella mente questo concetto: trasportare l’informazione, come una chiave elettromagnetica.Il virus fa il postino, il facchino ed il tecnico riparatore del DNA. Altroché assassino !
Lanka ha negato, in altre sedi scientifiche, che sia mai stato isolato il virus dell’HIV; ha anche giurato al tribunale di Dortmund, negandone fermamente l'esistenza. Il giudice, non trovando nessuno scienziato ufficiale che dimostrasse il contrario, non ha potuto fare altro che dichiarare, il 24 febbraio 1997 almeno che, comunque, questo virus non era né mortale né pericoloso.
Lanka negava, fortemente, anche l’esistenza della classe dei “retrovirus”, secondo lui invenzione bella e buona per giustificare, oltre alla chemioterapia, la presenza di “trascriptasi inversa”, cioè l’informazione che va dall’RNA al DNA, cosa che sconvolge l'impostazione scolastica della genetica ufficiale.
Il virus, quindi, che è un essere non vivente ma costituito solamente da materiale genetico incapsulato, non fa altro che riparare le cellule; il suo compito penso sia quello di eliminare quelle danneggiate permettendo di sostituirle con nuove.
Quindi fa oltre che lo spazzino anche il riparatore... come il tecnico informatico che ripara il vostro PC, aprendolo ed entrando nei programmi con una chiave magnetica e la password. Ma se questi virus, che finora ci sono stati presentati come feroci assassini causanti di malattie epidemiche, sono semplicemente solerti postini, affaccendati facchini ed attivissimi spazzini o tecnici informatici, qualcuno sta barando e senza dubbio mentendo. Del resto le campagne di vaccinazione contro i virus influenzali, aviari e quant’altro non avrebbero potuto essere avviate se prevalesse questa visione. Non è vero?

Ma che cosa sono i Virus in realtà?
In origine la parola “virus” significava veleno e il termine “virulento” voleva dire velenoso. Oggi intendiamo per virus una entità submicroscopica e “virulento”, in generale, significa contagioso. La medicina moderna utilizza il termine “virus” per indicare una microscopica forma di vita capace di “infettare” le cellule e a cui viene pertanto attribuita la responsabilità di molte delle nostre malattie.
Nell’immaginario popolare, il virus è una forma di vita in grado di parassitare ogni altra forma di vita, inclusi gli animali, le piante e i saprofiti (funghi e batteri). C’è anche il Batteriofago, un virus dei batteri...ce ne è per tutti i gusti insomma.
Nella descrizione delle infezioni virali, ai virus vengono attribuiti comportamenti quali “iniettarsi”, “incubare”, “essere in latenza”, “invadere”, avere uno “stadio attivo”, “impadronirsi”, “riattivarsi”, “mascherarsi”, “infettare”, “assediare” ed essere “devastanti” e “mortali”.
La teoria medica accademica ed ortodossa sostiene che i virus, in un certo senso, nascono da cellule morte (esplose) che essi stessi hanno infettato. Il virus “si inietta” nella cellula e le “ordina” di riprodurlo, fino al momento in cui la cellula esplode per lo sforzo (?). I virus sono a questo punto liberi di cercare altre cellule in cui ripetere il processo, infettando così l’intero organismo.
Tuttavia i virologi ammettono che i virus, pur avendo natura squisitamente organica, non possiedono metabolismo, non possono essere replicati in laboratorio, non possiedono alcuna caratteristica degli esseri viventi e, in realtà, non sono mai stati osservati vivi e vegeti!!
Strano vero? Ma, di certo, questi virologi non hanno mai letto la teoria del Pleomorfismo dei nostri Bechamp ed Enderlein altrimenti avrebbero capito qualcosa di più sulla loro nascita, (praticamente dal nulla) così come sulla loro funzione e sulla loro scomparsa. Vero, del resto, che ci sono gli anticorpi che dimostrano che è vi è stato un attacco virale (anticorpi anti HBV ad esempio)...ma gli anticorpi sono solo contro il DNA, cioè contro dei frammenti genetici. Non ci sono evidenze scientifiche che dimostrino il contrario.

I “virus vivi” sono “sempre” morti!
Il termine “virus vivo” indica semplicemente quei virus creati dalla coltura di tessuti viventi in vitro (cioè in laboratorio), dai quali si possono ottenere trilioni di virus. Ma proprio qui sta il punto: anche se alcune colture da laboratorio vengono tenute vive, nel corso del processo si verifica un massiccio ricambio cellulare ed è dalle cellule morenti che vengono ottenuti i “virus”.
Essi sono comunque morti o inattivi, poiché non possiedono né metabolismo né vita e non sono altro che molecole di DNA e proteine.
I virus contengono acido nucleico e proteine, ma mancano di enzimi e non possiedono una vita propria poiché mancano dei requisiti fondamentali della vita, e cioè dei meccanismi di controllo metabolico che perfino i batteri “inferiori” possiedono.
I virus non hanno nessun sistema riproduttivo, nessuna capacità di locomozione, nessun metabolismo e non possono essere riprodotti in vitro come entità viventi.

I “virus” non sono allora microrganismi viventi?
I microbiologi riconoscono che i virus sono in realtà frammenti morti di DNA rivestiti di una membrana lipidica e proteica, pur non riuscendo a comprendere la loro vera origine. Batteriofago, strana creatura simile alla navicella NASA Apollo 11 che atterrò nel 1969 sulla luna, che infetterebbe i batteri. Ma è un mondo ancora da scoprire, siamo ancora lontani dalla verità.
Le fotografie dei presunti virus che “si iniettano” all’interno della cellula mostrano in realtà la cellula che letteralmente inghiotte il virus o scoria proteinica.
Si forma allora un’incavatura, detta invaginazione ed il materiale organico viene circondato dalla sostanza cellulare che poi si richiude, formando uno “stomaco” improvvisato, in cui il virus scompare. Lo stomaco si riempie allora di potenti enzimi lisosomici che digeriscono il materiale organico, frammentandolo in amminoacidi o acidi grassi per il riciclaggio o l’eliminazione.
Questo processo è una caratteristica della fisiologia cellulare nota come fagocitosi (letteralmente “digestione di cellule”); è un normale processo di ingestione cellulare e digestione enzimatica di batteri, scorie di tessuti e altre cellule erratiche.
I virus non sono altro che materiale organico inerte, completamente privo di qualsiasi caratteristica di vita e che nessuno ha mai visto in azione. Le fotografie, che asseriscono di mostrare i virus in azione sono vere e proprie frodi scientifiche: ciò che mostrano in realtà è un ordinario processo fisiologico di fagocitosi che avviene innumerevoli volte ogni giorno all’interno del corpo.
E’ da ricordare che, secondo i testi di virologia e microbiologia, i virus presentano le seguenti caratteristiche, che sono totalmente incompatibili con la vita:

  1.  I virus non possiedono metabolismo. Non possono elaborare il cibo o il nutrimento e dunque non possiedono strumenti per formare energia. Sono solo un contenitore, o schema di informazioni, come lo sono i genomi.
  2.  I virus non possiedono alcun tipo di capacità di movimento. Non hanno un sistema nervoso, né un apparato sensorio, né un’intelligenza che possa in qualche modo coordinare movimenti o “invasioni del corpo” di qualsiasi natura.
  3.  I virus non possono replicarsi: essi dipenderebbero interamente dalla “riproduzione obbligata”, vale a dire la riproduzione attraverso un organismo ospite, cosa assolutamente inaudita in ogni altro campo della biologia.

