sabato 2 maggio 2020

Cambiamento Climatico: Un ginepraio su scala galattica




La Vexata Quaestio del Cambiamento Climatico - Considerazioni critiche su tre articoli apparsi sulla rivista divulgativa Ithaca

L'Università del Salento pubblica da tempo la rivista scientifica divulgativa Ithaca: Viaggio nella Scienza" che nell'ultimo numero, il n. XV/2020 reperibile sul loro sito, dedica largo spazio al tema del cambiamento climatico.



Da un bel po' di anni vado oramai dicendo che esiste una differenza non "mitigabile" tra la scienza ufficiale, quella legata alle grandi università ed alle sovvenzioni che prendono dagli stati e dei loro "baroni" i quali cercano soltanto di mantenere la barra del comando per continuare a vivere delle sovvenzioni che ricevono; la scienza studiata, fatta di molti ricercatori, spesso non conosciuti alle avulse politiche mondialiste nella propaganda che televisioni e giornali ci elargiscono a piene mani; e di quello che realmente succede sul campo... ops, volevo dire "in cielo": la geoingegneria unilaterale praticata un po' da tutti gli stati.



Di sicuro però i climatologi sono esseri umani ed in quanto tali anche loro suscettibili di opinioni e le opinioni spesso sono formate su false convinzioni causate dall'immane frastuono mediatico che si da al problema AGW o global warming di origine antropica, a personaggi come Greta Thumberg.

«Il problema è che se si prende per buona l’agenda proposta dalla Thunberg, centrata sulla lotta all’AGW, si perdono inevitabilmente di vista politiche di adattamento che tengano in debito conto priorità fra le quali:
  • Il problema del disagio urbano per popolazioni inurbate in enormi megalopoli spesso prive di servizi (acqua potabile, fognature, ecc.) e con catene logistiche di approvvigionamento del cibo precarie e che non garantiscono security e safety.
  • Il problema della mancanza di energia nei Paesi in via di sviluppo (Pvs), senza la quale pensare a conservare gli alimenti o mantenere attivo il sistema sanitario è impossibile.
  • Il problema dello sviluppo agricolo nei Pvs con evoluzione dell’agricoltura improntata all’idea di incrementare quantità, qualità e sostenibilità.»

 I cambiamenti climatici ci sono sempre stati e, si spera, che continueranno in futuro. Viviamo su un pianeta la cui nota distintiva sono proprio i cambiamenti climatici... naturalmente per quanto ne sappiamo. In questi anni l'astrofisica e l'intera comunità di astrofili sono concentrati sulla ricerca di pianeti, con la speranza di trovarne uno simile alla Terra. Fin'ora sono stati trovati decine di esopianeti ma la nostra tecnologia non è affinata ancora a tal punto da distinguere pianeti abitabili da corpi rocciosi privi di qualsiasi forma di vita. Stanno ora mettendo a punto tecniche di studio della luce rifratta dalle atmosfere dei pianeti trovati ma siamo agli inizi, ci vorrà del tempo perchè questo metodo di ricerca sia affidabile.


«Per questo motivo è importante comunicare, comunicare molto, comunicare bene. Occorre essere preparati per ribattere agli argomenti capziosi, alle fake news, alle posizioni di parte. Qui il tema si sposta dalla scienza, ad un dibattito di importanza vitale, in cui non si può lasciare il campo a chi provoca, a chi alza la voce, a chi ha una agenda nascosta ed è interessato a fare perdere a tutti tempo e risorse sempre più preziose.»


Ah si.. le fake news.

In questo campo, come su qualsiasi argomento che vada di traverso al regime mediatico nel quale siamo coinvolti, ci sono fake news per tutte le tasche e tutte le situazioni.
  • Fake news da propinare alla popolazione ignorante di materie scientifiche;
  • Fake news da utilizzare negli ambienti colti e scientifici per orientare nel "giusto modo" i recalcitranti alla teoria dell'AGW e dei cambiamenti climatici;
  • Fake news da accecare chi tecnicamente è ingorante in materie di clima ma che tenta di informarsi e districarsi dallo "story-telling" del mainstream;
  • Fake news da lanciare contro i "complottisti", divulgatori di teorie "strampalate" per indurli in errore e fagli fare figure da deficienti.



Due realtà a confroto ed in rotta di collisione


Tanto per restare nell'ambito della planetologia i pianeti si "assemblano" da materiale orbitante e che viene attratto dalla gravità dei corpi più grossi nei confronti dei più piccoli; allo stesso modo le fake news si assemblano e montano per stratificazione.

