lunedì 10 giugno 2019

L'acqua .... questa sconosciuta

quarta fase dell'acqua 


 L’acqua è uno degli elementi più diffusi in natura, ricopre più del 70% del nostro pianeta ed è l’elemento fondamentale che ha permesso lo sviluppo della vita in tutte le sue forme. Noi stessi siamo costituiti per più del 60% d’acqua ed essa è imprescindibile per la nostra esistenza. Nonostante ciò il mondo scientifico sembra poco interessato ad approfondirne la comprensione; gli studi seri sono relativamente pochi e si riferiscono principalmente al suo aspetto chimico. Ma l’acqua dimostra continuamente di sfuggire alla nostra piena comprensione e sono molti i misteri legati al suo comportamento, facciamo qualche esempio:
  • L’acqua calda congela più rapidamente di quella fredda.
  • L’acqua solida galleggia su quella liquida
  • Nonostante la sua apparenza innocua è il più forte solvente esistente in natura, infatti tutti i composti si sciolgono in acqua prima o poi.
  • L’acqua quando ghiaccia aumenta di volume, mentre in genere gli elementi al freddo si contraggono
  • la molecola di H2O a temperatura ambiente e pressione normale è liquida è non è una cosa normale visto che per esempio l’acido solfidrico, di formula chimica molto simile (H2S), è un gas, pur avendo peso molecolare doppio rispetto all’acqua.


 Ma ci sono molte altre bizzarrie che sfuggono alla completa comprensione. Forse è per questo che chi ha provato a guardare sotto la superficie di questa meravigliosa sostanza non ha avuto grandi fortune, direi piuttosto che si è … scottato. Ricordiamo grandi scienziati come per esempio il russo Boris Derjaguine, Jacques Benveniste e il premio nobel Luc Montagnier, ma la lista sarebbe lunga.

Sicuramente uno dei più grandi esperti al mondo del comportamento dell’acqua è il Dr. G. Pollack, che ha firmato moltissimi studi e ricerche sull’argomento. Nel suo bellissimo e coraggioso libro “la quarta fase dell’acqua” .
 
il Dr. Pollack introduce un concetto innovativo legato al cosiddetto Comportamento sociale dell’acqua. Questo libro è il risultato di anni di ricerca sull’argomento ed è scritto in modo chiaro e fruibile, allo scopo di essere compreso da chiunque. La maggior parte del libro si basa su semplici osservazioni relative al comportamento e alle modifiche che questo stravagante elemento assume, al variare delle condizioni esterne.

Le osservazioni di Pollack sono replicabili ed evidenti e non riguardano direttamente le caratteristiche chimiche dell’acqua ma la sua “dinamicità”, ossia la sua capacità di ristrutturazione in particolari situazioni. La maggior parte degli studiosi trovano questi concetti indigesti e … pericolosi, quindi preferiscono non considerarli e cacciare la polvere sotto allo zerbino. Una delle scoperte fondamentali di Pollack è relativa al comportamento assunto dall’acqua nelle zone di contatto con altri elementi, ossia quella zona chiamata “interfacciale”. Da osservazioni e successivi esperimenti, il Dr. Pollack ha notato come l’acqua assuma conformazioni particolari nella zona interfacciale. Dopo essere venuta a contatto con un elemento estraneo, l’acqua sembra modificare la sua struttura per una certa area prospiciente alla zona di contatto. In questa area l’acqua assume una struttura di tipo cristallino e tende ad escludere qualsiasi elemento estraneo. Proprio per questo Pollack ha definito questa zona: exclusion zone (EZ); infatti in questa zona possono esistere solo molecole d’acqua ben ordinate.



 


 Questa zona può essere facilmente individuata utilizzando delle microsfere di gel colorati, in questo caso si nota che nella zona interfacciale l’acqua rimane trasparente. Usando dei test di assorbimento della luce e di infrarossi, si può notare come l’acqua nella zona interfacciale abbia assorbimenti diversi. La cosa bizzarra è che questa zona interfacciale di “Esclusione” non è uguale per tutti i materiali. Generalmente per questi test vengono usati materiali idrofili o idrofobi e il materiale per eccellenza usato nei test di Pollack è il Nafion® che sembra avere la zona di esclusione tra le più estese. Questo comportamento dell’acqua è veramente inspiegabile, perché non c’è alcun motivo apparente per il quale l’acqua debba cambiare la sua struttura fisica per il solo contatto di un elemento esterno, ma soprattutto, per poter fare questa “ristrutturazione” essa ha necessariamente bisogno di attingere a qualche forma di energia e non è ben chiaro da dove dovrebbe provenire tutta questa energia. Ad onor del vero Pollack cerca di dare una sua spiegazione sulla fonte alla quale l’acqua attinge per poter modificare la propria struttura e modificare in alcuni casi la sua polarità. Pollack individua come fonte l’energia radiante, ed arriva a questa conclusione perché con le conoscenze che sono attualmente disponibili, in effetti non ci dovrebbero poter esser altre possibilità, in particolare Pollack ritiene che l’origine siano gli infrarossi che sono onnipresenti e quindi disponibili in ogni luogo. Questa spiegazione sembrerebbe però essere in contrapposizione con risultati di alcune sperimentazioni fatte sull’acqua dal nostro gruppo. Nei nostri test abbiamo notato come particolari fattori possano provocare variazione di tensione e inversione di polarità, indipendentemente dalla presenza di fonti radianti. Abbiamo fatto le seguenti osservazioni:
– Due elettrodi di egual materiale ma con forme diverse quando immersi in una soluzione producono una tensione.
– Aumentando la pressione del sistema in osservazione si nota un incremento della tensione. Per esempio se  si usa un tubo verticale pieno d’acqua nel quale per gravità la pressione nella parte inferiore è maggiore di quella superiore, abbiamo un ulteriore incremento della tensione.
– Abbiamo notato che tanto maggiore è l’aderenza e/o la bagnabilità di un liquido e cioè quanto più è idrofilo (Ndr bellissima l’etimologia della parola dal greco hydros, “acqua” e philia, “amicizia”), tanto maggiore è la tensione prodotta, l’effetto è facilmente visibile quando in una soluzione un elettrodo ha un aderenza maggiore rispetto all’altro elettrodo. Da queste sperimentazioni sembrerebbe che l’acqua sia in grado di estrarre energia da qualche fonte sconosciuta. 

