mercoledì 29 maggio 2019

Le oscillazioni solari e climatiche sono dovute alle orbite dei pianeti

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Università degli Studi di Napoli Federico II
 

 A stabilirlo, con un lavoro pubblicato su Earth-Science Reviews, un team di ricercatori del Dipartimento di Scienze della Terra, dell'Ambiente e delle Risorse (DISTAR) dell'Università di Napoli Federico II e del Dipartimento di Fisica e dell'Osservatorio Astronomico dell'Università di Padova.


Lo studio dimostra che specifiche risonanze astronomiche associate alla rivoluzione dei pianeti intorno al Sole sono responsabili delle maggiori oscillazioni osservate sia in record usati per descrivere l'attività solare che in record usati per ricostruire i cambiamenti climatici nel nostro pianeta durante l'Olocene, cioè negli ultimi 12000 anni.

Lo studio focalizza in particolar modo sul ciclo detto di Hallstatt, che ha un periodo di circa 2100-2500 anni. Questo ciclo è il più lungo delle oscillazioni che caratterizzano sia i record di radiocarbonio C-14 e di Berillio-10 usati per ricostruire l'attività solare del passato che numerosi proxi usati per ricostruire il clima sulla Terra.

Questo ciclo prende il suddetto nome perché la Piccola Era Glaciale (1500-1800 AD) e l'epoca fredda che ha caratterizzato una cultura dell'Europa centrale dell'età del bronzo e degli inizi dell'età del ferro sviluppatasi in Austria in Hallstatt (750-400 BC) e le precedenti maggiori epoche fredde del pianeta durante l'Olocene sono separate da circa 2100-2500 anni.

Ruotando intorno al Sole, i pianeti generano oscillazioni gravitazionali ed elettromagnetiche nella elio-sfera, cioè nell'intero sistema solare, dando origine a specifiche strutture sincronizzate dette risonanze stabili. Gli autori dimostrano che la principale risonanza stabile generata dalla rivoluzione di Giove, Saturno, Urano e Nettuno intorno al Sole ha un periodo di 2318 anni ed il movimento orbitale associato ad essa è perfettamente sincronizzato con il ciclo di Hallstatt.

Gli autori calcolano anche le altre risonanze stabili del sistema solare generate dai pianeti maggiori e mostrano che le più importanti includono il ciclo di Jose (159-181 year), il ciclo di Gleissberg (82-97 anni) e i cicli di 60 e 20 anni che sono stati spesso osservati in dati relativi sia all'attività solare che ai cambiamenti climatici. Questi ultimi includono anche i record della temperatura superficiale della Terra negli ultimi 160 anni.

Gli autori argomentano che le risonanze stabili nei campi gravitazionale ed elettromagnetici del sistema solare contribuiscono a modulare oscillazioni sia nell'afflusso di raggi cosmici, cioè delle particelle che provengono dallo spazio profondo ed entrano nel sistema solare e quindi anche nell'atmosfera terrestre, che nello spostare con movimento ondeggiante le polveri interplanetarie che finiscono per precipitare sulla Terra. Entrando nell'atmosfera i raggi cosmici producono atomi di C-14 e Be-10 ed, insieme alle polveri interplanetarie favoriscono la formazione delle nuvole della Terra influenzando grandemente il clima in modo ciclico. In modo analogo, tali risonanze stabili modulano il vento solare e sincronizzano l'attività solare dove vengono amplificate.

Lo studio mostra che come il movimento della Luna intorno alla Terra regola le maree oceaniche, il movimento dei pianeti regola le maggiori oscillazioni solari e, quindi, anche le oscillazioni climatiche della Terra. Questo risultato suggerisce nuove interpretazioni anche dei cambiamenti climatici osservati negli ultimi decenni e possono dare origine a più accurati modelli per prevedere i cambiamenti futuri sia dell'attività solare che del clima terrestre.


The orbital resonances of the planets induce solar and climatic oscillations


This is determine by a paper published in Earth-Science Reviews by a team of researchers from the Department of Earth Sciences, Environment and Resources (DISTAR) of the University of Naples Federico II and from the Department of Physics and the Astronomy Observatory of the University of Padua.

The study shows that specific astronomical resonances associated with the revolution of the planets around the Sun are responsible for the main oscillations observed in records used to describe solar activity and to reconstruct climate change on our planet throughout the Holocene, that is during the last 12,000 years.

The study focuses particularly on the cycle of Hallstatt, which has a period of about 2100-2500 years. This cycle is the longest of the oscillations that characterize both records of radiocarbon C-14 and beryllium-10 used to reconstruct solar activity in the past and many proxies used to reconstruct the climate on Earth.

The origin of the name of this specific cycle derives from the fact that the Little Ice Age (1500-1800 AD) and the cold period that occurred during a central European bronze and iron age culture developed in Austria in Hallstatt ( 750-400 BC), and the previous major cold periods on the planet during the Holocene are separated by about 2100 to 2500 years.

Rotating around the sun, the planets generate gravitational and electromagnetic oscillations in the heliosphere, that is in the entire solar system, giving rise to specific stable resonances. The authors demonstrate that the major stable resonance generated by the revolution of Jupiter, Saturn, Uranus and Neptune around the Sun has a period of 2318 years and the orbital movement associated with it is perfectly synchronized with the Hallstatt cycle.

The authors also calculate other stable resonances generated by the solar system large planets and show that the most important ones include the Jose cycle (159-181 year), the Gleissberg cycle (82-97 years), the cycles of 60 to 20 years and others. All these cycles have often been observed in solar and climatic records. The latter also include the records of surface temperature of the Earth over the past 160 years.

The authors argue that the stable resonances in the gravitational and electromagnetic fields of the solar system modulate the incoming cosmic ray flux, that is the particles that coming from the outer space enter in the solar system and, therefore, also in the Earth's atmosphere, and move with a swaying motion the interplanetary dust that falls on Earth. By entering the atmosphere cosmic rays produce C-14 and Be-10 atoms and, together with the interplanetary dust favor the formation of the Earth's clouds generating oscillations in the Earth's albedo. Then, these cloud dynamics greatly influence cyclically the climate. Similarly, the planetary stable resonances modulate the solar wind and synchronize solar activity that likely also amplifies them.

The study shows that, as the movement of the Moon around the Earth regulates the ocean tides, the motion of the planets around the Sun induces oscillations in the solar-heliospheric activity and, consequently, they also induce specific climatic oscillations on the Earth. This result also suggests new interpretations of climate change observed over the past decades and can be used to develop  more accurate models finalized to predict future changes in solar activity and in the Earth's climate.

Reference: Scafetta, N., Milani, F., Bianchini, A., Ortolani, S .: On the astronomical origin of the Hallstatt oscillation found in radiocarbon and climate records throughout the Holocene. Earth-Science Reviews 162, 24-43, 2016.
Web: http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0012825216301453



Riferimento: Scafetta, N., Milani, F., Antonio Bianchini, A., Ortolani, S.: On the astronomical origin of the Hallstatt oscillation found in radiocarbon and climate records throughout the Holocene. Earth-Science Reviews 162, 24-43, 2016.
Web: http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0012825216301453

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