Esistono due tematiche però che stanno convergendo in modo che quando si cozzeranno contro gli effetti saranno tremendi..

I fautori e propugnatori della teoria dell'AGW e dei cambiamenti climatici ci dicono che bisogna intervenire al più presto, anche con interventi di "geoingegneria" (in particolar modo con la geoingegneria) perché la temperatura del pianeta si sta "surriscaldando", che si scioglieranno i poli, che questa enorme quantità d'acqua farà crescere esponenzialmente i livelli di mari ed oceani... e bla bla bla, parole su parole e martellamento mediatico per ogni dove, nel senso che infilano l'AGW in qualsiasi argomento.

La climatologia, che ci racconta una storia un tantino diversa della famosa mazza da hokey.



LA GUERRA DEL CLIMA CON LA MAZZA DA HOCKEY

Conosciamo la tendenza a ridicolizzare e anche criminalizzare i critici della tesi sul Riscaldamento Globale (AGW - Anthropic Global Warming) causata dalla CO2 antropica. Il climatologo dell'IPCC Mann aveva lanciato un M. E. Mann, l'ideatore del grafico a 'mazza da hockey', non risparmia colpi a quelli che avendo una opinione diversa dalla sua definisce scientemente 'negazionisti'.



Il clima sulla Terra (senza che nessuno ci metta le zampe dentro) è regolato dal Sole, che regola gli oceani, i ghiacci polari ed i cambiamenti metereologici; più decine di diverse forzanti che è praticamente impossibile studiare separatamente: si intersecano e si allineano in modo armonico e fanno quello che noi terrestri chiamiamo clima. Noi non ne abbiamo il sentire perché il clima ha una evoluzione talmente lenta da non farci percepire i cambiamenti "a volo".
Soltanto il ciclo "undecadale" del Sole (di 11 anni) ci rede difficile tale cambiamento ed in climatologia il cambiamento climatico viene calcolato su 30 anni, che è un tempo ragionevolmente lungo per registrare la stabilità del clima.


Piccola era glaciale

Così Wikipedia la descrive:

La piccola era glaciale (PEG)[1] è un periodo della storia climatica della Terra che, pur senza una totale convergenza degli studi, va dalla metà del XIV alla metà del XIX secolo in cui si registrò un brusco abbassamento della temperatura media terrestre. Per l’entità dell’intervallo temporale interessato non può dunque essere propriamente assimilata ad un'era geologica (ossia centinaia di milioni di anni). La PEG, climatologicamente parlando, è considerata una fase stadiale dell'attuale periodo interglaciale.


Descrizione

Questo periodo fu preceduto da un lungo periodo di temperature relativamente elevate chiamato periodo caldo medievale. Dal 1300 infatti si assistette ad un graduale avanzamento dei ghiacciai che nel periodo precedente si erano ritirati molto o erano scomparsi, e si ebbe anche la formazione di nuovi. Tali ghiacciai arrivarono al culmine della loro estensione intorno al 1850, quando le temperature ripresero ad aumentare causando una nuova riduzione della massa dei ghiacci. Questa fase è tuttora in corso, aggravata da fattori umani che producono effetto serra sull'atmosfera, sotto il nome di riscaldamento globale e comporta una conseguente riduzione dell'estensione delle superfici ghiacciate.
In un primo tempo si credette che la piccola era glaciale fosse un fenomeno globale, ma attualmente si tende a dubitarne, relegandolo per lo più al continente europeo. Per esempio la ricostruzione delle temperature medie dell'emisfero nord negli ultimi 1000 anni non mostra un pronunciato raffreddamento. Dai dati raccolti sembra che in questo periodo le temperature medie si abbassarono soltanto di 1°C circa.[6] Il dibattito sull'entità di tale raffreddamento, così come del precedente riscaldamento medioevale, rimane tuttavia ancora aperto e non concluso.
La piccola era glaciale causò inverni molto freddi in molte parti del mondo, ma la documentazione dettagliata riguarda soltanto l'Europa e l'America del Nord. Nella metà del XVII secolo i ghiacciai delle Alpi svizzere avanzarono gradualmente inglobando alcune fattorie e distruggendo interi villaggi.[10]
Il fiume Tamigi e i molti canali dei fiumi dei Paesi Bassi si congelarono spesso durante l'inverno, tanto che fu possibile pattinare e perfino tenere fiere sul ghiaccio.[10] Nell'inverno del 1780 il porto di New York ghiacciò, consentendo di andare a piedi da Manhattan a Staten Island. Il mare ghiacciato circondante l'Islanda si estese per molti chilometri in tutte le direzioni impedendo l'accesso navale ai porti dell'isola. Lo stesso avvenne anche in Groenlandia. In entrambe le isole le navi commerciali provenienti dalla Danimarca non riuscivano più a entrare nei porti. Questo fece sì che la Danimarca cominciò quasi a dimenticare l'esistenza delle due isole. Si hanno riferimenti del 1500 di una spedizione danese che trovò la Groenlandia completamente disabitata. In particolar modo, viene ricordato l'inverno 1709 che, secondo gli esperti, è considerato il più freddo degli ultimi 500 anni per il continente Europeo.
Gli inverni più rigidi ebbero effetti sulla vita umana in larga e piccola misura. Le carestie divennero più frequenti (quella del 1315 uccise 1,5 milioni di persone) e le morti per le malattie aumentarono. La piccola era glaciale è visibile nelle opere d'arte dell'epoca; la neve domina molti paesaggi del pittore fiammingo Pieter Bruegel il Vecchio, vissuto tra il 1525 e il 1569.


