Intelligence, no. 93, 15 febbraio 1999 dal documento "2025: Weather as a Force Multipler", presentato da personale militare all'Aviazione Militare USA nell'agosto 1996
Riassunto:
Nel 2025 le forze aerospaziali USA potranno "possedere il clima" mettendo a frutto le tecnologie emergenti e lo sviluppo di quelle rivolte ad applicazioni belliche. Tale capacità fornisce ai combattenti la possibilità di dare forma a battaglie spaziali con modalità finora impossibili, fornisce opportunità ad operazioni d'impatto in tutto lo spettro del conflitto ed è pertinente a tutti i futuri possibili. Lo scopo di questo scritto è quello di delineare una strategia per l'uso di un futuro sistema di modificazione del clima per il conseguimento di obiettivi militari, piuttosto che per la fornitura di una dettagliata mappa tecnica. In quanto tentativo ad alto rischio/alto guadagno, la modificazione del clima presenta un dilemma non dissimile da quello della scissione dell'atomo. Mentre alcuni segmenti della società saranno sempre riluttanti a prendere in considerazione questioni controverse come la modificazione del clima, le tremende capacità militari che potrebbero derivare da quest'ambito vengono ignorate a nostro rischio e pericolo. Dal miglioramento di operazioni amichevoli o dal disturbo di quelle nemiche tramite l'adattamento in piccola scala di moduli naturali del clima fino al completo dominio delle comunicazioni globali e al controllo spaziale, la modificazione del clima offre al combattente un'ampia gamma di possibili azioni per sconfiggere o costringere un avversario. Per una capacità integrata di modificazione del clima sono necessari avanzamenti tecnologici in cinque aree principali:
Nel 2025 le forze aerospaziali USA potranno "possedere il clima" mettendo a frutto le tecnologie emergenti e lo sviluppo di quelle rivolte ad applicazioni belliche. Tale capacità fornisce ai combattenti la possibilità di dare forma a battaglie spaziali con modalità finora impossibili, fornisce opportunità ad operazioni d'impatto in tutto lo spettro del conflitto ed è pertinente a tutti i futuri possibili. Lo scopo di questo scritto è quello di delineare una strategia per l'uso di un futuro sistema di modificazione del clima per il conseguimento di obiettivi militari, piuttosto che per la fornitura di una dettagliata mappa tecnica. In quanto tentativo ad alto rischio/alto guadagno, la modificazione del clima presenta un dilemma non dissimile da quello della scissione dell'atomo. Mentre alcuni segmenti della società saranno sempre riluttanti a prendere in considerazione questioni controverse come la modificazione del clima, le tremende capacità militari che potrebbero derivare da quest'ambito vengono ignorate a nostro rischio e pericolo. Dal miglioramento di operazioni amichevoli o dal disturbo di quelle nemiche tramite l'adattamento in piccola scala di moduli naturali del clima fino al completo dominio delle comunicazioni globali e al controllo spaziale, la modificazione del clima offre al combattente un'ampia gamma di possibili azioni per sconfiggere o costringere un avversario. Per una capacità integrata di modificazione del clima sono necessari avanzamenti tecnologici in cinque aree principali:
- Tecniche avanzate di modellamento non-lineare,
- Capacità computazionale,
- Raccolta e trasmissione delle informazioni,
- Schieramento di una rete di sensori globale
- Tecniche di intervento sul clima.
Alcuni strumenti di intervento esistono già da ora ed altri potranno essere sviluppati e raffinati in futuro. Le attuali tecnologie, che matureranno nel corso dei prossimi trent'anni,offriranno a chiunque disporrà delle necessarie risorse la possibilità di modificare gli schemi climatici e gli effetti corrispondenti, almeno su scala locale. Le attuali tendenze demografiche, economiche ed ambientali creeranno delle tensioni globali che daranno a molte nazioni o gruppi l'impeto necessario a far sì che la modificazione del clima si tramuti da possibilità in capacità reale.