Riproduzione obbligata ? Obbrobrio biologico
Nelle spiegazioni che la scienza accademica fornisce sulle cause delle infezioni virali, ci viene chiesto di credere alla riproduzione cosiddetta obbligata, in cui una cellula viene costretta a riprodurre un organismo, per così dire, alieno cioè il “virus”. Vi assicuro che non esiste, in natura, nessun esempio di esseri viventi che riproducano qualcosa di non appartenente alla propria specie.
Non dimenticate che il rapporto tra le dimensioni del virus e quelle della cellula è di circa un miliardesimo. La spiegazione offerta dalla teoria virale delle malattie ci domanda di credere che il virus si inietti o penetri furbamente all’interno della cellula e le ordini di riprodurre il virus centinaia di migliaia di volte, finché la cellula esplode. Ma, anche nel momento in cui il virus “si riproduce”, la sua massa complessiva rimane comunque meno di 1/100 dell’uno per cento della massa della cellula. E’ come dire che se voi vi iniettaste un grammo di una sostanza, essa potrebbe provocare una tale pressione interna da farvi esplodere!
Solo i microrganismi viventi sono in grado di agire e di riprodursi, e ciò avviene sotto il diretto controllo del nucleo, genoma o “cervello”.
I cosiddetti “virus” forse sono solo delle chiavi elettromagnetiche, visto che il DNA, l’unica realtà di cui sono costituiti, è in realtà un codice come quello di una chiave elettromagnetica. Queste chiavi vengono attivate da un segnale in codice che sveglia il DNA (come cellule segrete dormienti, nei film di spionaggio) e questo DNA, vestitosi con proteine e lipidi presi in loco, va a compiere la sua missione.
Fa aumentare la temperatura corporea, attivando il sistema specifico della grande e piccola difesa. A seconda delle modalità di riconoscimento degli antigeni si possono, infatti, distinguere due aree del sistema immunitario:

  • Immunità aspecifica o innata: comprende mediatori chimici (responsabili dell’infiammazione) e cellulari responsabili di una prima linea di difesa contro le aggressioni. È evolutivamente più antica e consente il riconoscimento di un repertorio limitato di antigeni. Riconosce una generica condizione di pericolo e pone il sistema immunitario in una condizione di “allarme”, che favorisce lo sviluppo dell’immunità specifica.
     
  • Immunità specifica o adattativa: comprende mediatori chimici e cellulari responsabili di una risposta difensiva più potente e mirata (virtualmente in grado di riconoscere qualunque forma di antigene), ma più lenta. È evolutivamente più recente e poggia sulla risposta aspecifica per numerose funzioni di presentazione e distruzione degli antigeni.

Si divide a sua volta in:
  • Immunità specifica umorale (cioè mediata da anticorpi).
  • Immunità specifica cellulo-mediata
Ottenendo l’effetto, per esempio, di riattivare il network della PNEI (Psico neuro endocrino immunologia) è, infatti, ormai certo che il sistema immunitario sia il quarto grande sistema, network, insieme a quello psichico, nervoso ed a quello endocrino, di regolazione generale dell’organismo, specializzato nell’organizzazione delle sue difese sia interne che esterne.

Nel 1984, lo scienziato danese Niels Kaj Jerne ricevette il premio Nobel per la medicina in virtù della sua teoria sul “network immunitario”. Egli mise in risalto le straordinarie analogie tra sistema immunitario e nervoso. Le cellule di entrambi i sistemi sono infatti in grado di ricevere e trasmettere segnali sia di natura eccitatoria che inibitoria, rispondendo in maniera adeguata a una enorme varietà di segnali. Quindi il nostro caro virus serve a qualcosa non è vero?
Vero soprattutto se consideriamo la funzione informativa della psiche e del sistema nervoso che, specialmente dopo un grande stress, deve rigenerarsi dalla fase di esaurimento (vedi Selye). Comprendiamo, ora, i messaggi che il Virus, nostro amico e creatura donataci dalla Natura, ci sta inviando: una vera e propria rigenerazione attraverso la febbre, i brividi ed altri fenomeni naturali di difesa e di guarigione.

I virus sono dannosi solo se si
accumulano come scorie

Il nostro sangue e i nostri tessuti possono venire saturati da questi materiali di scarto generati internamente, proprio come avviene con le sostanze inquinanti ingerite dall’esterno. L’intossicazione si verifica nel momento in cui queste scorie sovraccaricano il corpo al di là delle sue capacità di espellerle.
E’ vero che i virus aiutano, come loro compito biologico e naturale, con il loro apporto tossinico, a cogenerare le influenze, febbri e malattie varie, ma solo dopo la loro azione riparatrice, in quanto scorie tossiche. In questo senso i “virus” sono sì corresponsabili di varie patologie, ma non certo in quanto agenti di contagio.

Le vere cause e i veri fattori del “contagio”
In realtà il cosiddetto “contagio” non esiste, poiché gli unici agenti in grado di produrre malattie sono le abitudini nocive come l’abuso di alcool, caffè, sigarette, farmaci, cibi-spazzatura, cibi raffinati, scarsità di riposo, mancanza di esercizio e di luce solare, ecc...
Sono le abitudini di vita sbagliate che generano le malattie che vediamo diffuse tra la popolazione. Non c’è nessun “insetto che gira”: è ciò che facciamo al nostro corpo che distrugge le sue necessità sistemiche.
Il concetto di “contagio” è strettamente correlato a quello egualmente erroneo di “predisposizione”: si crede infatti che un’”epidemia” risulti “contagiosa” solo se l’individuo vi è “predisposto”. Questa affermazione medica è in realtà un’ulteriore ammissione che non sono i germi a provocare le malattie. Se così fosse, chiunque venisse esposto ad essi si ammalerebbe della stessa malattia.
In realtà una persona “predisposta” è una persona che possiede un alto livello di tossicità dell’organismo, insieme alla vitalità sufficiente a condurre il processo di malattia/purificazione. Tali individui possono ammalarsi in qualsiasi
momento, che vengano o no esposti al “contagio”.

