martedì 23 febbraio 2016

La Zombificazione dell'Occidente

Di Werner de Gruijter *

Poco più di dieci anni fa nella foga del momento l'Occidente si lasciò irretire dall'idea che una guerra al terrorismo fosse utile, così acconsentì a rinunciare alle libertà civili.
Poi scoppiò la crisi, nel 2008. Le banche chiesero un indebito piano di salvataggio e l'Occidente acconsentì. In questi ultimi tempi ancora una volta l'Occidente ha accolto tiepidamente le rivelazioni in merito all'opera di spionaggio interno perpetrata dai servizi segreti in nome e per conto dello Stato.
Che ci prende? Perché continuiamo a cedere le nostre libertà così facilmente? E come possiamo evitare che si consolidi questa tendenza verso l'autoritarismo?

Il preambolo della Costituzione USA esprime il seguente prodigioso concetto:

"Noi, popolo degli Stati Uniti, al fine di formare un'unione più perfetta, stabilire la giustizia, assicurare la tranquillità domestica, provvedere alla difesa comune, promuovere il benessere generale e salvaguardare le benedizioni della libertà per noi stessi e per la nostra posterità ... "



Le parole possono essere potenti, specie quando si tratta di parole poetiche pregne di significato. Ma tali principi costituzionali fanno parte della nostra vita? O, per dirla diversamente, cosa hanno fatto negli ultimi anni i governi occidentali per perseguire la giustizia e garantire la tranquillità domestica?

Beh, in primo luogo hanno facilitato la nostra tranquillità interiore rispolverando pratiche medievali come la tortura dell'acqua e l'umiliazione; insomma hanno torturato delle persone. Poi hanno ipnoticamente ripetuto l'idea che la causa principale dei nostri problemi economici fosse la condotta dei contribuenti, e non il settore bancario privo di regolamentazione. E sempre per supportare la nostra tranquillità hanno esteso l'uso di prove segrete, si sono dati a spiarci regolarmente ed hanno installato telecamere ad ogni angolo delle nostre strade.

Tale processo verso un regime autoritario non è lontano dal suo coronamento. Chissà per quale ragione tutti sembrano accettare che si compia questa deriva paranoica in stile maccartista. Cosa sta succedendo in Occidente? Da dove si è sviluppato il disagio interiore da cui scaturisce la nostra apatia? Perché abbiamo dimenticato le lezioni sulla tranquillità che ci tramandarono i nostri antenati?


 Naturalmente sono state fornite numerose spiegazioni in merito ma una di esse è stata sottilmente soppressa nella cultura occidentale. Ogni cultura ha i propri tabù. Nel suo testo sull'ansia, l'accademica e psichiatra britannica Renata Salecl, ex coniuge del filosofo Slavoj Zizek, fa notare alcune cose interessanti sulle origini delle nostre ansie quotidiane. Concetti che ricalcano il pensiero del filosofo danese Søren Kierkegaard. Di base, Salecl afferma che nella vita moderna ci manchi il tempo per riflettere sulle cose realmente importanti, ad esempio sull'opportunità di assumerci la responsabilità di difendere le nostre libertà civili.