La Piccola Era Glaciale (2020-2060)

Di Stefano Fait - 2 Aprile 2019 NASA, per la prima volta da anni torna a crescere il ghiaccio in Groenlandia La "principale fonte di perdita di massa" della calotta glaciale groenlandese si trova da 4 anni in una condizione di rapido raffreddamento (-2°C) e ora il ghiacciaio sta avanzando.




Questo è un altro articolo di AttivitàSolare del 2017 diviso in due parti: Ma quando arriva l’era glaciale?
  •  QUI la prima parte, e
  •  QUI la seconda.


Vi aggiungo questo ultimo articolo:


La Terra entrerà in una nuova era fredda: GELO globale della durata di 120 ANNI minaccia inverni 'più intensi' dal 2019

Di Joshua Nevett - Published 23rd December 2017 Un raffreddamento GLOBALE della durata di 120 anni innescherà inverni "più intensi" che minacciano mesi di temperature gelide e neve "nel giro di pochi anni", avvertono gli scienziati del clima.


 

 

 Conclusione


Vorrei solo che vi soffermaste a pensare cosa "potrebbe" succedere quando due forzanti, una naturale e l'altra tecnologica hanno la stessa direzione.

Se il pianeta già si raffredda di suo cosa potrà mai succedere se una ristrettissima elìte di persone usa la scienza del clima per i suoi fini personali, fatti di potere diretto su gli Stati e le persone che vi abitano; interessi economici immensi nella lotta per il controllo delle energie rinnovabili, le nuove tecnologie del "nuovo millennio", etc..

Secondo la mia modesta opinione per la civiltà sarà un impatto tremendo contro un clima che si preannuncia freddo, anche molto freddo.. a seconda di dove si ha la fortuna o la sventura di vivere.
Ci saranno guerre per l'accaparramento delle risorse primarie, l'acqua e terreni coltivabili, migrazioni di genti disperate.. molte di più di quante sti disgraziati del globalismo ci stanno imponendo con l'arrivo di "migranti" dal Nord Africa, Africa sub-sahariana, estremo oriente ed Asia.. in particolare dagli sterminati territori russi.

Con la non remota possibilità di doverci spostare noi in Nord Africa e/o verso territori più caldi.

Questo non è catastrofismo ma una possibilità reale di cui nessun media ci informa e resta relegata a pure discuisizioni climatiche nei circoli accademici.




L'Agenda 21 (Reinventata come Agenda 2030 e Agenda 2050) è un piano per lo spopolamento del 95% della popolazione mondiale entro il 2030

È un piano d'azione ideato dall'ONU e firmato da 178 governi. Il suo obiettivo è lo spopolamento dell'umanità perché " L'Agenda 21 - e le recenti Agenda 2030 e Agenda 2050 - è un piano per lo spopolamento del 95% della popolazione mondiale entro il 2030 . siamo troppi ".


“Affinché l’Inghilterra possa vivere in relativo benessere, cento milioni di indiani devono vivere al limite della morte per fame: una condizione perversa, alla quale si accondiscende ogni volta che si sale su un taxi o si mangia un piatto di fragole con la panna". George Orwell










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