Negli USA la modificazione del clima diverrà probabilmente parte della politica di sicurezza nazionale, con applicazioni su scala interna ed internazionale. Il nostro governo perseguirà una politica di questo genere, secondo i suoi interessi, a vari livelli. Tali livelli potrebbero includere: azioni unilaterali, partecipazione ad organizzazioni di sicurezza come la NATO o internazionali come l'ONU, oppure la partecipazione ad una coalizione. Presumendo che nel 2025 la nostra strategia di sicurezza nazionale includerà la modificazione meteorologica, ne deriverà naturalmente l'uso nella nostra strategia militare nazionale. Oltre ai significativi benefici che una capacità operativa garantirebbe, un'ulteriore motivazione per perseguire la modificazione del clima è quella di fungere da deterrente e contrasto contro potenziali avversari. In questo documento dimostriamo che un appropriato utilizzo della modificazione del clima può fornire il dominio del campo di battaglia, fino ad un grado sinora mai immaginato. In futuro tali operazioni miglioreranno la superiorità di superficie ed aerea e forniranno nuove opzioni per la conformazione e la padronanza del campo di battaglia. La tecnologia è qui a portata di mano, aspettando che noi ce ne appropriamo; nel 2025 potremo "possedere il clima".
Negli USA la modificazione del clima diverrà probabilmente parte della politica di sicurezza nazionale, con applicazioni su scala interna ed internazionale. Il nostro governo perseguirà una politica di questo genere, secondo i suoi interessi, a vari livelli. Tali livelli potrebbero includere: azioni unilaterali, partecipazione ad organizzazioni di sicurezza come la NATO o internazionali come l'ONU, oppure la partecipazione ad una coalizione. Presumendo che nel 2025 la nostra strategia di sicurezza nazionale includerà la modificazione meteorologica, ne deriverà naturalmente l'uso nella nostra strategia militare nazionale. Oltre ai significativi benefici che una capacità operativa garantirebbe, un'ulteriore motivazione per perseguire la modificazione del clima è quella di fungere da deterrente e contrasto contro potenziali avversari. In questo documento dimostriamo che un appropriato utilizzo della modificazione del clima può fornire il dominio del campo di battaglia, fino ad un grado sinora mai immaginato. In futuro tali operazioni miglioreranno la superiorità di superficie ed aerea e forniranno nuove opzioni per la conformazione e la padronanza del campo di battaglia. La tecnologia è qui a portata di mano, aspettando che noi ce ne appropriamo; nel 2025 potremo "possedere il clima".
Autore/i:
Col Tamzy J. House
Lt Col James B. Near, Jr.
LTC William B. Shields (USA)
Maj Ronald J. Celentano
Maj David M. Husband
Maj Ann E. Mercer
Maj James E. Pugh
August 1996
Di seguito il corpo completo del documento comprensivo di tre monogrammi allegati, visionabili e scaricabili.
Frontier Missions: Peacespace Dominance
Paths to Extinction: The US Air Force in 2025
Hit’em Where It Hurts: Strategic Attack in 2025
a) monograms
b) momograms
c) monograms
di seguito l'articolo di NoGeoingegneria.com
con il primo documento tradotto in italiano
liberamente scaricabile dal sito.
“Weather as a Force Multiplier: Owning the Weather in 2025”
è un importante studio del 1996 che rivela l’intento da parte delle
forze armate degli USA di disporre entro il 2025 di “una capacità di
modificazione del tempo globale, precisa, immediata, robusta,
sistematica”. NoGeoingegneria.com l’ha tradotto in italiano per portarlo
a conoscenza di un pubblico sempre più vasto.
La manipolazione del tempo atmosferico e della ionosfera per le forze
armate statunitensi non sono certo una novità degli ultimi anni.
