domenica 28 febbraio 2016

MISTERI BULGARI

Le  misteriose storie che circolano  in alcune zone balcaniche della Bulgaria, Romania e Serbia hanno un fascino particolare e presentano strane similitudini. Questi racconti sono così fantasiosi da sembrare trame di  film di fantascienza; ciò che li contraddistingue però è la presenza di riscontri e prove tangibili che dimostrano un fondo di verità.  In tutti questi racconti si intrecciano archeologia, servizi  segreti, fantascienza e paranormale. Ci sarebbe abbastanza materiale per una serie di puntate di X file. Personalmente ho già scritto del caso Tsarichina in Bulgaria e per chi desidera in rete si possono trovare  informazioni su strani accadimenti nei Monti Bucegi (Romania).   In questo articolo tratterò della misteriosa area  di Strandzha in Bulgaria. Ciò che riporterò in questo documento è il risultato di molte ricerche e devo dire che ho incontrato molte difficoltà in particolare per il fatto che quasi tutto il materiale è redatto in Bulgaro e solo in parte in un inglese molto approssimativo, mi auguro di avere interpretato correttamente il materiale consultato.







Strandzha è una località ai confini della Turchia anticamente abitata dai Traci che erano secondo Erodoto un popolo numerosissimo e potente. I dintorni di Strandzha sono ricchissimi di reperti archeologici che in gran parte non ancora stati riportati alla luce.
“Tra i miti e le leggende di cui sono piene le montagne di Strandzha, forse la più misteriosa è la storia di una necropoli della dea Egiziana Bastet. La tradizione dice che  chiunque disturbi la pace della Dea sarà colpito dalla sua maledizione.”  Si racconta  nel libro di Mutafchiev  “Homo sapiens le origini dell’homo sapiens”







Malko Tarnovo è l’unica città nella parte  Bulgara delle montagne Strandzha; conta più o meno 3000 abitanti e si trova a 10 km dal confine turco.  In questo luogo sembra di essere in un universo parallelo. In Strandzha il tempo  pare seguire regole diverse.  Le antiche credenze pagane non sono mai state completamente superate e la cristianità  non è riuscita a fare breccia completamente nei cuori degli abitanti locali, così a Malko Tarnovo si trova una chiesa ortodossa una cattolica e alcune protestanti. In questa miscellanea di religioni, c’è  chi continua a credere  alla  leggenda che sulle pendici del monte sia nascosto un sarcofago egizio recanti incisi importati  segreti che riguardano il  genere umano. Si tratterebbe della misteriosa tomba della dea egiziana Bastet che secondo la tradizione porterebbe con se addirittura dei messaggi  alieni e  chissà cosa ancora.



La cima di Glyamo Gradishte che si dice sembri una piramide.

Misteriosi scavi a Strandzha nel 1981

Era  l’anno 1981 e Todor Zhivkov  era a capo indiscusso della nazione Bulgara; sua figlia ricopriva la duplice carica di ministro della cultura e membro del più alto organo del partito: il politburo.
In quello stesso anno erano in corso le celebrazioni per commemorare il 1300° anniversario dello Stato  bulgaro ed erano state stanziate ingenti somme per le celebrazioni con organizzazioni di fastosi  eventi.  Nella primavera dello stesso anno vicino alle recinzioni che delimitavano  il confine con la Turchia, nei pressi di Malko Tarnovo  ebbe inizio una spedizione segreta e misteriosa allo scopo di ricercare la tomba della Dea Bastet e delle sue immense ricchezze.
Secondo alcuni tutto era partito  da  un misterioso ricercatore di tesori,  un  “archeologo nero”  di nome Mustafà che era entrato in possesso di una specie di  mappa scritta su una pelle di animale. Su di essa erano raffigurati disegni incomprensibili, forme geometriche e   caratteri sconosciuti.