Se individui sani riescono a conservare la loro salute anche nel bel mezzo di “malattie epidemiche”, risulta evidente che la teoria del contagio è sbagliata. La parte dell’organismo più sovraccarica di tossine è quella in cui si manifestano per primi i sintomi della malattia, ma l’effetto complessivo è sistemico, poiché tutti gli organi e le ghiandole del sistema subiscono danni a differenti livelli.
Un’ultima considerazione: e della psiche, della mente, dell’anima non se ne parla mai? Non siamo fatti di corpo, mente e spirito? Se la malattia esiste nel corpo, nella mente e nell’anima sincronicamente, quando si ha un’attivazione virale in noi, dove troveremo il virus nella mente e nell’anima (Spirito)? Quali saranno le sue manifestazioni mentali e spirituali?
Risposte a cui potrete arrivare anche voi, lettori... molto semplice. Se il virus arrivasse da lontano? Da un attivazione, con un codice elettromagnetico esterno, per attivare le cellule virali dormienti?
Una telefonata, in codice, exoterica? Quando dall’oriente (sempre) arrivano i virus influenzali (es: myxovirus) attraversando il globo in pochissimo tempo, la loro maledetta diffusione colpirà milioni di persone anche distanti tra loro, anche quelle isolate nelle campagne. Avete visto con che tono grave e preoccupato i virologi intervistati dai telegiornali spaventano la popolazione?
Terrorismo o porta sfortuna? Meno male che poi non accade mai nulla di quello che era stato previsto. Credete voi che, dal momento che il contagio, secondo la scienza ufficiale, si attua attraverso la saliva o la tosse, vi possa essere una così veloce propagazione delle influenze cosiddette epidemiche? Non è un segnale, un quid informativo che ha fatto scattare i relais presenti in ciascuno di noi, quasi in sincrono? Da dove proviene?
Questo segnale è, guarda caso, sempre invernale ed è un segnale di morte cellulare (esattamente come fa la natura, che sembra morire sotto il freddo e la neve invernale) e di rinnovamento, di allettamento (sotto la coltre invernale) e di antistress. Per cui necessario il riposo, il sonno e si attua la depurazione delle fosse nasali,bronchi, polmoni ed intestino, con il muco del raffreddore, il catarro bronchiale e la diarrea depuratrice e drenante.
Passati in rassegna i virus passiamo alle creature veramente “aliene” dentro di noi. Anche qui vige il concetto che, se un parassita si annida nel nostro ventre si è annidata la sua interfaccia eterica e mentale negli altri due corpi mentale e spirituale.
Ma il terreno è importante, cioè il nostro fondo psichico costituzionale e la nostra anima. Anche lì bisogna indagare ed intervenire.

I parassiti intestinali
Nell’indagare e ricercare con attenzione e scrupolo tutto ciò che è attinente alle infestazioni parassitarie, non posso non andare con la memoria ai tempi delle bellissime lezioni del compianto maestro, medico e scienziato L. O. Speciani quando discuteva animatamente di una certa relazione esistente tra i Parassiti ed il Cancro nonché del rapporto dei parassiti intestinali con patologie quali le allergie, le broncopolmoniti e polmoniti, l’asma allergica, le coliti, le gastriti, ecc...

Al momento, da giovane ed ingenuo studente, non capivo la portata dei suoi discorsi e dei suoi concetti che sicuramente erano stati dedotti con pazienza, in anni e anni di pratica clinica, di esperimenti, di osservazioni da lui annotati e tradotti nella teoria o modello olistico dell’Uomo Integrato. Teorie rivoluzionarie per quei tempi (1970-80); si parla infatti dei tempi della “carboneria” per le medicine un po’ “alternative”. Modelli ben articolati, grazie ad un ingegno filosofico illuminato, tali da poter essere presi, sia da studenti che da professionisti, come base culturale di una scienza Medica degna di questo nome.
Sicuramente le sue scoperte sono state straordinariamente stimolanti ed evolutive e tali da condizionare i suoi discepoli a continuare le ricerche ed a pensare proprio in quella direzione, nella direzione che, come lui soleva ripetere si può sintetizzare icasticamente in poche parole : ”La medicina non è medicina se non è psicosomatica”.

Detto questo mi chiedo se mai la Dott.ssa H. R. Clark ed il Prof. L. O. Speciani si siano mai conosciuti, credo proprio di no ma sicuramente avranno letto le ricerche di Enderlein, Bechamp, Benveniste, L.Turenne e senza dubbio quelle di K.Jung, W.Reich e R.Steiner.
Come cultore delle scienze bioenergetiche nonché lettore e studioso dei medesimi autori, purtroppo misconosciuti o peggio volutamente dimenticati della odierna scienza medica, ho ampliato le ricerche approfondendo lo studio della psicobiologia, della PNEI (psico-neuro-endocrno-immunologia), della psicosomatica e della teoria delle informazioni biologiche trasmesse per via elettromagnetica ( F. Popp).

Secondo la tradizione Buddista si racconta che Buddha dopo il suo “risveglio” si recò a Benares per predicare le sue dottrine e nel parco dei cerbiatte enunciò le famose Quattro Nobili Verità che, secondo me, vorrebbero rappresentare quasi una diagnosi medica.
Per prima identificano la causa dei mali dell’umanità, quindi esaminano una reale possibilità di poterli curare e per ultimo viene prescritto il rimedio.
La Prima Nobile Verità indica la principale caratteristica della condizione umana (Duhkha) che significa dolore e frustrazione. Tutto ciò deriva dalla difficoltà che ha l’uomo ad affrontare il fatto che tutto intorno è precario e transitorio che “tutte le cose nascono e muoiono” come diceva il Buddha. La sofferenza e la frustrazione ci prende tutte le volte che ci opponiamo allo scorrere della vita al fluire di essa nel tempo.
Questa dottrina della precarietà ci sottolinea come i conflitti interpersonali abbiano alla base il non rispetto di questa Verità.La Seconda Nobile Verità rivela la causa delle sofferenze (Trsna) che è l’attaccamento cioè l’aggrapparsi alla vita alla futilità della vita basato su un punto di vista errato (A-Vidya cioè ignoranza nella visione buddista). Questa ignoranza ci porta ad attaccarci a cose che vediamo come fisse e persistenti ma che in effetti sono transitorie e continuamente mutevoli rimanendo intrappolati in un circolo vizioso nel quale ogni azione genera altre azioni e la risposta data ad ogni domanda suscita nuove domande... questo circolo vizioso è chiamato “Samsara” cioè il ciclo di nascita e morte ed è guidato da “karman” la catena evolutiva attraverso la legge di causa ed effetto.
La Terza Nobile Verità afferma che si può porre fine alle sofferenze ad alla frustrazione, superando il circolo vizioso del Samsara, liberarsi della schiavitù del karman raggiungendo felici uno stato armonico detto “Nirvana”.
Raggiungere questo stato significa raggiungere il risveglio, la Buddhità.
La Quarta Nobile Verità è in fin dei conti equivalente ad una particolare prescrizione medica del Buddha per mettere fine alle sofferenze mediante l’ottuplice sentiero dell’auto perfezionamento cheporta allo stato di buddhità: le prime due sono levie del retto vedere e del retto conoscere cioè di una chiara introspezione della condizione umana da dove tutto deve partire: il “cognosci te ipsum” latino che è fondamentale per ogni consapevolezza della realtà interna ed esterna. Le quattro vie successive si occupano del retto agire e le due ultime della retta consapevolezza e della retta meditazione e delineano l’esperienza mistica e sacra della visione della realtà che è l’obiettivo finale per raggiungere l’illuminazione. Attenti però, un uomo intelligente non si aggrappa mai ad alcunché, nemmeno ad un credo, per non parlare delle superstizioni. Il problema autentico è risvegliare nell’individuo quel tanto di lucida consapevolezza capace di generare in lui la curiosità di andare oltre la superstizione (in realtà una stessa cosa può essere superstiziosa in determinate condizioni e scientifica in altre, dipende dalle circostanze).
Pensate come è complessa la realtà in cui viviamo pensate allo sforzo delle religioni (religione da religo cioè unisco, congiungo) di coniugare scienza e misticismo, pensiero filosofico e razionalismo materialista. Qui si sono scontrati scienziati e mistici, politici e filosofi, metafisici ed atei, complicando ancora di più e senza dubbio confondendo quella visione semplice e genuina della realtà che ci circonda.