Per quanto riguarda invece l’influenza delle energie radianti come calore e infrarossi, dagli esperimenti si nota che il loro apporto nel sistema ha comunque un effetto moltiplicativo rispetto alle energie in gioco, è proprio questo che può trarre in errore. Dovendo ahimè accettare come fatto compiuto che l’acqua è in grado di trovare energia da qualche fonte esterna e incomprensibile che le permette di modificarsi e ristrutturarsi, sarebbe almeno interessante cercare di capire qual’è lo scopo e perché essa reagisca in modo diverso a seconda del tipo di materiale con cui viene a contatto, quasi come ne riconoscesse l’essenza. Sappiamo che l’acqua è un elemento generalmente sensibile all’ambiente in cui si trova, per esempio dagli studi di Masaru Emoto si è visto come l’acqua sembri recepire lo stato emozionale delle persone che gli sono vicine; ma essa reagisce diversamente anche a tipi di musica diversa con un comportamento in un certo senso “speculare”. Si potrebbe dire che ha un comportamento “simpatico” nel tentativo di “assomigliare” all’ambiente in cui si trova. Per questo penso che nella zona interfacciale l’acqua tenti di ristrutturarsi nel modo più simile al elemento con cui è venuta a contatto.

Il dottor Masaru Emoto, scienziato e ricercatore giapponese, ha messo a punto una tecnica per esaminare al microscopio e fotografare i cristalli che si formano durante il congelamento di diversi tipi d'acqua. Ha poi fotografato l'acqua esposta a parole scritte, a musica, preghiere, parole pronunciate, acqua di montagna, acqua inquinata, ecc. Si è visto che i cristalli dell'acqua trattata muta di struttura quando si inviano messaggi. L'acqua sottoposta alle vibrazioni di parole e pensieri positivi forma dei cristalli bellissimi simili a quelli della neve, l'acqua sottoposta alle vibrazioni di parole e pensieri negativi reagisce creando strutture amorfe e prive di armonia. L'acqua è infatti in grado di registrare la vibrazione di una energia estremamente sottile, definita nella cultura giapponese Hado.

Per esempio essa cercherà di disporre la sua struttura interna in modo più simile alla struttura cristallina del metallo con cui è a contatto, mostrando di essere polimorfica. Così come i diversi materiali hanno diverse strutture cristalline, l’acqua nella sua funzione di specularità o simpatia assume anch’essa diverse strutture cristalline ed è per questo che la EZ varia da materiale a materiale. Un ricercatore che ha lavorato per anni a contatto con il grande Emilio del Giudice, Domenico Cirillo, ha affermato, discutendo di questi esotici comportamenti dell’acqua:
“secondo i modelli ultimi (da Del Giudice a Pollack) l’acqua sembrerebbe conferire ai suoi elettroni e ai suoi protoni una certa mobilità, una certa libertà di azione e interazione. Quindi l’acqua può essere vista come un insieme di dipoli (le molecole) immersi in un mezzo che godono di un certo grado di libertà. Sembra la descrizione di un plasma….“  
Personalmente credo che il motivo per il quale non percepiamo l’acqua come un plasma sia legato alla sua velocità di movimento intrinseca. In un plasma ci si trova all’interno di una specie di tempesta fortissima con un alta componente cinetica. I movimenti sono così erratici e veloci che non riusciamo a comprenderli, è come se il plasma convenzionale fosse un film in cui i fotogrammi passano molto veloci, mentre l’acqua è lo stesso film ma con una velocità di fotogrammi rallentati. Pollack parla nel suo libro di una quarta fase dell’acqua e il plasma è in effetti il quarto stato della materia. L’acqua potrebbe essere in effetti un “plasma lento”, così come per esempio il vetro ci appare come un solido, ma in realtà è un “liquido superviscoso-lento”


Sarebbe pertanto interessante poter confrontare gli studi sull’acqua del Professore Pollack con gli studi sul plasma e sugli aggregati di carica del grande fisico Kenneth Shoulder. Credo che per poter affrontare lo studio di questi argomenti sia necessario affacciarsi con mente aperta e con grande spirito di osservazione e con capacità di multi disciplinarietà, esattamente come fa il grandissimo Pollack, altrimenti non ci può essere un vero progresso scientifico.  

Enrica Fiorini

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