DAL LABORATORIO TERRA AL TERRAFORMARE ALTRI PIANETI
Cosa sanno e fanno realmente? Ne parlano da sessant’ anni.
Secondo il fisico Lowell Wood sarà
possibile ‘terraformare’ il pianeta rosso’ e rendere la sua atmosfera
simile a quella della Terra. Tutto ciò grazie all’innalzamento della
temperatura marziana che così innescherebbe il miscelamento di alcuni
gas presenti nel suolo, proprio come è accaduto miliardi di anni fa
sulla Terra.
”Credo
ci sia il 50% di possibilità che i bambini di oggi possano presto
passeggiare su Marte o nuotare in un lago marziano”. A sostenere questa
più che ottimistica ipotesi è Lowell Wood, affermato fisico del Lawrence Lovermore National Laboratory (LLNL), dalle pagine di Space.com. Già alla fine del secolo, secondo lo scienziato americano, il pianeta rosso sarà ‘terraformato’ e sarà possibile la vita.
Per ‘terraforming’ si intende l’alterazione intenzionale di un ambiente fisico per aumentarne l’abitabilità per l’uomo.
Fenomeno che, secondo Wood, sarebbe una sorta di impulso primario
dell’umanità, destinato a raggiungere qualsiasi corpo celeste del
sistema solare alla nostra portata. Fatto sta che – tra Usa, Europa e
Giappone – sono decine le missioni in programma …leggi qui http://www.nogeoingegneria.com/timeline/progetti/marte-sara-a-misura-duomo-e-la-terra-come-sara/
Terraformare Marte con schermature di areogel di silice
Il
clima marziano potrebbe forse essere reso vivibile tramite processi che
rendono la sua atmosfera più simile a quella della Terra. Parliamo
della cosiddetta “terraformazione”, un processo che è stato però
realmente preso in considerazione solo nella fantascienza.
Un
nuovo studio, condotto da ricercatori dell’università di Harvard, del
Jet Propulsion Laboratory della NASA e dell’Università di Edimburgo,
infonde nuove speranze sulla possibilità che un processo del genere
possa essere realmente messo in atto.
Secondo i ricercatori invece che cambiare il clima e le condizioni ambientali dell’intero pianeta, potrebbe essere effettuato un processo di terraformazione su un livello locale o regionale.
Circoscritte
regioni della superficie del pianeta rosso, secondo i ricercatori,
potrebbero essere infatti rese abitabili con l’utilizzo di uno speciale
materiale, l’aerogel di silice.
Uno degli effetti che sembra produrre questo materiale è simile a quello che si ha sulla Terra in relazione al clima: l’effetto serra.
Questo materiale è uno di quelli più isolanti mai creati. Risulta inoltre poroso al 97%, cosa che permette a buona parte della luce non dannosa di attraversarlo. Già oggi è utilizzato in varie applicazioni tecnologiche come quelle attuate per i rover marziani costruiti dalla NASA.
Tramite
l’utilizzo di uno schermo di areogel di silice dello spessore di 2-3
cm, potrebbe essere possibile attuare una fotosintesi bloccando la
radiazione ultravioletta pericolosa e facendo sì che le temperature
all’interno di queste “serre” possano abbassarsi fino a che l’acqua
possa diventare liquida.
Verrebbe sfruttato, in sostanza, solo il calore del sole e nessun’altra fonte di energia: si tratta di materiali passivi che non richiedono neanche troppa manutenzione.
Secondo
Robin Wordsworth, ricercatore presso la John A. Paulson School Of
Engineering And Applied Sciences di Harvard e uno degli autori dello
studio, si tratta di un approccio “regionale” che potrebbe rendere Marte
abitabile tramite un processo “molto più realizzabile rispetto alla
modificazione atmosferica globale”.
Inoltre un metodo del genere avrebbe bisogno di materiali e tecnologie che già possediamo.
In questo modo potrebbero essere create piccole e circoscritte “isole” abitabili, qualcosa che potrebbe poi rendere tutto il pianeta o ampia parte di esso abitabile in maniera controllata e scalabile, naturalmente in una visione a lungo termine.
Approfondimenti
- A material way to make Mars habitable | Harvard John A. Paulson School of Engineering and Applied Sciences (IA)
- Enabling Martian habitability with silica aerogel via the solid-state greenhouse effect | Nature Astronomy (IA) (DOI: 10.1038/s41550-019-0813-0)
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