Dalle dottrine dei Maestri Orientali sembrerebbe che la realtà non sia altro che MAYA cioè un’ illusione ma posso aggiungere che è una subdola e sottile illusione che ci colpisce ogni giorno con la sofferenza di milioni e milioni di persone, con la frustrazione di altrettante e con l’ignoranza e l’ottusità di quasi tutta l’umanità.
In questo ha perfettamente ragione il Buddha.
Ecco perché l’ho citato, per farvi rendere conto come sia difficile procedere oggigiorno, per dimostrare la propria buona Fede, le proprie convinzioni scientifiche.
La superstizione inoltre ha da sempre rafforzato l’ottusità mentale, ha dato spazio al vizio di credere o non credere ciecamente in qualcosa, sempre senza verifiche come il caso dell’inquisizione, di Galileo Galilei, di Giordano Bruno ecc... La cosa strana è che esiste ancora oggi una superstizione scientifica, l’avrete tutti notato!

Oggi anche gli scienziati sono diventati superstiziosi mentre stranamente le superstizioni religiose tradizionali stanno poco per volta scomparendo, ecco perché ho iniziato questo capitolo parlandovi di una via per la consapevolezza ed i mezzi migliori per raggiungerla, allontanando la mente da tutto ciò che può offuscarla, distrarla. Cercherò quindi di non lasciarmi condizionare dalle superstizioni per potermi serenamente addentrare nel tema spinosissimo che la scienza ha voluto chiamare cancro.
Per comprendere le varie congetture fisiche e metafisiche sui perché dell’insorgenza dei tumori è necessario compiere uno sforzo mentale di astrazione, rinunciando all’attaccamento a teorie preconfezionate dai biochimici, della medicina “ufficiale” ed alle loro relative superstizioni iniziando ad immaginare seriamente che forse questa mia teoria potrebbe essere il primo passo verso la comprensione di quel mistero ancora non risolto cioè del perché cellule apparentemente sane improvvisamente si ammalano e degenerano.
A questo punto non posso fare a meno di citare le parole di Leonardo da Vinci che definiva: “Experientia est scientia” in quanto, ciò che vi sto raccontando, è frutto sia di mie esperienze che di quelle degli autori che qui ho citato, ciascuno con personalissime visioni della materia, visioni che ho cercato di rivisitare scientificamente e filosoficamente, fondendole in una mia teoria personale che qui mi piace definire la teoria del vuoto di potere.

La teoria del vuoto di potere
La direzione generale del nostro corpo risiede nel cervello, organo straordinario che, con il relativo sistema nervoso in collegamento, può essere considerato la più grande centrale elettronica e comunicativa che si conosca.
I nervi sono paragonabili ai cavi della rete telefonica e sono costituiti da fili conduttori che uniscono le varie partidel corpo al cervello.
Questi conduttori trasportano separatamente o a pacchetti delle correnti elettriche informate, di varie frequenze, che provengono dall’oscillazione cellulare di tutti i tessuti del corpo; queste frequenze possono essere considerate come la vera “voce” dei nostri organi.

La complessità di un organo come il cervello, composto da più di 10 miliardi di neuroni e miliardi di sinapsi (congiunzioni e cioè punto di incontro di due o più neuroni) è di certo manifesta a tutti così come dovrebbe essere intuitivo, data la molteplicità e diversità dei segnali, che la comunicazione tra cellule non può assolutamente avvenire esclusivamente a livello biochimico, come molte scuole di pensiero continuano ad insegnare, ma la parte basilare, di certo più delicata e sottile, viene affrontata grazie all’utilizzo di campi elettromagnetici informati emessi e ricevuti dalle cellule. Cellule quindi intelligenti in quanto informate che, solo in seguito alla ricezione di uno specifico messaggio in codice elettromagnetico, innescheranno le conosciute reazioni biologiche e chimiche per la produzione di polipeptidi, enzimi o quant’altro necessitasse in quel momento, in relazione alla loro particolare specializzazione, obbedendo sempre alla logica dell’ informazione centrale.
Per regolare tutto ciò sono appunto necessarie sofisticate centrali operative di smistamento degli stimoli, cioè delle informazioni, esattamente come avviene nelle moderne centrali telefoniche collegate tra loro che permettono di ottenere milioni e milioni di connessioni contemporaneamente in tutta la nostra penisola e da questa in tutto il mondo.
Queste centrali sono soprattutto localizzate nelle ghiandole nervose, nei gangli e nei plessi nervosi sparsi, strategicamente ed intelligentemente, nel nostro corpo.

Si pensi alla complessità della struttura della corteccia cerebrale, formata da concentrazioni altissime di neuroni che formano le cosiddette aree di associazione, dove ha luogo l’elaborazione sensoriale.
Studi su queste aree sono state compiute da R. Geerd Hamer, incredibile e geniale quanto intuitivo scienziato tedesco che, leggendo ed interpretando TAC e Radiografie cerebrali, riesce a prevedere o diagnosticare patologie tumorali compresa causa e localizzazione.
La sua espulsione dall’Ordine dei Medici e la sua persecuzione, inseguito come un criminale dall’Interpol fino all’attuale incarceramento in un carcere di massima sicurezza in Francia, ha precluso alla scienza ortodossa di confrontarsi, serenamente, con le sue intuizioni e scoperte ed osservare il problema da un’altra angolatura, mettendo in mostra ignominiosamente la famosa superstizione scientifica.
Del resto, lasciando le polemiche che non fanno di certo tornare i giudici tedeschi sui loro passi, è doveroso soffermarci sull’attività elettromagnetica del cervello che garantisce l’impronta peculiare dell’individuo e le qualità della psiche, intesa qui come unità intelligente e cosciente di comunicazione tra mondo interno e mondo interno e tra il mondo interno al mondo esterno.
Il DNA nucleico funge, esattamente come quello dei Virus, da antenna a banda larga che seleziona le informazioni che viaggiano sulla portante del campo elettromagnetico generato da cellule specializzate in questo caso nell’area cerebrale al fine di informare il sistema biologico di qualsiasi accadimento positivo o negativo, interno od esterno...

DNA come antenna a banda larga
Queste informazioni, attraverso un codice leggibile ed interpretabile dai meccanismi cellulari grazie all’antenna DNA, provocheranno quindi reazioni biochimiche di vario tipo nelle cellule specializzate poste nei vari organi ed apparati, da quelle di allarme a quelle sessuali, da quelle metaboliche a quelle riparative, e così via dicendo.
La Neuropsichiatria ha in uso una strumentazione significativa in relazione a quanto vi sto dicendo che si chiama elettroencefalografo. Questo non è altro che un ricevitore o per dirla semplicemente un lettore o captatore del linguaggio cerebrale in codice attraverso i caratteristici segnali, quelli più evidenti e marcati rispetto a moltissimi altri emessi dal cervello. Questi segnali sono le famose onde alfa, beta, teta e delta che, analizzati e decifrati attentamente, danno allo specialista varie ed utili informazioni sullo stato di salute del cervello comprese le sue componenti funzionali. Si può ricavarne un infinità di dati utili anche allo psichiatra ed allo psicologo.
Anche gli scettici dovranno quindi ammettere che il cervello emette delle radiazioni cioè qualcosa che si avvicina molto a comunicazioni in codice cioè informazioni. Queste non percorreranno solamente le vie nervose, attraverso gli assoni, protetti da guaina mielinica, proprio come i fili interrati della Telecom, oppure i meridiani dell’agopuntura come le vecchie linee sospese della Telecom nelle campagne e nei paesi ma possono percorrere lo spazio, via etere cioè lungo i nostri corpi eterici ed astrali, esattamente come ci dimostra la recente tecnologia che ci ha reso possibile l’ utilizzo dei telefoni portatili.
Ulteriore riscontro di queste capacità elettromagnetiche informative lo notiamo negli esperimenti che sono stati effettuati in America e specie in Russia (I. Fodev) ed anche in Italia da A. Tedeschi (la sincronia dinamica delle frequenze cerebrali) che dimostrano che il cervello è in grado di interagire tramite le proprie bioradiazioni con quelle emesse da altri esseri nelle vicinanze.
La cellula, per ottemperare a quanto detto sulle emissioni di particolari radiazioni , deve per forza “oscillare” e come diceva l’indimenticabile G.Lakhovsky: ”La cellula e specialmente il suo nucleo presenta la proprietà di un oscillatore di varie lunghezze d’onda.....quindi ogni essere vivente aggregato di cellule è sede di oscillazioni elettriche.”.....