D’altronde chi ha una minima conoscenza dell’ambiente militare sa che
non esistono remore nell’impiego di tecnologie anche al loro stadio
immaturo: la possibilità di sfruttare la tecnologia per conseguire il
predominio sul campo di battaglia, siano i cieli o lo spazio, porta tali
ambienti a sperimentare tutto quello che lascia intravedere un qualche
vantaggio, spesso eludendo trattati internazionali e quant’altro,
avendo, con tutta probabilità, alle spalle il consenso del mondo
politico e degli affari che conta, mondi con i quali si creano forti
interconnessioni con risvolti in termini economici e politici.
La variabile meteo è stata sempre al centro degli interessi militari
diventando sempre più determinante allorché le forze aeree acquisivano
maggior peso nelle operazioni belliche e nel monitoraggio degli spazi e
dei cieli. Solo per fare un esempio, citato anche nello studio che vi
andiamo a sottoporre, nell’ intervento Desert Storm in Iraq il
50% delle operazioni di bombardamento furono cancellate per problemi
meteorologici. Capita inoltre che di frequente i target, gli
obiettivi da colpire, vengano modificati ad operazioni in corso a causa
delle avverse condizioni meteo su una determinata area.
In questo importante studio redatto nel 1996 da alcuni ufficiali
dell’aeronautica degli Stati Uniti, spesso citato in diversi articoli
sull’argomento (si veda per es. gen. Fabio Mini Owning the weather: la guerra ambientale globale è già cominciata in
Limes n.06/2007) e ora tradotto in italiano da NoGeoingegneria.com, non
si fa certo mistero di quali siano gli obiettivi delle modificazioni al
meteo e quali enormi prospettive si aprano grazie all’impiego e allo
sviluppo di nuove tecnologie collegate alle nanotecnologie, ai droni,
alle onde elettromagnetiche. La variabile tempo assume così una veste
operativa nuova: gli eventi meteorologici non diventano solo un elemento
da mitigare per consentire lo svolgimento delle operazioni militari
(dissipazione di nubi, nebbia, temporali ecc.), ma assumono un ruolo
attivo, divenendo un’arma determinante di attacco da impiegare tanto
nello scontro militare quanto in operazioni di guerra psicologica, ma
soprattutto in operazioni di guerra “non dichiarata”, dove non è chiaro
se un evento sia un fatto naturale o artificialmente prodotto.
“Uno dei maggiori vantaggi di utilizzare il tempo atmosferico
simulato per raggiungere un determinato effetto è che diversamente da
altri metodi, è che produce quello che altrimenti è il risultato di
azioni deliberate, in modo da apparire come se fosse la conseguenza di
fenomeni meteorologici naturali.”(pag. 28)
Anche se la modifica del meteo a fini bellici non è una novità, visto
che ad essa si è fatto già ricorso in modo massiccio per esempio nella
guerra del Vietnam (Operazione Popeye), sono appunto le nuove
possibilità tecnologiche ad aver rivitalizzato negli ultimi decenni
l’attenzione, mai sopita, verso la possibilità di intervenire
determinando gli eventi atmosferici. Il fatto che esista una convenzione
ONU del 1977 che limita l’uso delle modifiche all’ambiente a fini
bellici, e che ci sia una certa resistenza generalizzata all’impiego di
tali tecniche, non sembra preoccupare più di tanto gli autori di questo
studio che tracciano una sommaria road map che, entro il 2025, dovrebbe portare al superamento anche di questi scogli.
Scrivevano a tal proposito nel 1996 gli ufficiali autori dello studio:
“Le attuali tecnologie, che matureranno nei prossimi 30 anni,
offriranno a chiunque abbia le risorse necessarie, la possibilità di
modificare le condizioni meteorologiche e i loro relativi effetti,
almeno su scala locale. Le attuali tendenze demografiche, economiche e
ambientali creeranno tensioni a livello globale che forniranno l’impulso
necessario a molti paesi o gruppi per trasformare questa possibilità
di modificazione del tempo in una capacità. Negli Stati Uniti la
modificazione del tempo diventerà verosimilmente una parte della
politica di sicurezza nazionale …La tecnologia è là, attende solo che la
mettiamo insieme; nel 2025 possiamo possedere il tempo atmosferico.”
