Latitante il giornalismo d’inchiesta sui lati oscuri del 5G,
pubblichiamo un’inchiesta a puntate per riportare le voci più autorevoli al mondo
in campo medico, accademico, scientifico e di ricerca che, a vario titolo, si
occupano di elettrosmog e dei pericoli dell’Internet delle cose.
Più che il futuro ipertecnologico a portata di mano, il 5G è infatti un progetto
mondiale pericoloso per umanità ed ecosistema, totalitario e totalizzante nella
previsione della copertura del 98% del territorio nazionale per servire il 99%
della popolazione italiana irradiata in maniera ubiquitaria, cumulativa e
multipla da inesplorate radiofrequenze (già possibili agenti cancerogeni per l’Agenzia
Internazionale per la Ricerca sul Cancro) per cui l’Istituto Ramazzini, prima della commercializzazione
delle nuove bande, s’è messo a disposizione del Governo per studiarne in Italia
gli effetti biologici.
La prima puntata dell’inchiesta ‘5G,
il grande inganno’ non poteva non cominciare dalle parole di Martin Pall, autorevole
figura di spicco a livello mondiale, professore emerito di Biochimica e Scienze
Mediche di Base all’Università Statale di Washington (Stati Uniti d’America).
“Abbiamo già discusso due questioni che sono essenziali per comprendere
il 5G. La prima è che i campi elettromagnetici pulsati sono, nella maggior
parte dei casi, molto più attivi biologicamente rispetto ai campi
elettromagnetici non pulsati (spesso chiamati a onde continue). La seconda è
che agiscono esercitando forze sul sensore di voltaggio dei VGCC (canali del
calcio voltaggio-dipendenti), aprendo questi canali del calcio e consentendo
che un flusso eccessivo di ioni di calcio fluisca nella cellula. Il sensore di voltaggio è
straordinariamente sensibile a quelle forze elettriche, così che le linee guida
di sicurezza permettono che veniamo esposti a campi elettromagnetici che sono
qualcosa come 7,2 milioni di volte troppo alti.
La ragione per cui l’industria ha deciso di passare alle frequenze
estremamente alte del 5G è che con frequenze così estremamente elevate è
possibile trasportare molte più informazioni per mezzo di molte più pulsazioni,
rispetto a quanto sia possibile trasportare con frequenze più basse anche
mantenendosi nella gamma delle microonde. Possiamo
essere certi, quindi, che il 5G implicherà un numero di pulsazioni molto
maggiore rispetto ai campi elettromagnetici a cui siamo attualmente esposti. Ne
consegue che qualsiasi test di sicurezza biologica del 5G deve utilizzare
pulsazioni molto rapide, includendo qualsiasi picco a brevissimo termine che
possa essere presente, e che sarà presente nel reale 5G. C’è un ulteriore
processo di cui è pianificato l’uso nel 5G: l’assetto a fasi. Qui più elementi
di antenne multiple agiscono insieme per produrre campi ad alta pulsazione che
sono progettati per 5G, per produrre maggior penetrazione. Il 5G comporterà
pulsazioni particolarmente potenti da
utilizzare, che potrebbero quindi essere particolarmente pericolose.
Gli unici dati che abbiamo, per
quanto a mia conoscenza, sulle frequenze ad onde millimetriche del 5G hanno
utilizzato campi elettromagnetici non pulsati nell’intervallo delle frequenze
millimetriche del 5G, e non il reale 5G. Tali onde millimetriche hanno mostrato
di produrre una serie di effetti a valle sull’attivazione dei canali VGCC. Uno
studio sulle onde millimetriche ha mostrato che venivano attivati sia i canali
VGCC che i canali del potassio voltaggio-dipendenti, suggerendo che esse
avevano lavorato tramite il sensore di voltaggio, così come fanno gli altri CEM.
Qualunque dato di questo tipo non ci
dice quasi nulla su come si comporterà a livello biologico il reale 5G ad
altissima pulsazione.