Studiando questi fenomeni i ricercatori tedeschi Reiter e Gabor hanno dimostrato che i tumori emettono particolari radiazioni proprio come sperimentò A. Abrams, neurologo statunitense, che fu uno dei primi medici ad intuire l’importanza della attualmente riconosciuta medicina di risonanza, indagò sulle radiazioni emesse da tessuti tumorali e la registrazione da parte del sistema nervoso di queste “rate di vibrazioni”.
Posso confermare, come del resto affermava Abrams che il corpo umano sarebbe una macchina elettrica molto complessa. I suoi esperimenti hanno dimostrato che ogni malattia ha una propria radiazione , uniforme ed invariabile, che lui definisce appunto “rata di vibrazione”.

Alle medesime conclusioni sono giunti i tedeschi Reinhold Voll e Morell e quindi Kramer dal 1958 per finire con Schimmel grazie all’invenzione di strumentazioni bioelettroniche sofisticate come l’EAV cioè il famoso elettro-organometro di Voll , il Vegatest di Schimmel, la Mora di Morell ecc..
Partendo dalla osservazione che ogni medicinale ed in particolare i rimedi omeopatici possiedono ed irradiano oscillazioni elettromagnetiche, hanno cioè una memoria elettronica hanno notato che anche il corpo ed in particolare le cellule dei vari organi reagiscono come se capissero la logica delle emissioni elettromagnetiche interagendo intelligentemente con i rimedi proposti attraverso l’uso di queste strumentazioni.
Tornando alla rata di vibrazione, Abrams aveva, già nei primi del 900, provato che ciascuna è specifica di quella e solo quella malattia, dei germi e parassiti che la causano e delle tossine emesse da questi ultimi.
Per quanto riguarda ad esempio un determinato tessuto canceroso, dopo averne stabilito la relativa rata di vibrazione, il neurologo ha sottoposto questo ad una rata di vibrazione identica prodotta da uno strumento, chiamato “Oscilloclasto”, capace di suddividere una normale corrente alternata in varie frequenze vibratorie, misurabili con lo stesso strumento utilizzato per determinare la misura della frequenza della patologia cancerosa stessa.

Fatto ciò ha riscontrato che questa ha l’effetto di annullare la reazione provocata dal tessuto stesso. Vale a dire che quando ha trovato una frequenza che suscitava la stessa reazione indotta dal campione del tessuto canceroso ha applicato la ”rata vibratoria” al tessuto ed ha riscontrato che questa era capace di annientare la reazione provocata dal tessuto.
Quello che succedeva con il tessuto canceroso avveniva anche con ogni tipo di infezione batterica. Questi esperimenti si possono ricondurre alle leggi fisiche della trasmissione sonora (leggi di risonanza). Pare che Abrams, nel sostenere e dimostrare la sua tesi, abbia raccontato di aver avuto modo di incontrare, ad una festa, il grande cantante lirico Caruso che, dopo aver fatto risuonare con il suo dito un bicchiere di cristallo, per identificare la nota musicale alla quale vibrava, aveva poi cantato la stessa nota fino a rompere il bicchiere stesso. Poteva la medesima cosa avvenire ai batteri, ai virus o ai parassiti così come alle cellule dei tessuti malati, cancro compreso?
Come riportato da U. Sinclair nel giugno 1922 (The house of wonder. An account of the Revolutionary Discover of Dr. A. Abrams, the diagnosis of disease from the radio activity of the blood) e riportato con dovizia di particolari in Terapie Vibrazionali di Roberto Tresoldi Ed. Tecniche Nuove:
”...Abrams ritiene che questo sia ciò che avviene ai “germi” della malattia o meglio ai milioni e milioni di elettroni orbitanti che ne compongono la struttura molecolare. Le vibrazioni vengono intensificate, gli elettroni vengono separati e ciò che erano i germi della malattia diventano qualcosa di diverso...”.

Presumo che, sia il dr. Robert C. Beck con l’ideazione dello Zapper di Beck (riportato nei particolari tecnici nel numero 20 della rivista Nexus New Times Magazine) che la dott.ssa R.Clark (prima ideatrice e sperimentatrice dello Zapper) abbiano letto, studiato ed approfondito le ricerche di Abrams in quanto il metodo da loro inventato e sviluppato, in tempi e con modalità diverse (chiamato Zapping) parte proprio da questi principi teorici. Sono partito anche da osservazioni di carattere strettamente Psicosomatico; ho osservato infatti su diversi pazienti mediante l’interpretazione di test proiettivi in batteria quali i Tests di McHover, di Koch, PdS, Rorschach, TAT ed altri ancora, una mancanza di equilibrate relazioni con la propria identità corporea, riferendomi in particolare a certi organi ben indicati con un test colore tratto da una modifica intuitiva, da parte del sottoscritto, dei tests di Luscher e di McHover.

Nei pazienti tumorali il rapporto percettivo con l’organo o gli organi colpiti risultava, nei test proiettivi, sensibilmente alterato, vuoi come abbiamo visto per una distorta percezione di se e della propria identità in rapporto all’ambiente con somatizzazioni d’ansia (nevrosi d’organo), vuoi per dirla come il Dr. Eduard Bach, a causa dello stato d’animo spirituale, abituale o transitorio in cui si trova il paziente.
Somatizzazioni post traumatiche, da lutto non elaborato, da fallimento, da abbandono, da conflitti interpersonali, da stress ripetuti ecc... sono risultati e dati che chiunque è in grado di giudicare solo con la semplice osservazione
di parenti od amici nei loro momenti critici, durante le loro malattie.
La letteratura in Psicologia e Psicosomatica è ricchissima di questi riferimenti, di tali prove scientifiche, una per tutte sono le straordinarie ricerche di T. H. Holmes prima (1967) e di L. O. Speciani in seguito, sull’incidenza del Carico Psicosomatico sull’uomo, con tabelle interessanti ed esplicative (vedi L’Uomo senza futuro di L. O.Speciani Ed. Mursia ). Misurazioni delle variazioni del “tono psicosomatico basale” danno preziose indicazioni sul carico stressante che potrà influire su uno o più organi analoghi e correlati alla problematica conflittuale; ad esempio uno stress affettivo coinvolge il cuore, il terrore od uno spavento non compensato coinvolge il rene e così via.
Del resto E. Bach, come i cultori della Medicine Tradizionali Cinese ed Orientali in genere e per fortuna ultimamente anche un numero sempre maggiore di medici e psicosomatisti, indicano negli organi umani, che sono in un certo senso intelligenti la sede di sentimenti, ad esempio:



E così via... ma ora facciamo un esempio classico
Quando i sentimenti (da sentio cioè percepisco) sono feriti o quando non rispettiamo il nostro essere lasciandoci trascinare da passioni o emozioni incontrollate, veniamo indotti a compiere “errori di vita” che una parte di noi, nel nostro profondo, non è in grado di perdonarci facilmente.
Il nostro equilibrio naturale cioè la nostra ”centratura” viene così alterata creando una disarmonia, più o meno importante, in uno o più organi analoghi al tema emotivo del conflitto e simbolicamente correlati.
Allo scopo si potranno consultare le tabelle che si riferiscono alla Teoria dei Cinque Elementi che sta alla base della più che millenaria tradizione medica cinese.
Si potrà qui notare come è labile e quasi inesistente il confine tra Organi, Sentimenti, Spazio, Tempo, Colori e Simbologie Analogiche; come la realtà esistente ed inesistente cioè visibile ed invisibile partecipa a vitalizzare quella struttura dinamica ed evolutiva che chiameremo olistica per cui la più piccola parte rappresenta il tutto ed il tutto è simbolicamente sentito ed identificato nel momento in cui, in meditazione, diventi tu stesso la “percezione”, il “sentire”.

Compito di ogni buon Terapeuta sarà quello di ripristinare l’equilibrio psicoenergetico tra centralità (cervello-psiche) ed organi e tanto più precoce sarà l’intervento tanto maggiori saranno i risultati per non permettere un’evoluzione verso patologie terminali.
Ma tutto questo non basta ancora per illuminarci e farci capire come mai la cellula umana, ad un certo punto, degenera.
Quello che è certo e comprovato è il fatto che tenderà a manifestarsi, grazie a questo difficoltoso od alterato controllo mentale od emozionale del corpo, una più o meno importante “debolezza d’organo” dato basilare per la comprensione di un processo che definirei una “alterazione informativa”.
Ogni cellula vivente emette, come dimostra anche F.Popp, particolari radiazioni cioè frequenze che possiamo misurare con varie apparecchiature e con varie unità di misura dagli Angstrom agli Herz.
Alcuni ricercatori e scienziati stanno usando strumentazioni che si basano appunto sulla Medicina di Risonanza individuando protocolli e tabelle per l’impiego di frequenze hertziane, a scopo terapeutico, cioè indicanti le frequenze più adatte alla terapia delle più svariate patologie e questo mi basta per affermare che:

“la malattia è sempre riscontrabile quando uno o più segnali elettromagnetici contenenti informazioni distorte o alterate e comunque non biocompatibili, ricevuti od emessi da cellule o gruppi di cellule, non più correttamente informate dai meccanismi di bioregolazione centrale oppure danneggiate irreversibilmente da tossine, materiale virale, viroidi, veleni o tossici, metalli pesanti, traumi anche psichici, stress elettromagnetici e geopatici ecc... creano ed impongono un disordine informativo grave e ripetuto nel tempo che coinvolgerà a cascata uno o più distretti corporei”.

Orbene, con una attenta sperimentazione da me effettuata, tramite un sofisticato strumento biocibernetico e diagnostico russo, che si chiama Amsat-test (mi viene detto essere derivato da tecnologie spaziali sovietiche), e tramite il Vega-Test e Vega-Check, di tecnologia germanica, ho evidenziato che uno o più organi, presumibilmente stressati e mal informati da tempo, cessavano di vibrare regolarmente cioè di emettere la loro abituale voce elettromagnetica. Il campo vibrazionale tradizionale era come spento, disattivato e cioè “muto”.
In un certo senso si “paralizzavano” non reagendo nemmeno ai particolari stimoli elettrici prodotti ed utilizzati dall’apparecchiatura, per una corretta mappatura elettromagnetica di stima delle zone biologicamente attive, che rappresentano cioè l’evidenza dello stato bioenergetico degli organi e tessuti collegati, ovviamente con diversigradi di deviazione rispetto alla norma.
Gli organi rimanevano, per così dire, muti: non erano più controllabili e gestibili dal sistema centrale di controllo informativo.
Non parlo di anestesia nervosa periferica, sia beninteso, ma di una sorta di “vuoto di potere” per cui questi insiemi coerenti di cellule, collegate tra di loro, in un patto di azione comune per uno scopo comune, in quel momento o non ricevevano corrette informazioni dalla “direzione centrale” cerebrale su cosa fare, su come agire cioè duplicarsi, nutrirsi, quali sostanze produrre per il metabolismo o catabolismo, attivando i mitocondri per la produzione di ATP o altro ancora.
Forse qualcosa aveva bloccato temporaneamente o per sempre la loro capacità di rapportarsi a livello bioelettronico, attraverso i tre livelli di comunicazione già descritti, con i nuclei di regolazione centrali.
Bastano poche cellule cioè le recettrici dell’informazione malate o alterate per bloccare, per risonanza, tutto l’organo di cui fanno parte. Ho testato questi organi divenuti ”muti” con varie altre strumentazioni quali il Vega-Test, l’EAV di Voll, ecc.... ma anche con strumenti soggettivi e poco scientifici ma molto pratici ed emozionali come l’Aurometro, il Biotensore, ecc...ed ho sempre riscontrato lo stesso dato:

L’organo è muto, come paralizzato, inerte ed il suo funzionamento è passivo, automatico, si comporta cioè come una autovettura in ”folle“ il cui motore gira, funziona, si scalda, consuma benzina ed olio ma non serve a nulla, tanto meno al proprietario in quanto non lo può condurre in alcuna direzione. Emette una frequenza di valore diverso di quello che ci si aspetterebbe e qui gli esperimenti di Abrams possono confermarlo.
Sembra un organo normale e funzionante a chiunque si avvicini ad esaminarlo, auscultarlo, radiografarlo, ecografarlo e così via; persino agli esami clinici, biochimici ed ematochimici risulterà ”nella norma” in quanto le cellule che lo costituiscono non sono morte, funzionano regolarmente ma sono come in “folle”.

Quindi è lecito dedurre che in esso potrebbe essersi instaurato come un blocco informativo, tanto è vero che comincerà ad emettere segnali biofrequenziali, come abbiamo visto, diversi da quelli biologici ed armonici originali esattamente come farebbe il navigante sperduto in mare durante una tempesta che, non riuscendo più a contattare gli organi portuali preposti per chiedere soccorso, con l’aiuto della ricetrasmittente di bordo in dotazione, tramite la frequenza di base ufficiale, incomincerà a scanalare varie bande, affannosamente e con ansia crescente, nel tentativo disperato di trovare qualcuno o qualche “fonte di informazione” che gli possa dare qualche direttiva, qualche indicazione.
Quest’organo disinformato è entrato in una particolare dinamica biofisica che qui definirei dinamica psicobioenergetica che sfuggirà ad ogni tipo di ricerca biochimica ortodossa ma non passerà inosservata alle fini ricerche condotte dalla medicina funzionale e di risonanza, dalla biocibernetica, dalla bioelettronica, dalla biofisica quantistica e dalle ricerche radioestesiche e radioniche avanzate.
Tutto questo creerà nell’organo, che a questo punto posso considerare già ammalato, uno stato che mi piace sempre più definire, ovviamente in chiave simbolica, il terreno del vuoto di potere.