Ora esporrò il funzionamento di tale processo di 'zombificazione dell'individuo', per dirla in questi termini. Negli ultimi 40 anni, siamo stati dominati dalla ideologia secondo cui le persone sarebbero state più felici e a loro agio consumando, comprando. Tuttavia c'è un problema; per sostenere questo tipo di vita la maggior parte delle persone è obbligata a spendere gran parte del tempo lavorando. Nel mentre, il tempo di godersi il mistero della vita, di guardare crescere i propri figli, di sviluppare la propria creatività e curiosità, finisce per estinguersi.
Forse alcuni si rendono conto del prezzo elevato che stanno pagando, ma scacciano via il rimorso pensando che in un lontano futuro giungerà il momento di dedicarsi alla vita. Tuttavia la maggior parte delle persone sembra accettare di buon grado lo status quo, rinunciando ai propri sogni e quindi al potere di migliorare.
Queste persone accettano la cultura del materialismo come se fosse l'ordine naturale delle cose, visto che hanno ormai assorbito il concetto secondo cui la realizzazione personale scaturisca dal possesso di beni materiali. In altre parole, benvenuti nell'era del cinismo e della decadenza, dove si è perduta la speranza di vivere una vita diversa dal 'comprare roba', come affermava il comico americano George Carlin.
Tale realtà cinica è il frutto del lavoro delle agenzie pubblicitarie per garantire profitti alle grandi aziende. Ciò significa che a livello psicologico il sistema in cui viviamo non è che un tranello in cui sono esposti solo i lati seducenti di questa società, mentre si omette di citare quelli negativi, i quali di fatto sono gli elementi che ostacolano lo sviluppo della consapevolezza e del senso critico. Tutto ciò conduce alla de-responsabilizzazione collettiva e quindi alla conseguente emorragia di sovranità e democrazia.
Oggi la maggior parte delle persone in Occidente non crede più nella lotta per le libertà civili ed economiche.
Semplicemente non sono più in grado di capire che esistono espressioni più umane della democrazia e del capitalismo, e che il loro ruolo in questa storia potrebbe essere decisivo.
Se ci si spinge oltre la soddisfazione a breve termine offerta dal consumismo, ciò che resta è una sensazione di vuoto interiore, irrequietezza, alienazione e disperazione,almeno in tutti coloro che non si siano ancora votati ad una vita robotica al servizio del profitto narcisistico.
Se quanto detto corrisponde al vero, vuol dire che c'è un sacco di energia negativa là fuori. Non è detto che chiunque riesca a entrare in contatto con la propria coscienza, specie in un contesto che offre sempre meno tempo da dedicare alla contemplazione, mentre la comunicazione di massa trasforma tali argomenti in tabù di cui non conviene parlare.

Questa assenza di dibattito sta rivelandosi molto pericolosa, dato che la natura umana in assenza di coscienza tende ad aggregarsi intorno ad una leadership autoritaria. Ricordate che i leader dispotici come Napoleone, Hitler o più recentemente Mugabe, ascesero tutti al potere per volontà della maggioranza.
La cosa importante da considerare in questa sede è che tale tendenza all'autoritarismo in realtà è un disperato tentativo di affermare collettivamente la propria individualità zombizzata, fino all'auto-distruzione. Si tratta di un processo di rimozione mentale delle informazioni attinenti la realtà sgradevole o le paure che ogni individuo deve affrontare e superare per poter crescere come essere umano. Gli psicologi definiscono tale resistenza verso la crescita personale: "impotenza appresa."
Ma c'è di più. Tale condizione di resistenza verso la crescita fa si che i politici più popolari siano proprio coloro che facilitano il processo di zombificazione. Ecco perché spingono il discorso politico sempre più nella direzione dello stato di polizia piuttosto che dello stato sociale.
Affinché una democrazia sia vitale, la maggior parte degli artisti e degli intellettuali, proprio come le persone che scrissero la Costituzione, deve avere instaurato un rapporto con la propria anima.
Ma la stagnazione del reddito, la coltivazione del cinismo, il consumismo e la diffusa decadenza che impera in Occidente rendono arduo per molti di noi possedere quel grado di tranquillità che ci consenta di sostenere le nostre democrazie. Al contrario, le maggioranza accetta passivamente l'instaurazione di uno stato di polizia globale.
Cambiare le cose non sarà facile. La principale condizione affinché un simile proposito si concretizzi, è che le persone imparino a riconoscere la loro condizione di resistenza interna. Ma se almeno la gente riuscisse a prendere atto che la disperazione interiore di cui soffre è causata da un sistema corrotto che stimola i suoi peggiori istinti, sarebbe un inizio.

* psicologo sociale e moderatore delle Symposion Nights, piattaforma per il pensiero critico con sede in Amsterdam.

Fonte: 

Traduzione a cura di Anticorpi.info

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