(pag.6)
E ancora:
“Tra il 1996 e il 2005 i progressi tecnologici in meteorologia e le
richieste di più previsioni più precise provenienti dal mondo degli
affari porterà all’identificazione delle principali variabili che
influenzano il meteo; entro il 2015 si arriverà a effettuare previsioni
sempre più precise e affidabili; nel successivo decennio, e quindi entro
il 2025, la crescita della popolazione eserciterà pressioni sulle
risorse e sui costi di cibo e acqua, le perdite massicce di vite umane
dovute alle catastrofi meteorologiche diventeranno sempre più
inaccettabili spingendo i governi a capitalizzare i progressi
tecnologici nella manipolazione del tempo atmosferico conseguiti nei 20
anni precedenti. L’urgenza di realizzare i benefici di tali capacità
faranno sì che intervengano leggi e trattati che rendano accettabili i
rischi a cui si dovrà far fronte per perfezionare tali tecniche.”
(pag.10)
Questo sommariamente è il percorso che delineavano in cui non si può
non scorgere, oggi che ci troveremmo a circa 2/3, una serie di elementi
che fanno pensare a come lo scenario previsto si stia di fatto
realizzando, probabilmente anche in anticipo sui tempi previsti. Almeno a
livello mediatico siamo certamente ormai da tempo entrati nell’ultima
fase che prevede una spinta per rendere la modificazione meteo
socialmente accettabile, se non addirittura auspicabile. Tutte le
preoccupazioni ambientali, alcune delle quali anche legittime, sembrano
convergere verso un unico inevitabile punto, la geoingegneria, intesa
nella sua accezione più ampia che include anche la manipolazione dello
spazio attorno al pianeta. Ecco che la natura, anche nei resoconti
giornalistici, assume sempre più un ruolo di matrigna che colpisce, come
un killer, con eventi catastrofici gli essere umani che non potranno
far altro, prima o poi, che difendersi andando a intervenire sulle
variabili che regolano i fattori meteorologici a livello atmosferico ma
non solo, modificandole. Ammesso e non concesso che siano tutte
manifestazioni naturali che escludono la mano “invisibile” dell’uomo,
sono comunque gli autori stessi a ricordarci che l’intervento sul meteo a
fini ipoteticamente difensivi è solo la faccia, per così dire, buona
della medaglia. Il meteo, l’atmosfera, la ionosfera, lo spazio che
circonda il pianeta possono essere sfruttati in chiave offensiva per
conseguire il dominio di qualsiasi campo di battaglia, simulando tramite
l’impiego delle tecnologie la mano della Natura.
“In un senso più ampio, la modificazione del tempo può essere
suddivisa in due categorie principali: quella della soppressione e
quella dell’intensificazione delle condizioni meteorologiche. In
casi estremi, potrebbe comportare la creazione di condizioni del tempo
completamente nuove, l’attenuazione o il controllo di forti tempeste, o
anche l’alterazione del clima globale di vasta portata e/o di lunga
durata. Nei casi più lievi e meno controversi può consistere
nell’indurre o sopprimere le precipitazioni, le nubi o la nebbia per
brevi periodi su una regione di piccole dimensioni. Altre applicazioni a
bassa intensità potrebbero includere l’alterazione e/o l’utilizzo dello
spazio vicino come un mezzo per migliorare le comunicazioni, disturbare
il monitoraggio attivo e passivo, o per altri scopi. … questo documento
si concentra principalmente sulle forme localizzate e di breve termine
di modificazione del meteo e su come queste potrebbero essere
incorporate in capacità di combattimento durante i conflitti. Le aree
principali affrontate includono la generazione e la dissipazione delle
precipitazioni, delle nubi e della nebbia; la modifica dei sistemi di
tempeste localizzate, e l’uso della ionosfera e lo spazio vicino per il
controllo dello spazio e il dominio delle comunicazioni. …. Esempi
estremi e controversi di modificazione-creazione del tempo su
ordinazione, di modificazioni del clima su larga scala, di creazione e/o
controllo (o “pilotaggio”) di forti tempeste, ecc. sono state studiate
come parte di questa ricerca, ma solo per farvi un breve accenno perché,
a giudizio degli autori, gli ostacoli tecnici che impediscono la loro
applicazione appaiono insormontabili per i prossimi 30 anni. Se così non
fosse, tali applicazioni sarebbero state incluse … D’altra parte,
la gamma delle applicazioni di manipolazione al meteo proposte in questa
relazione si è dimostrata potenzialmente e tecnicamente realizzabile.