Cosa provoca nelle cellule questo blocco, questa paralisi?
Tante possono essere le cause di perturbazione bioenergetica che sono addirittura in grado, in laboratorio, di provocare una diminuzione degli scambi di membrana riducendo a poco a poco la differenza di potenziale di membrana della cellula.
Per meglio comprendere cosa significhi “interferenza informativa” vorrei sottolineare che moltissimi inquinanti posseggono come ogni materia una loro ben specifica frequenza vibrazionale, cioè una loro specifica voce che può armonizzarsi o contrastare fortemente quella dell’organo inquinato.
Ovviamente più fattori concomitanti non potranno che peggiorare la situazione cioè intervenire ancor più pesantemente sulla intelligenza informatica cellulare e sui colloqui in codice tra cellule sia attraverso membrana sia attraverso le vie nervose o riflesse.
Del resto, per non spaventare ulteriormente il lettore devo rassicurarlo che l’uomo possiede vari ed efficacissimi meccanismi di riparazione cellulare (riparo cellulare), disseminati dovunque e sotto la direzione centrale che si attivano automaticamente soprattutto di notte, sotto l’influenza delle onde cerebrali delta (0.8-3 Hz) coinvolgendo l’epifisi con la produzione di Melatonina (ricordate come questa è fondamentale per il metodo MDB del Prof. Di Bella?) ed altre strutture nervose e ghiandolari. Questi meccanismi fisico-chimici riescono quasi sempre a rimediare anche i più complessi danni nucleari (DNA), cellulari, mitocondriali (ciclo di Krebs), funzionali e strutturali.
Questi ultimi concetti ci devono fare meditare che tutto, in fin dei conti, dipende dal nostro cervello quindi dalla nostra mente, vale a dire la psiche che è collegata con i livelli emotivi profondi ma anche con quelli spirituali.
Psiche che, come abbiamo visto più sopra, gestisce direttamente i sentimenti, i conflitti od emozioni ancheantichissimi che proiettati, come cita la scienza psicosomatica, per analogia funzionale o simbolica, rendono una o più parti del corpo ed i rispettivi organi molto più sensibili, visto il carico di informazioni che, nel caso ad esempio di conflitti, sono dichiaratamente ostili, negative e distruttive e vengono automaticamente ma inevitabilmente proiettate su di essi ( si ricordi al riguardo cosa scriveva il Dr. E. Bach).

Per sottolineare il collegamento tra mente e corpo vi propongo alcuni esempi di banali frasi (parola è vibrazione e comunicazione) che stanno ad indicare cosa significa il termine “proiezione analogica organica”. Si può comprendere meglio come il corpo fisico è sempre in stretto contatto analogico e simbolico con quello psichico e spirituale:

“se continui così mi spezzerai il cuore... le tue parole mi bruciano ancora... mi stanno sullo stomaco... mi fischiano ancora le orecchie e così via”.

E’ elementare quindi come l’organo, indebolito dalla sua stessa centralità, che non invia più informazioni armoniche, biologiche ed equilibrate diventa più sensibile a questo o quell’ inquinante, a questo o quel tossico, come cita la teoria del “locus minoris resistentiae” ampiamente riconosciuta in tutte le sedi scientifiche.
Partendo sempre dal presupposto che la casualità, in questo mondo, non esiste, noteremo che la proiezione analogica porterà l’uomo a vivere, ad esempio, in un contesto pericoloso o alimentarsi di cibi perlomeno sospetti oppure abitare in luoghi nei quali molti altri mai avrebbero gradito soggiornare perché spinto da quel misterioso richiamo interiore di risonanza psichica che detta scelte, abitudini, inclinazioni, gusti alimentari ma anche i comportamenti sociali che sono alla base di quelli che si definiscono, in termini psicologici, test proiettivi di personalità.
Quando i citati meccanismi di riparazione cellulare e funzionale non riescono ad assolvere il loro difficile ma insostituibile compito, a causa del protrarsi nel tempo delle perturbazioni fisiche e psichiche o quando queste sono massive e non più tollerabili per l’economia energetica dell’organo colpito, avremo dapprima uno stress cellulare, quindi una paralisi informativa ed infine uno stato di inerzia energetica che ho riscontrato sperimentalmente e chiamato vuoto di potere.
In questo stato vibrazionale alterato le cellule recettrici e direttrici di riferimento si aspettano che “qualcuno” intervenga per reinformarle correttamente esattamente come il navigatore della nostra storia che attende un
qualsiasi segnale per avere una ben precisa rotta da seguire.
Questo qualcuno potrebbe essere anche un “essere” intelligente, con un sistema nervoso e cellule direttive ben funzionanti che ha come scopo principale la sopravvivenza e propagazione della sua specie. Un essere alieno risoluto nel trovare uno spazio in cui vivere, nutrirsi, procreare e da una sede ben definita magari cercare di far migrare i propri figli per fondare nuove colonie, in luoghi anche lontani.
Potrebbe essere qualche Virus?
Pensandoci e studiando il loro spettro frequenziale direi proprio di no, troppo debole; forse qualche Batterio?
Anche qui la risposta, dopo lunghe ricerche, è negativa. Pensando ai miceti, cioè ai funghi (Candida Alb.), la ricerca si è fatta più interessante in quanto quasi la totalità dei pazienti tumorali presenta nell’intestino (ma non solo) un elevato titolo di colonie di miceti la cui presenza è sempre stata messa in relazione con i gravi problemi immunitari degli stessi che sarebbero la causa di una disbiosi intestinale cioè di una patologia della flora batterica intestinale con alterazione graduale della funzionalità del sistema immunolinfatico intestinale che conduce a lungo andare al blocco del MALT (Tessuto Linfatico Associato alla Mucosa).
Ma anche per i miceti la risposta ai miei interrogativi è stata decisamente negativa anche se posso affermare che la presenza di questi miceti potrebbe essere il terreno adatto alla sopravvivenza e lo sviluppo degli “esseri intelligenti” (essendo dai miceti minata la base del nostro sistema difensivo). Questi esseri potrebbero dirigere, con i loro impulsi direttivi vitali, le operazioni che convertiranno le cellule sane ma non più informate ad una sudditanza energetico-informativa tanto da farle regredire ad uno stato di cellule simil-embrionali cioè cellule indifferenziate adatte quindi ad essere nuovamente informate. Esse sono strutturate esattamente come quelle da cui discendiamo e cioè le cellule embrionali. Queste ultime saranno quindi condizionate da un impulso irrefrenabile a duplicarsi, ad invadere tessuti confinanti, ad espandersi quasi a riformare un nuovo essere mostruoso, sotto una direzione aliena che vuole la sconfitta di un nemico che, con i suoi meccanismi immunitari di riparo (ecco che la presenza di miceti intestinali è utilissima agli alieni) con farmaci od altro vuole solo la sua morte.

Parassiti come elementi di disturbo
Questi Esseri alieni, con una volontà, sono i parassiti intestinali e quelli più tenaci ed intelligenti, con un sistema nervoso attivo e vivace, con un ciclo vitale che è in grado di diffondersi in moltissimi organi ed a stadi diversi, sono i Trematodi intestinali, tra questi i più pericolosi sono:

FASCIOLOPSIS BUSKI - FASCIOLA HEPATICA - EURYTEMA PANCREATICA - CLONORCHIS SINENSIS
Ha quindi ragione la scienziata americana dott.ssa H. Clark che, con le sue controverse ricerche sperimentali, ha in un certo senso confermato queste supposizioni. Cito anche dal suo libro “Il Cancro Prevenzione e Cura” Ed. AIEP testualmente:

“L’uomo è gravemente infestato dai trematodi: particolarmente il trematode intestinale Fasciolopsis Buskii, ma anche il trematode epatico della pecora Fasciola Hepatica, il trematode pancreatico del bestiame Eurytrema Pancreatica ed il trematode epatico umano Clonorchis Sinensis.”
E ancora:
“L’incremento registrato negli ultimi decenni è dovuto allo stabilirsi di una nuova “riserva biologica” nel bestiame, nel pollame e negli animali domestici”.