 Il proprietario della pergamena aveva interpretato queste raffigurazioni come la rappresentazione del tesoro nascosto sulla montagna Strandzha, che si sarebbe trovato nella tomba di Bastet, la dea egiziana con la testa di gatto.
(ndr La dea Bastet, il cui nome significa “Signora delle bende”, è fra le più importanti deità delle antiche religioni ed è stata raffigurata originariamente da un corpo femminile con la testa di gatto e nei secoli seguenti, con la sua diffusione geografica semplicemente come un gatto. Nella sua definizione religiosa la dea ha un aspetto luminoso che irraggia un benefico calore ed è venerata per la sua potenza, bellezza, e agilità. In Egitto dove probabilmente ebbe origine questo mito la dea Bastet era considerata anche l’occhio che il dio Ra usava per sterminare i nemici in battaglia, successivamente e nel tempo la devozione a Bastet dall’Egitto si estese seppur con molte traformazioni e nomi diversi in Grecia, a Roma e appunto nell’area balcanica)
Egli  iniziò a cercare qualcuno che potesse  aiutarlo a  decifrare la scrittura sconosciuta sulla mappa, e la sua ricerca lo portò a interfacciarsi  con  l’Accademia Nazionale.  Da li il documento  arrivò  a Lyudmila Zhivkova che ne rimase molto colpita.  Secondo Krusty Mutafchiev consigliere di Lyudmila, nessuno era in grado di leggere quell’antica scrittura. Così si cercò aiuto presso la famosa veggente  e profetessa cieca Vanga.
C’è chi invece sostiene che Lyudmila Zhikova durante i suoi studi di specializzazione ad Oxford negli anni 70, abbia  avuto contatti con un alto rappresentante dei servizi segreti britannici, che l’avrebbe informata di alcuni rilevamenti  fatti con  sistemi ad onde sul territorio bulgaro. Questi studi avevano portato alla scoperta di una vera e propria cavità aperta di origine naturale  in Strandzha. Tornata in Bulgaria Lyudmila avrebbe incaricato il capo dei beni culturali “Krusty Mutafchiev" di organizzare una spedizione a Strandzha per trovare quel posto misterioso.  Nel frattempo Mustafa  aveva conseganto la  misteriosa pergamena  a Vanga per chiedere il suo parere. La mappa era poi  arrivata nelle mani della nipote di Vanga, Krasimira Stoyanova, che l’avrebbe consegnata a Lyudmila Zhivkova  raccontandole una storia misteriosa che in parte coincideva con quanto sostenuto dal rappresentante del Mi6.



foto della famosa veggente bulgara Vanga


 Idipendentemente da quale sia la versione più attendibile, dopo che Vanga venne  a contatto con la mappa, raccontò questa strana storia.
“La mappa indica la posizione della citta nella quale si trova  la tomba di una donna che tiene in mano uno scettro di materiale extraterrestre. Intorno ad esso sono sparse immense ricchezze: oro, oggetti e armi.
Molto molto tempo fa esseri magri e alti con i capelli neri arrivarono  dalle acque dell’Egitto erano  schiavi, soldati e  comandanti. Essi avevano portato con loro  un sarcofago di granito nero che  portava iscrizioni in un linguaggio incomprensibile. Una notte di buio e silenzio totale, la bara fu sotterrata nella terra e riempita con una grande quantità di terra.  E gli schiavi e tutti quelli che presero parte alla sepoltura del sarcofago furono uccisi per  preservare il segreto di dove si trovava la tomba, fino a che fosse arrivato il tempo perché il segreto della tomba potesse  essere svelato alle persone. Questo  messaggio millenario per  l’umanità  ha un  valore inestimabile. Il principale valore non è il sarcofago ma quello che esso  dice. Esso descrive la storia del mondo e copre duemila anni nel passato fino ai giorni nostri e il futuro dei prossimi duemila anni.”
Secondo la leggenda, il sarcofago conterrebbe i resti di  Bastet; una principessa Tracia locale, una semidea  con la testa da gatto  per metà umana  che era finita nell’antico Egitto. La  sua ultima volontà  fu di essere seppellita nella sua  città natale. La tomba fu costruita nel VIII  BC , fu seppellita a 6 mt di profondità  e poi riempita di tonnellate di terra  e rocce per nasconderla.
Vanga disse  che la dea seppellita teneva nelle sue mani incrociate sul petto  lo scettro che irradiava nello spazio un invisibile raggio di energia.
La veggente avvisò Zhivkov  circa il pericolo del  disturbare la dea,   inoltre disse  che ogni anno alla notte del 5 maggio, quando cade nel terreno il primo raggio  del sole e la prima luce della lune sul sito della sepoltura   avvenivano fenomeni miracolosi.
Secondo Vanga nella zona della sepoltura c’era  una strada che passava vicino al santuario del tempio,   la veggente tramite le sue visioni lesse simbolo  dopo  simbolo  per cercare di  trovare le indicazioni che permettevano di  arrivare fisicamente alla tomba.
Il primo era una roccia sul quale era scolpito un cane un’aquila e le quattro direzioni del mondo  (assi universali?) .
Tutta questa   misteriosa  storia raccontata  da  Vanga è riportata  in dettaglio nel libro “L’origine dell’Homo sapiens” di Krystju Mutafchiev. Per quanto riguarda la pergamena, Krystju Mutafchiev pensava che si trattasse di una mappa del cielo nella costellazione di Cepheus. Era sicuro che la vera tomba si trovasse nello spazio e che a Strandja esistesse solo una controparte speculare  terrestre. Secondo il documento  era costituita da una  stanza segreta, una stanza regolare con  un’entrata ellittica.