Esse sono verosimili, sebbene, nessuna venga generalmente impiegata o
prevista per un futuro impiego da parte delle nostre forze operative.”
(pag. 11)
Nebbie, nubi, precipitazioni, temporali, tempeste di fulmini
potrebbero adeguatamente essere creati artificialmente anche grazie
all’impiego delle nanotecnologie e dei droni che permetteranno una
gestione sempre più tecnologica del tempo.
“I materiali smart basati sulle nanotecnologie sono sviluppati
di continuo per essere dotati al loro interno di computer in grado di
svolgere grandi operazioni. Essi potrebbero adattare le loro dimensioni a
quelle ottimali per una data situazione di inseminazione della nebbia e
perfino eseguire degli aggiustamenti durante il processo. Potrebbero
anche incrementare le loro qualità dispersive aggiustando la loro
galleggiabilità nell’aria, comunicando l’uno con l’altro, e la loro
guidabilità all’interno della nebbia. … i droni potrebbero essere usati
per lanciare e diffondere questi materiali smart.” (pag. 20)
“Anche la nanotecnologia offre possibilità per creare un tempo
atmosferico simulato. Una nube, o diverse nubi, composte di
microscopiche particelle computerizzate, tutte comunicanti l’una con
l’altra e dotate di un sistema di controllo più ampio potrebbe fornire
una capacità tremenda. Tali nubi interconnesse, galleggianti
nell’atmosfera, e dotate di capacità di movimento nelle tre dimensioni,
potrebbero essere progettate per avere un largo spettro di impieghi.
Esse potrebbero esclusivamente bloccare i sensori di tipo ottico o
essere adattate per diventare invisibili ad altri sistemi di
sorveglianza. Esse potrebbero anche fornire una differenziale di potenza
elettrica nell’atmosfera, che altrimenti non potrebbe esistere, per
provocare tempeste di fulmini … Anche se i livelli di potenza raggiunti
saranno insufficienti per costituire una reale arma da combattimento, il
potenziale per effettuare operazioni di tipo psicologico potrà
rivelarsi fantastico.” (pag. 28)
La capacità di intervenire sul meteo e sulla ionosfera a livello
globale presuppone a monte un sistema di monitoraggio sempre più
accurato, pervasivo e capace di fornire informazioni in tempo reale allo
scopo di elaborare modelli di intervento sul meteo e di permettere una
gestione “alla carta” delle operazioni. La rete meteorologica globale di
cui si parla in “Possedere il tempo entro il 2025”, oltre a reparti
militari specializzati nelle operazioni di modifica, contempla un
intenso utilizzo delle informazioni e delle innovazioni provenienti dal
settore civile:
“ .. (1) specialisti altamente qualificati in manipolazione del tempo
atmosferico … (2) porte di accesso alla rete meteo globale .. dove si
raccolgono le osservazioni meteorologiche in tutto il mondo e si
elaborano le previsioni pressoché in tempo reale da fonti civili e
militari; (3) un fitto e altamente sofisticato sistema di rilevamento
meteo locale molto accurato e un sistema di comunicazioni, (4) una
capacità avanzata computerizzata in grado elaborare modelli di
modificazione del tempo su un’area locale e di fare previsioni … (5)
comprovate tecnologie di intervento di modificazione del tempo; e (6)
una capacità di ottenere feedback.” (pag. 13)
Anche nel nostro paese, per chi non si ferma alle apparenze, si
vedono alcuni probabili effetti del dispiegarsi di questo ambizioso
programma di controllo del meteo e delle comunicazioni a livello
globale.