Alla presenza di certi solventi, questi trematodi possono completare il loro ciclo vitale all’interno del corpo umano non richiedendo una chiocciola come ospite intermedio, come essi abitualmente fanno. I solventi sono L’alcol Isopropilico, il benzene, il metanolo, lo xilene, il toluene ed altri che si trovano come residui nei cibi ed inquinano certi prodotti come il dentifricio, il collutorio, le lozioni ed i cosmetici. Questi solventi contaminano pure il mangime degli animali e così sono responsabili di avviare una nuova riserva o sorgente di infezione. I diversi solventi si accumulano preferenzialmente in organi differenti. L’alcol isopropilico si accumula nel fegato, favorendo il completarsi del ciclo vitale del Fasciolopsis in quest’organo. Esso instaura il processo canceroso e cioè la produzione di uno stimolante mitotico, l’orto-fosfo-tirosina.

L’orto-fosfo-tirosina e una varietà di fattori di crescita vengono prodotti negli organi affetti perché necessari al parassita che, involontariamente, coinvolge i tessuti dell’ uomo nella sua sfera di influenza.

(in questo non sono d’accordo viste anche le mie premesse, probabilmente l’autrice non è andata oltre l’esame biologico dei suoi risultati)

La presenza di un trematode adulto nel fegato segnala la produzione di orto-fosfo-tirosina in un organo distante.
Quest’organo sembra scelto in base alla presenza del rame ed un fungo, pure essi cancerogeni. (anche qui condivido solo in parte queste affermazioni) La differenza tra le persone che accumulano l’alcole isopropilico e quelle che lo metabolizzano prontamente sta nella presenza di aflatossina B nelle prime.
La coincidenza di aflatossina B ed alcol isopropilico nel fegato porta alla formazione di gonadotropina corionica umana HCG.
L’HCG si diffonde nel corpo ed è seguita dalla formazione di orto-fosfo-tirosina. Le aflatossine contaminano i cibi e possono essere anche prodotte in sito per la crescita del micelio di varietà di Aspergillo (vedi Bechamp ed Enderlein).
La crescita di tali miceli si è rilevata solo in presenza di rame!

La vitamina C aiuta la disintossicazione da aflatossina B. Questo può spiegare le osservazioni di Linus Pauling e di altri che sostengono come la vitamina C possa debellare alcuni tipi di cancro. (del resto ricordo che le ricerche del famoso Prof. L. Pantellini di Firenze e quelle del Prof. L. Oreste Speciani di Milano confermano come l’Ascorbato di potassio sia molto attivo su alcuni tipi di tumore e sia il miglior rimedio preventivo attualmente conosciuto; anche il compianto e mio carissimo amico Prof. Carlo Sirtori ha sempre raccomandato l’uso di vitamina C nelle sue lezioni magistrali).

“La rimozione dell’alcol isopropilico, rame e micotossine dall’alimentazione del paziente e la distruzione di tutti gli stadi del trematode, come pure l’eliminazione di carne poco cotta e di prodotti caseari non cotti nella dieta, permette di interrompere velocemente, generalmente meno di una settimana, il processo di formazione di ogni tipo di cancro. Il cancro può essere debellato in un tempo molto breve disinquinando il cibo degli animali, liberando gli animali domestici dai trematodi e monitorando tutto il cibo ed il mangime per individuare i solventi.
Nell’organismo affetto si possono individuare gli stadi di sviluppo del trematode intestinale, così nel sangue, nellatte , nella saliva, nello sperma e nell’urina, può essere osservato direttamente usando un microscopio di bassa potenza. Si capisce che questo parassita può essere trasmesso sessualmente e allattando. Comunque, il ricevente sviluppa il cancro solamente se l’alcol isopropilico è già presente nel suo corpo in seguito all’aflatossina...”

Dalla lettura di questo libro si apprende come tutti i tipi di cancro hanno un’origine comune perché provocati da un solo parassita: il trematode dell’intestino umano. Se viene soppresso questo parassita ed i suoi stadi di sviluppo, il cancro si arresta immediatamente.

Il tessuto torna gradualmente alla normalità.
La Dottoressa Hulda Clark, dopo anni di studi e ricerche di laboratorio, afferma che, per ammalarsi di cancro, si deve contrarre questo parassita... Potrebbe essere una delle verità su questa patologia, sempre più diffusa ma dalle origini mai ben definite e dimostrate.
Questa teoria, è vero che è suffragata da serie sperimentazioni e ricerche sul campo ( è importante comprendere sempre l’eziologia delle patologie) ma vi sono ancora lati oscuri e dubbi. Di certo i parassiti, come i riflessi delle somatizzazioni d’organo, giocano un ruolo primario nella genesi delle forme cancerose, delle cui cause vi sono molti lati occulti. Ho definito, in un mio volume, le patologie tumorali come patologie occulte, appunto perché occultate o nascoste dalla cecità causata dalle superstizioni scientifiche e da considerazioni spesso non legate alla verità.

di Claudio Viacava

Prof. Dott.Claudio Viacava PhD - Biologo, Naturopata, Psicologo e Psicoterapeuta è esperto in Psicologia del Benessere e Psicologia Clinica e Docente presso Università Internazionali alle Facoltà di Medicina e Chirurgia e Istituti di formazione professionale in Medicine Complementari. Si è occupato, come ricercatore, di Virologia ed Ecologia ambientale dal 1974 e quindi di Psicobiologia dal 1979. Grazie a queste ricerche, alle pubblicazioni scientifiche ed alle numerose docenze presso vari Atenei nazionali ed internazionali è stato nominato, nel 1990: “Onorevole Senatore Accademico ” dell’Accademia Medicea di Firenze, con il placet scientifico e culturale del Prof. Carlo Sirtori. E’ autore di dispense e pubblicazioni didattiche in Biologia, Geobiologia, Psicosomatica, Naturopatia,
Bioenergetica e Sessuologia e di alcuni libri, di larga diffusione tra cui:
 
Principali pubblicazioni

  • Onde Elettromagnetiche: l'invisibile e la nostra salute
  • I e II Edizione: Edizioni Xenia Milano 1996.
  • Le Medicine Complementari:Edizioni G.B. Padova 2000
  • Patologie Occulte: Macro Edizioni 2001
  • Cure Naturali per le malattie del nostro tempo: Macro Ed. 2002
  • Medicina dell’Habitat e Domoterapia: Edizioni MIR 2004
  • L'Acqua, la nostra miglior medicina: Macro Edizioni 2004
  • Nuove Tecnologie ed Antichi rimedi: Editoriale Delfino 2006.
  • Cure naturali e Medicine popolari: Editoriale Delfino 2008
  • La mia casa...la mia anima: Editoriale Delfino 2010
  • 2012? Cronaca di una rinascita: di 400 pagine, scaricabile gratuitamente dal sito: www.viacavaclaudio.it

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