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foto che ritrae Lyudmilla  Zhivoka



Gli avvertimenti di Vanga però  ebbero il solo effetto di  eccitare la curiosità di  Lyudmila Zhivoka.  Lyudmila era abbastanza conosciuta per la sua passione per l’occulto e i misteri, ed  fu molto affascinata da tutte quelle storie  e decise comunque di organizzare  una spedizione alla misteriosa Strandja, una zona pattugliata pesantemente dalle truppe di confine, scarsamente  popolata.  Non poteva  mettere a conoscenza ne il ministro dell’interno Dimitar Stoyanov ne i servizi segreti. Il suo uomo di fiducia Krastev Mutafchieva organizzò immediatamente una spedizione composta da cinque membri  per fare delle ricerche nell’area. Del team  facevano parte la nipote di Vanga Krasimira Stoyanova, (che divenne poi dipendente della commissione cultura) l’archeologa  Ilya Prokpov (che divenne poi drettore del NIM) il  giornalista investigativo Tseko Etropolski e il pilota Ivan Nikolov. Si dice che ci fosse un sesto uomo  chiamato Geroge Пантов ingegnere capo della miniera “Mladenovo”  nei pressi di Malko Tarnovo.
La spedizione fu preparata in completa  segretezza , aiutati dal fatto che l’area di ricerca si trovava in una zona di confine con accesso limitato.  La spedizione arrivò nella città di Malko Tarnovo il 4  aprile, esattamente   a 6 km da Malko Tarnovo e a 1,5 km dal posto di blocco doganale con la Turchia. Nei pressi della zona pesantemente  fortificato di confine bulgaro turco.  Nonostante la pioggia torrenziale  i ricercatori raggiunsero  il dirupo  mostrato nella vecchia mappa e accesero il fuoco per asciugarsi e aspettare  il sorgere del sole.  All’alba il sole non era ancora apparso sul dirupo. Essi videro  una rocca con  tre “cerchi solari” scolpiti su essa disposti  in  forma di triangolo rovesciato, la pietra era in piedi su un prato dell’altopiano.


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cerchi solari scolpiti nella roccia