ll MUOS di Niscemi, il sistema di mega parabole costruito di recente
in Sicilia, pronto ad entrare prossimamente in funzione, nonostante le
resistenze della popolazione, è con tutta probabilità uno snodo di
questi ambiziosi programmi, soprattutto per quello che interessa la
manipolazione della ionosfera nell’ottica di conseguire il dominio delle
comunicazioni e la capacità di utilizzare nuove tipologie di armamenti
(vedi il paragrafo “Dominio delle comunicazioni attraverso la
modificazione della ionosfera” pag. 24-28).
“Sono stati esplorati e proposti vari metodi per modificare la
ionosfera, inclusa l’iniezione di vapori chimici e il riscaldamento o il
caricamento con radiazioni elettromagnetiche o fasci di particelle …
E’ importante notare come molte tecniche di modificazione dell’atmosfera
superiore sono state in teoria sperimentate con successo. Le tecniche
di modifica applicate sul campo dall’URSS comprendono il riscaldamento
verticale con alte frequenze, obliquo con alte frequenze, con microonde,
e modifiche magnetosferiche.28 Applicazioni militari
significative di tali modificazioni includono la produzione di
comunicazioni a bassa frequenza (LF), di comunicazioni condotte ad alta
frequenza (HF), e la creazione di una ionosfera artificiale … Inoltre,
anche i paesi in via di sviluppo riconoscono i benefici delle
modificazioni ionosferiche: all’inizio degli anni ’80, il Brasile
condusse un esperimento per modificare la ionosfera tramite iniezioni
chimiche.” (pag. 23)
La ionosfera sembra alquanto capricciosa e irregolare rispetto alle
esigenze di comunicazione che caratterizzano il Terzo Millennio, allora
perché non modificarla?
“Gli autori descrivono come si potrebbe controllare con precisione la
localizzazione e l’altitudine della regione soggetta a una ionizzazione
prodotta artificialmente utilizzando fasci di microonde (MW) incrociati
… Le implicazioni di tale controllo sono enormi: non si sarebbe più
così soggetti ai capricci della ionosfera naturale, ma si avrebbe invece
il controllo diretto dell’ambiente di propagazione. Idealmente gli
specchi ionosferici artificiali (AIM) potrebbero essere rapidamente
creati e poi mantenuti per il breve periodo richiesto dalle operazioni.”
(pag. 24)
Ma sistemi simili a quelli installati a Niscemi potrebbero in realtà
non essere limitati nel loro utilizzo a fini di implementazione o
disturbo delle comunicazioni, ma avere un impiego diretto nelle c.d.
guerre stellari:
“Far esplodere o rendere inattivi i mezzi spaziali che attraversano lo spazio più prossimo alla Terra. La
ionosfera potrebbe essere potenzialmente caricata o cosparsa in modo
artificiale con una radiazione fino al punto da renderla inospitale per i
satelliti o altre strutture spaziali. Il risultato potrebbe andare
dalla temporanea disattivazione dell’obiettivo alla sua completa
distruzione attraverso un esplosione indotta. Naturalmente, l’impiego
effettivo di tale capacità dipende dalla destrezza nell’applicarla in
regioni dello spazio selezionate.” (pag. 27)
Concludendo la nostra certamente non esaustiva presentazione Vi
invitiamo a leggere il documento tradotto che trovate in forma integrale
al link riportato qui sotto. Molti sono gli spunti che se ne possono
trarre. Invitiamo soprattutto chi è competente in materia a fornire
letture aggiornate di quanto in esso contenuto ed inviarcele per
un’eventuale pubblicazione.
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