Greta la Pazza è un celebre dipinto del pittore fiammingo Bruegel il
Vecchio. Protagonista è Greta, una donna armata di spada, corazza ed
elmo che si accinge ad una impresa senza alcun senso: l’assalto all’inferno.
Greta porta con sè, insieme ad utensili da cucina, un forziere
contenente un bottino. I suoi occhi sono sgranati, la bocca aperta, a
rendere la follia della donna che marcia sull’inferno nell’aspettativa
di vincere la battaglia e ricavarne un bottino.
Intorno a lei solo desolazione, distruzione, fiamme, un sabba di
figure deformi e grottesche: non si tratta di diavoli e dannati, come
nei dipinti del grande maestro Bosch: l’inferno di Greta è in terra.
Attorno a lei sono esseri umani, intenti a scannarsi l’un l’altro:
militari, fortezze diroccate, navi cariche di combattenti, un gruppo di
donne che si accapigliano tra loro su un ponte. Sono il simbolo dei
peccati dell’uomo e della sua naturale inclinazione ad autodistruggersi.
Greta, in particolare, simboleggia l’avidità che porta alla follia, al perseguimento di imprese impossibili e senza senso,
alla ricerca dell’arricchimento fine a se stesso. L’alter ego di Greta è
il gigante dalle fattezze mostruose che sorregge la barca sormontata
dalla sfera, gigante che defeca monete in quantità sulla gente che si accapiglia per raccoglierle.
All’indomani dell’incredibile rogo di Notre Dame a Parigi, Greta la Climatica ha avvertito la necessità impellente di pronunciare queste parole davanti agli eurodeputati di Strasburgo: “Il
mondo ha assistito con orrore ed enorme dolore all’incendio di Notre
Dame ma questa sarà ricostruita. Spero che le nostre fondamenta siano
ancora più solide ma temo non lo siano (…) La nostra casa sta crollando e
il tempo stringe, e niente sta succedendo. Bisogna pensare come se
dovessimo costruire una cattedrale, vi prego di non fallire”.
Sono senza dubbio tempi prodigiosi, quelli che
stiamo vivendo. Tempi in cui una ragazzina di 15 anni si produce in tour
europei che nemmeno Mozart, ad informare i grandi della Terra che il
Pianeta morirà fra dodici anni se non smettiamo di guidare il SUV. Una
Europa che con le macerie di Notre Dame ancora fumanti, e una sequela impressionante di attacchi
a monumenti e simboli della cristianità, ritiene evidentemente che il
problema più importante sia combattere la CO2, ovvero il mattone
elementare della vita sulla Terra. Ché Notre Dame si ricostruisce, come
un Lego o un palazzo di SimCity, mentre la Terra…se non compri una Tesla
non la recuperi più.
E viene in mente Bruegel, ed il suo quadro. Ché il
bello delle allegorie, è che si possono re-interpretare a distanza di
secoli perché i messaggi dei grandi artisti sono universali, ed eterni.
Un mondo occidentale in fiamme, in cui una classe media
progressivamente e irrimediabilmente impoverita si ritrova coinvolta in
una lotta per la sopravvivenza contro chi povero lo è da sempre. E una élite finanziaria che discetta di “helicopter money”, ovvero di defecare letteralmente la carta-moneta stampata dalle banche centrali in testa alla gente, come il mostro del quadro di Bruegel.
Greta la Pazza che va all’assalto dell’inferno lancia in resta e malloppo in tasca è in quelle menti raffinatissime che oltre all’helicopter money auspicano che i trilioni stampati dalle banche centrali vengano letteralmente dilapidati in improbabili “Green New Deal”
senza nessun senso economico: progetti assurdi e faraonici di
distruzione di valore in cui a perderci sarebbero tutti, tranne i
pochissimi che quelle torri di Babele le realizzerebbero o
finanzierebbero.
Greta la Pazza siamo noi, che assistiamo inebetiti a questo spettacolo indecente.
Siamo noi, che mandiamo i nostri figli a scuola illudendoci che
imparino qualcosa, mentre loro da quella scuola escono presi per mano ai
loro insegnanti per protestare contro la CO2 e la fotosintesi
clorofilliana.
Siamo noi, che perdiamo tempo sui social network a postare messaggi e
fotografie di cui non frega niente a nessuno mentre i nostri figli si
accodano ai pifferai di Hamelin della fine del mondo prossima ventura.
Siamo noi, che mentre Notre Dame brucia ci commuoviamo e ci
riscopriamo “europei” e magari persino cristiani. Quando le Notre Dame
attorno a noi non si contano: abbandonate, in rovina, senza fedeli,
profanate, convertite in piste da skateboard o in night club.
Greta la Pazza siamo noi, che abbiamo barattato 2000
anni di storia, di cultura e di progresso con la lotta alla CO2, il
politically correct, il sincretismo religioso e un ricco corredo di
assurdità ideologiche, utopistiche e disumane che ci disonorano al
cospetto di chi ci ha preceduto. E di chi ci giudicherà in futuro.
Fonte: ClimateMonitor
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.