Quando il primo raggio del sole inizio a muoversi giù  dalla cima del dirupo e allo stesso tempo da sinistra a destra, sequenzialmente  si illuminarono i circoli solari descrivendo un triangolo di luce. Andò avanti così per una ventina di minuti dopo i quali l’intera roccia fu bagnata dal sole.
I membri della spedizione furono eccitati tutto il giorno  per l’accaduto e discussero  su quanto avevano visto provando a determinare se si fosse trattato di un fenomeno casuale  o meno. E erano in attesa di vedere se la notte presentava una ulteriore sorpresa  con l’apparire  della luna  la sorella del sole.
Venne la sera e ancora prima dell’arrivo del buio inizio una forte pioggia . Non appena fece buio i ricercatori si ritrovarono ancora una volta in piedi davanti alla roccia. Il cielo si schiarì gradualmente e attorno alle nove iniziò lo spettacolo. Non si sa come ma sulla roccia era arrivato il raggio di luna e come il sole sempre dall’alto verso il basso e da sinistra a destra tutta scavata  nei circoli della roccia e scomparve. I membri della spedizione rimasero immobili  a fissare chiedendosi cosa potesse significare . Poi cominciò l’incredibile. La parete di roccia di fronte alla quale si trovavano i ricercatori improvvisamente  si illuminò l’interno divenne come lo schermo in bianco e nero di una tv  e apparve l’immagine di due figure. Uno era un uomo anziano vestito in una lunga tunica. Nella mano destra tesa il vecchio teneva un oggetto rotondo. Più in altro alla destra sopra di lui c’era la figura di un faraone come viene comunemente raffigurato, un giovane uomo seduto su un trono.  Per piu di venti minuti i partecipanti alla spedizioni rimasero incantati da quella visione che poi a poco a poco sbiadì  e tutto  tornò buio. (ndr Krasimira Stoyanova sosteneva che non fosse stato il 10 aprile bensi  il 5 maggio). Mutafchiev disse che lui e i suoi colleghi rabbrividirono di terrore e furono incapaci di muoversi  finchè  le immagini  non sparirono. Poi  tornarono in fretta alla città vicino al confine. Quando ritornarono da Vanga e gli raccontarono l’avvenuto lei li rassicurò che erano solo delle proiezioni olografiche, grandi uomini di un’altra civilizzazione distanti anni luce da noi. Qualche cosa appariva sempre alla notte o in  certi specifici  giorni durante l‘anno.
Lliya PetkovIl primo segretario del partito comunista di Obk nel  Malko Tarnovo,  aiutò con la parte organizzativa e logisctica, fornendo le macchine per movimento terra e gli alloggi, ma gli fu detto di stare in disparte e non discutere  delle  ragioni della spedizione.
L’intera operazione fu condotta in tale segretezza che il noto archeologo Alexander Fol che si trovava poco distante lavorando con i suoi studenti agli scavi della tomba Tracia a Mishkova Niva,  venne a sapere cosa era successo  solo anni dopo.


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Resti della tomba di Mishkova Niva



