La riorganizzazione della base USA di Camp Darby (Italia) maschera il passaggio di forze speciali italiane sotto il comando USA. Questo sistema fu già sperimentato in passato: permise la creazione di Gladio, il servizio per le operazioni segrete della NATO in Italia. Da dicembre 2015 (articolo 7bis della legge 198), il presidente del Consiglio italiano ha la possibilità di perseguire operazioni militari con operazioni d’intelligence. Questa notizia è un’ulteriore conferma dell’ipotesi che abbiamo annunciato due mesi fa: la NATO sta preparando un’ondata di attentati in Europa.
Addestramento del 4° reggimento paracadutisti italiano Ranger Monte Cervino da parte delle forze speciali USA (12 gennaio 2019). |
La
notizia non è ufficiale ma già se ne parla: da ottobre su Camp Darby
sventolerà il tricolore. Gli Stati uniti stanno per chiudere il loro più
grande arsenale nel mondo fuori dalla madrepatria, restituendo
all’Italia i circa 1000 ettari di territorio che occupano tra Pisa e
Livorno?
Niente affatto. Non stanno chiudendo, ma ristrutturando la base
perché vi possano essere stoccate ancora più armi e per potenziare i
collegamenti col porto di Livorno e l’aeroporto di Pisa. Nella
ristrutturazione restava inutilizzata una porzioncina dell’area
ricreativa: 34 ettari, poco più del 3% dell’intera area. È questa che lo
US Army Europe ha deciso di restituire all’Italia, più precisamente al
Ministero italiano della Difesa, per farne il miglior uso possibile.
È stato così stipulato un accordo che prevede il trasferimento in
quest’area del Comando delle forze speciali dell’esercito italiano
(Comfose) attualmente ospitato nella caserma Gamerra di Pisa, sede del
Centro addestramento paracadutismo. Sono le forze sempre più impiegate
nelle operazioni coperte: si infiltrano nottetempo in territorio
straniero, individuano gli obiettivi da colpire, li eliminano con
un‘azione fulminea paracadutandosi dagli aerei o calandosi dagli
elicotteri, quindi si ritirano senza lasciare traccia salvo i morti e le
distruzioni.
L’Italia, che le aveva usate soprattutto in Afghanistan, ha fatto un
decisivo passo avanti nel loro potenziamento quando, nel 2014, è
divenuto operativo il Comfose che riunisce sotto comando unificato
quattro reggimenti: il 9° Reggimento d’assalto Col Moschin e il 185°
Reggimento acquisizione obiettivi Folgore, il 28° Reggimento
comunicazioni Pavia e il 4° Reggimento alpini paracadutisti Rangers.
Nella cerimonia inaugurale nel 2014 fu annunciato che il Comfose avrebbe
mantenuto un «collegamento costante con lo U.S. Army Special Operation
Command», il più importante comando statunitense per le operazioni
speciali formato da circa 30 mila specialisti impiegati soprattutto in
Medio Oriente.
A Camp Darby – ha specificato l’anno scorso il colonnello Erik Berdy,
comandante dello US Army Italy – già si svolgono addestramenti
congiunti di militari statunitensi e italiani. Il trasferimento del
Comfose in un’area di Camp Darby, formalmente appartenente all’Italia,
permetterà di integrare a tutti gli effetti le forze speciali italiane
con quelle statunitensi, impiegandole in operazioni coperte sotto
comando Usa. Il tutto sotto la cappa del segreto militare.
Non può non venire a mente, a questo punto, la storia delle
operazioni segrete di Camp Darby: dalle inchieste dei giudici Casson e
Mastelloni è emerso che Camp Darby ha svolto sin dagli anni Sessanta la
funzione di base della rete golpista costituita dalla Cia e dal Sifar
nel quadro del piano segreto Gladio. Le basi Usa/Nato – scriveva
Ferdinando Imposimato, presidente onorario della Suprema Corte di
Cassazione – hanno fornito gli esplosivi per le stragi, da Piazza
Fontana a Capaci e Via d’Amelio. In queste basi
«si riunivano terroristi
neri, ufficiali della Nato, mafiosi, uomini politici italiani e
massoni, alla vigilia di attentati».
Nessuno però, né in parlamento né negli enti locali, si preoccupa delle implicazioni del trasferimento delle forze speciali italiane di fatto all’interno di Camp Darby sotto comando Usa. I comuni di Pisa e Livorno, passati rispettivamente dal Pd alla Lega e al M5S, hanno continuato a promuovere, con la Regione Toscana, «l’integrazione tra la base militare Usa di Camp Darby e la comunità circostante». Pochi giorni fa è stato deciso di integrare i siti Web delle amministrazioni locali con quelli di Camp Darby. La rete di Camp Darby si estende sempre più sul territorio.
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