Ora, ciò che l’industria delle telecomunicazioni
sostiene è che le radiazioni 5G saranno per lo più assorbite negli 1 o 2 mm più
esterni della superficie corporea, e quindi sostengono che non dobbiamo
preoccuparci degli effetti. C’è qualche verità in questo,
ma ci sono anche alcuni avvisaglie che rendono ogni conclusione su questo molto
più sospetta. In ogni caso, questi effetti superficiali del 5G avranno un impatto
particolarmente forte sugli organismi con un rapporto molto più elevato tra
superficie e volume. Di conseguenza, prevedo che molti organismi saranno molto
più colpiti di noi. Questo include insetti e altri artropodi, uccelli, piccoli
mammiferi e anfibi. Include le piante, compreso anche gli alberi ad alto fusto,
perché gli alberi hanno foglie e organi riproduttivi che risultano altamente
esposti. Prevedo
che ci saranno importanti catastrofi ecologiche come conseguenza del 5G. Ciò includerà vasti incendi perché le
esposizioni ai campi elettromagnetici rendono le piante molto più infiammabili.
Sono molto preoccupato che il 5G possa produrre effetti simili a
quelli che vediamo già prodotti dagli EMF a bassa frequenza, ma molto
più gravi. Sono anche preoccupato che vedremo anche risposte
qualitativamente differenti. Permettetemi di darvi tre possibili esempi
di quest’ultimo tipo e un esempio quantitativo. Ciascuno dei quattro
tipi di cecità, ha come fattore causale effetti derivanti
dall’attivazione del VGCC: cataratta, distacco della
retina, glaucoma e degenerazione maculare. Gli umori acqueo e vitreo
negli occhi possono essere un ambiente ideale per la rigenerazione dei
campi elettrici all’interno dell’occhio. Potremmo quindi avere una gigantesca epidemia di ognuno dei quattro tipi di cecità.
Un’altra preoccupazione riguarda la disfunzione renale, che abbiamo
mostrato nel capitolo 5 essere influenzata dai CEM. I reni hanno molti
fluidi, sia sangue che anche ciò che diventerà urina, che possono
consentire un’efficiente rigenerazione dei campi elettrici. Ci si può aspettare che tale rigenerazione abbia un impatto sia sulla filtrazione glomerulare che sul riassorbimento, entrambi essenziali per la funzionalità renale”. traduzione di Clara Lidia Settimo e Sara Tomasini
Martin L. Pall è professore di emerito in biochimica e scienze mediche di base presso la Washington State University. [1] Pall ha ricercato meccanismi e cause di condizioni infiammatorie croniche. Ha lanciato un'ipotesi che ha chiamato NO / ONOO che indica la disfunzione nella gestione del corpo dell'ossido nitrico e del perossinitrito. Questo, egli ritiene, è la causa di numerose malattie e condizioni in cui non sono noti modelli esplicativi o biomarcatori per la diagnostica, tra cui la fibromialgia e la sindrome da stanchezza cronica (ME). Inoltre, crede che l'intolleranza ambientale e la sensibilità elettrica possano essere spiegate dallo stesso paradigma, si tratta di diagnosi che non sono scientificamente riconosciute. Tra le cause scatenanti della condizione NO / ONOO, Pall ritiene che il composto del mercurio tiomersale sia usato in alcuni vaccini. [2]
Un comune denominatore per le condizioni che Pall attribuisce a NO / ONOO è che ci sono poche opzioni di trattamento somatiche. Crede, tuttavia, che questo possa essere trattato con vitamine e antiossidanti e ha sviluppato una propria gamma di supplementi per alleviare le condizioni. [3]
Mentre le ipotesi di Pall sono scarsamente riconosciute nell'ambiente scientifico, sono state abbracciate da ambienti alternativi, in particolare nel caso di gruppi che lottano per il riconoscimento dell'ipersensibilità elettrica, dell'intolleranza chimica ambientale e dell'associazione tra vaccini e autismo. ] [7] Nel 2014, ha tenuto conferenze a Oslo con Einar Flydal, dove hanno affermato che le autorità norvegesi avevano torto riguardo ai rischi di radiazioni. [8]
https://no.wikipedia.org/wiki/Martin_Pall
- CONTINUA
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