 Secondo lui e la  moglie Valeria Fol, quello che avvenne  a Malko Tarnovo era molto di più che una  spedizione alla ricerca di un tesoro. Essi si aspettavano di trovare degli artefatti  da poter dare a terzi per essere venduti.
La settimana seguente al misterioso avvistamento, i ricercatori ritornarono sulla collina per iniziare gli scavi, equipaggiati con tutta la tecnologia e i mezzi necessari. Ma essi non si consultarono con Vanga  e fecero detonare l’entrata della caverna. Qualsiasi cosa fosse la distrussero. C’era una iscrizione dentro che fu anch’essa distrutta. Secondo una versione non confermata dopo l’esplosione dell’entrata, si trovarono in un’altra caverna più profonda, chiusa da una elaborata pietra rettangolare.  Nel tunnel furono trovate  delle maniglie di ferro arrugginite degli strumenti e una puleggia..   A parte questo il gruppo trovò un cancello che conduceva ad un profondo tunnel scavato nella montagna. Trovarono due pietre di granito nero sulle quali erano scolpiti  profili di uomini, e un poliedro di 12 lati. Gli archeologi  ritenevano che si trattasse di materiale di valore e che fosse una specie di  sistema per memorizzare  dei dati come al giorno d’oggi possono essere i microchip.  I reperti furono  immediatamente inviati alla ex DDR per essere analizzati, che fine fecero e quale fu il risultato dello studio non è chiaro visto che tutti i documenti di quel tempo furono strettamente classificati. Il gruppo continuò a scendere e trovò un’altra cosa interessante. Circa due metri dopo l’entrata  trovarono  un buco a forma di cerchio nel pavimento, era una specie di pozzo riempito con pietrisco. Sulle rocce del Monte Gradiste essi trovarono strane frecce che indicavano direzioni e segni che sembravano indicazioni in un antica scrittura identiche a quelle che erano riportate nella vecchia  carta pergamena. Oggi si crede che in Strandja furono trovati dei resti  e altri manufatti che sono conservati in grande segreto da qualche parte ma che difficilmente torneranno alla luce.
Nonostante la segretezza del progetto, qualche  informazione sugli strani ritrovamenti arrivarono alle orecchie del servizio di sicurezza dello stato e essi presero gli oggetti sotto il loro controllo. Per molto tempo l’area fu transennata dai militari e un ufficiale di frontiera aveva il compito di scrivere una relazione su quella spedizione   così avvolta nel mistero.  Secondo lui come sosteneva  il professore Fol, la spedizione stava cercando dei tesori. Alla ricerca aveva partecipato anche  una vettura con targa austriaca che sarebbe servita per l’esportazione dei reperti antichi, dato che l’Austria era rimasta neutrale durante la guerra fredda. E’ interessante come una macchina con la targa straniera avesse raggiunto quel luogo remoto e ben pattugliato  senza che nessuno ne venisse a conoscenza, dato che prima del 1989 quella era una delle zone piu gelosamente costudita  in bulgaria. La  spedizione in se durò circa tre mesi con le interruzioni. Durante questo periodo i partecipanti furono alloggiati in un motel vicino a Malko Tarnovo o dormirono negli accampamenti vicino al sito. Ciò che fu trovato e sottratto non si sa. Anche se si dice che tra le altre cose sia stato trovato un calendario globale scritto su tavolette di pietra. Naturalmente questo non puo essere confermato da nessuno. Si sa che raggiunsero una profondità di quattro metri. Krasimira Stoyanova stessa affermò che la caverna fu successivamente distrutta  assieme alla mappa del tesoro.
Malko sositene  che da quel luogo partirono camion sigillati pieni d’oro,  ma questi sono solo voci perché nessuno ha visto nulla.  I lavoratori locali che furono coinvolti come guardie o come uomini di fatica per  spostare i detriti, non hanno condiviso nulla di quello che hanno visto. Probabilmente hanno firmato qualche forma di dichiarazione di segretezza. Le stesse versioni di Krystju Mutafchieve e Krasimira Stoyanova  su quello che  è successo sono in contraddizione tra di loro. Secondo Mutafchiev furono trovati reperti di inestimabile valore di origine extraterrestre. E’ stato lui a dire che la tomba della dea Bastet si trovava in questo luogo, come ha scritto nella sua pubblicazione denominata “Conundrum”. Secondo Kasimira Stoyanova  non c’è nessuna possibilità che ci fosse questa tomba o  manufatti alieni. Lei assicura che fu scavato solo un buco e la verità su quello che è nascosto profondamente nel sottosuolo verrà alla luce solo quando le persone saranno disponibili ad accettare questa informazione. Quello che effettivamente fu trovato e scoperto  nella mistica Strandhza  rimane un mistero. Al giorno d’oggi non siamo in grado di trovare delle prove.
Ai primi di luglio la spedizione ritornò alla capitale, per analizzare i manufatti trovati, ma appena prima di poter ripartire per gli scavi,  il 21 luglio, improvvisamente Lyudmila Zhivkova fu trovata morta.  Sono state fatte le più selvagge speculazioni per collegare la sua morte agli scavi. La sua morte mise fine alla misteriosa missione. Gli scavi non terminarono immediatamente. Per poterle estendere le ricerche la nipote di Vanga Krasimira Stoyanova ricorse al ministro delle risorse minerarie Ing. Stamen Stamenov.  Chiese persone e attrezzature promettendo di raggiungere “l’arca dell’alleanza”. Il 26 agosto il gruppo tornò a Malko Tarnovo. Appena arrivati in città Llia Petkov li informò che  l’Ing. Stamenov era morto lo stesso giorno. Ai primi di settembre le forze di sicurezza bloccarono gli scavi e l’accesso all’area. Probabilmente  per cancellare l’apertura e terminare gli studi spedirono delle persone che fecero brillare l’entrata  e bloccarono permanentemente la strada per evitare che si potesse scoprire il segreto.  A  seguito dell’esplosione rimane solo un dirupo alla cui base  si vede il tunnel, ma questo non fa da nessuna parte perché nel corso degli anni la cavità si è allagata ed è rimasta completamente bloccata.


