sabato 9 novembre 2019

È GIÀ ORA DI PARLARE DI 6G? PARE DI SÌ!





Ma il 6G non avrà solo il compito di realizzare le promesse del suo predecessore. Secondo Marcus Weldon dei Nokia Bell Labs, per esempio, il 6G sarà “un sesto senso per gli umani e per le macchine, grazie al quale la biologia si unirà all’intelligenza artificiale. Difficile capire oggi che cosa possa significare in concreto una definizione del genere, che però fornisce almeno un’idea della direzione in cui si sta lavorando: un’integrazione sempre maggiore tra essere umano e macchina.
In termini di velocità, la rete 6G consentirà di raggiungere 1 terabit al secondo utilizzando le frequenze appena inferiori a un terahertz, e consentirà di connettere migliaia di miliardi di dispositivi”, si legge ancora su Techradar. Il 6G, di conseguenza, potrebbe essere il vero abilitatore di quella internet of everything che oggi è solo un termine alla moda utilizzato nelle conferenze tech per impressionare gli spettatori.

La velocità sarà quindi centinaia di volte superiore a quella promessa dal 5G (che dovrebbe essere attorno a un gigabit al secondo), mentre la latenza passerà dai 2/4 millisecondi del 5G a praticamente zero, rendendo la connessione tra dispositivi letteralmente istantanea (grazie anche all’utilizzo dell’intelligenza artificiale per ottimizzare la trasmissione dei dati attraverso il network).

Ovviamente, si presenteranno nuovi problemi, simili a quelli a cui già si sta andando incontro. Il 5G sfrutta infatti anche le frequenze tra i 30 e i 300 GHz: onde millimetriche, dalla frequenza elevatissima, che non sono in grado di viaggiare lontano come quelle utilizzate dal 4G (fermandosi a circa 300 metri di distanza laddove quelle del 4G possono percorrere alcuni chilometri). Non solo: queste frequenze sono molto più sensibili a ostacoli come muri, alberi, finestre e alle condizioni meteorologiche. Tutto ciò fa sì che per dare vita al 5G sarà necessario disseminare in ogni dove dei microripetitori che consentano al segnale di propagarsi adeguatamente.

Le cose peggioreranno ulteriormente con il 6G, che – come detto – sfrutterà le frequenze appena al di sotto del terahertz. Più si sale nello spettro radio, infatti, più dati si possono trasportare ma più diminuisce la portata delle frequenze: nella gamma del terahertz, per esempio, non si va oltre una distanza di 10 metri; un aspetto che pone ulteriori sfide infrastrutturali.

Ma per porsi problemi di questo tipo è davvero troppo presto. Se la tempistica che regola l’avvento delle nuove generazioni di trasmissione dati mobile verrà rispettata, il 6G non diventerà realtà prima del 2030 (così come il 5G arriverà nel 2020, il 4G è del 2010, eccetera). E nemmeno è detto che davvero questa nuova tecnologia si chiamerà 6G: “Per quanto possa avere senso, potrebbe non assumere quel nome”, si legge su Lifewire“Potremmo chiamarlo 5G avanzato o migliorato, o potremmo anche smettere del tutto con i numeri e i nomi e limitarci a dire che siamo connessi.



6G in Cina: la ricerca entra nel vivo con un discreto anticipo




 
La Cina ha appena acceso la rete 5G commerciale più grande al mondo, ma a Pechino si guarda già al futuro, in direzione del 6G. La prossima generazione di reti mobili potrà cominciare a diventare realtà solo nel 2030, stando anche a quanto dichiarato qualche tempo fa dal Ministero cinese dell’Industria e dell’Information Technology, ma sembra che il governo abbia spinto per accelerare i tempi sullo sviluppo, annunciando l’apertura del centro di ricerca e sviluppo e l’istituzione di un team di ricerca che lavorerà sin da subito allo studio del 6G.
Si tratta di un’accelerazione dei tempi rispetto ai piani passati, visto che questo passaggio era atteso solo a 2020 inoltrato, tuttavia il MOST (Ministry of Science and Technology) ha spinto affinché si cominciasse già dal 2019. Il vice ministro del MOST Wang Xi ha ricordato che lo studio del 6G è ancora in una fase molto embrionale e che al momento si punta a scoprire quelli che potranno essere gli indicatori chiave del settore, le possibili soluzioni da sviluppare e molto altro ancora.
Insomma, il 5G non è ancora una realtà concreta in moltissimi paesi, ma la ricerca non si arresta e punta già alla prossima generazione. Ricordiamo che recentemente è stato redatto il Libro bianco del 6G, in cui sono state tracciate alcune delle linee guida per questa tecnologia che punta ad innalzare il tetto della velocità di rete verso la soglia del Tbps.





LA RETE 6G FORNIRÀ INTERAZIONE A DISTANZA CON LA COSCIENZA UMANA

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Fonte:  NoGeoingegneria

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