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I resti dell’entrata del tunnel completamente allagati rendono impossibile l’accesso




Molti dei partecipanti al complotto segreto morirono subito dopo la spedizione. Probabilmente sono stati  raggiunti dalla maledizione di Bastet. Oltra alla figlia del primo ministro diversi viceministri associati a questa spedizione morirono, mentre altri furono afflitti da varie disgrazie. Il cacciatore di tesori che aveva portato la mappa venne catturato dalla polizia interrogato e picchiato. Successivamente la sua salute si deteriorò e morì Un altro partecipante George  dopo lo scavo è stato arrestato ed ha passato un pò di tempo nelle carceri   di Razvigor. Dopo la missione Krystju Muftafchiev fu anche esso imprigionato per uso improprio dei fondi per le celebrazioni dell’anniversario bulgaro. Fu condannato a 15 anni di carcere di cui otto trascorsi nella prigione Pazrdzhik. Gli abitanti locali dicono che dopo la prigione ha visitato ancora una volta il luogo sacro. Comunque vedendo il danno dell’esplosione disse che i segnali erano persi per sempre e la strada per la tomba coperta per sempre. Subito dopo il suo rilascio dal carcere morì  di cancro. Tutta la storia  fu classificata top secret e i partecipanti che non finirono in prigione tacquero per sempre. Krasimira Stoyanova nel  1991 violò il voto di silenzio nel suo libro su Vanga. Un anno piu tardi Krystju Mutafchiev scrisse un libro. Comparando  le versioni di questi due partecipati alla spedizione segreta mostra che entrambi non hanno parlato di fatti importanti della storia, e anche se c’erano alcune piccole deviazioni avevano una tesi comune.
Gli storici, gli archeologi e gli uomini di scienza non sono convinti che in Strandia vi sia  la tomba di una dea Egizia.  Ritengono che  la Dea non sia stata realmente seppellita ma che vi siano solo dei templi. Tutto il resto sono solo speculazioni. Secondo loro Lyudmila Zhivkova è stata  fuorviata da chi le stava vicino e non è chiaro cosa essa si aspettasse. Per loro tutto quello che riguarda questo caso è una completa fabbricazione. Ricercatori stranieri comunque la vedono diversamente e ogni anno fanno migliaia di kilometri per andare a Strandja.
La sola cosa che può essere vista oggi è una pietra mezza rovinata  che sembra ricordare la testa di un  gatto.


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Pietra con i resti della testa di un gatto


 
Ancora si possono vedere le rocce e le gallerie scavate durante  lo studio. Gli abitanti del posto sostengono che vicino al luogo si sente ancora la radiazione di energia molto negativa.
L’inspiegabile energia veniva rilevata con apparecchiature speciali dal team di ricerca di Lyudmila Zhivkova. Secondo questi studi le radiazioni provenivano all’interno della punta della Gradiste. La radiazione di questa energia è abbastanza vasta sul terreno da impedire in una forma simmetrica che spunti l’erba. Anche se il terreno è fertile l’area rimane brulla. C’è qualcosa in Strandja che ad oggi rimane un mistero. Quello che giace vicino al monte Gradiste puo essere capito solo dopo un grande lavoro archeologico che avrebbe bisogno di un sacco di soldi ma nessuno intende spendere per  teorie  non provate, miti e  leggende.


Riferimenti:
http://bradva.bg/bg/article/article-70854#.VqZ9xIXhDIX
http://bulgar.overblog.com/le-tombeau-de-bastet
http://www.vagabond.bg/bulgaria-travel/item/803-mystic-mountain.html
http://thracianhistory.org/tr/Tell-Us-About-Thracians/


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