martedì 26 novembre 2019

IL DRYAS RECENTE





Nel passato non troppo lontano del nostro pianeta è avvenuto un cataclisma di tali proporzioni che ne possiamo trovare ancora le tracce nella memoria storica di tutti i popoli della Terra. Quello che è conosciuto dalla scienza come “Dryas recente”, un repentino mutamento climatico di enormi proporzioni, coincide nella data con il Diluvio biblico.


Circa 12.000-13.000 anni fa, la Terra ha sperimentato un evento per il quale è molto difficile trovare una causa logica e scientificamente accettabile.
Tra i numerosi fatti che caratterizzano l’evento, due spiccano tra tutti: in molte aree la temperatura è scesa repentinamente di diversi gradi, e le terre emerse di tutto il globo si sono ritrovate per la maggior parte inondate, salvo i rilievi più elevati.
Ma ce ne sono molti altri che fanno apparire il “Dryas recente” come un evento totalmente inspiegabile o meglio dire, semplicemente pazzesco.


Il Diluvio nella memoria dei popoli antichi

Nella memoria di moltissime antiche culture che vissero in ogni angolo della Terra, esiste il mito di una tremenda inondazione che quasi spazzò via la specie umana.

A parte il ben noto Diluvio Universale dell’Antico Testamento, troviamo una storia simile tra i popoli Greci, Irlandesi, Scandinavi, Egizi, Anatolici, Babilonesi, Arabi, Africani, Indiani, Cinesi, Indonesiani, Australiani, Neozelandesi, Polinesiani, Hopi, Aztechi, Maya, Inca, Hawaiani, Inuit e Nativi Americani.

Se ne deduce che, essendo molti di questi popoli non in comunicazione tra di loro, la catastrofe in questione non può essere un’invenzione o semplicemente una leggenda, ma al contrario deve corrispondere a un evento realmente accaduto, le cui funeste conseguenze si trovano ancor oggi profondamente radicate nella memoria degli abitanti del pianeta Terra.




Ma andiamo più nel dettaglio a vedere cosa narrano questi popoli riguardo l’accaduto.
  1. Si trattò di un’immane inondazione che sommerse quasi interamente i continenti, lasciando fuori solo le cime più elevate delle montagne e alcuni altipiani.
  2. Gli astri in cielo dopo il diluvio iniziarono a seguire un percorso differente da quello che era stato il normale percorso fino allora.
  3. Il cataclisma segnò l’inizio delle stagioni, fino allora sconosciute sulla Terra.
Interessante, non è vero?

In effetti, interessante è poco, meglio sarebbe dire, sconvolgente.


Sul punto 1 non c’è molto da aggiungere perché è ormai noto che si trattò di un’immane inondazione.

Ma sui punti 2 e 3 dobbiamo riflettere parecchio: quale evento può causare un cambiamento di percorso del sole, la luna e le stelle, nonché la comparsa delle stagioni che fino allora erano sconosciute?

Esiste una sola risposta a questa domanda: 
un’improvvisa variazione dell’inclinazione dell’asse terrestre e quindi uno spostamento nella posizione dei poli.

Possiamo azzardare una prima grezza stima sull’entità di tale spostamento dell’asse terrestre attorno a un valore non troppo distante dai 23º27’ della sua attuale inclinazione rispetto al piano dell’orbita e quindi all’eclittica.

Infatti, se prima dell’evento le stagioni non erano percepite, possiamo dedurre che a quei tempi l’asse terrestre si trovasse ad un angolo non troppo distante dalla perpendicolare rispetto al piano della sua orbita attorno al sole.


Ma procediamo per gradi e andiamo a vedere se ci sono prove concrete di questo cataclisma, prove che possano confermare i racconti narrati dagli antichi popoli.


Depositi alluvionali

Esistono depositi sedimentari alluvionali distribuiti in tutti i continenti, anche fino a quote elevate. Questi depositi indicano che in tempi geologici non lontani ci deve essere stata una colossale inondazione di portata globale.
Inoltre in alcune zone sono stati ritrovati enormi ammassi detritici composti di tronchi, rami spezzati e radici divelte, aggrovigliati in modo disordinato e caotico insieme a resti di animali di varie specie, quali mammut, bufali, cervi, ecc.; il tutto mescolato con grandi quantità di fango e pietre, come se un’enorme inondazione avesse spazzato via intere foreste, trascinando con sé tutto ciò che incontrava sul suo passo.


Spostamento dei poli

Esiste un posto al mondo dove la crosta terrestre risulta schiacciata come se il peso di milioni di tonnellate di ghiaccio, in tempi non lontani l’avesse fatta sprofondare.

Si tratta di quello che viene chiamato Scudo Canadese, l’estesa area in territorio canadese che ha per centro la Baia di Hudson. Infatti è noto da tempo che proprio sopra lo Scudo Canadese, fino a circa 13.000 anni fa esisteva l’imponente Ghiacciaio Laurentide, un’enorme distesa di ghiaccio che si ergeva sopra il terreno con un’altezza di alcuni chilometri.




La crosta terrestre in quel punto sta ancora sollevandosi dopo lo scioglimento di quell’enorme massa di ghiaccio che, a causa del proprio peso, ne aveva causato lo sprofondamento graduale e costante in milioni di anni. Inoltre anche la conformazione del terreno in tutta la vasta area Canadese che circonda la Baia di Hudson, tradisce la presenza in un non lontano passato di grandi quantità di ghiaccio; infatti, l’area appare come una depressione schiacciata e livellata con la presenza di moltissimi laghi.

Allo stesso modo va sottolineato che al contrario, il clima della Siberia prima del cataclisma era piuttosto mite e sicuramente molto più caldo dell’attuale, con estese praterie e foreste dove vivevano moltissime specie di animali anche di grandi dimensioni come i mammut, i rinoceronti lanosi, i leoni delle caverne, le tigri dai denti a sciabola e moltissime altre specie.

Agli antipodi dello Scudo Canadese abbiamo l’oceano ma se andiamo a esaminare le pochissime isole nell’area, come ad esempio la Macquarie Island, troviamo la stessa conformazione indicante uno schiacciamento e livellamento del terreno causati evidentemente dal peso di grandi masse di ghiaccio che dovevano essere presenti in un passato recente.


Polo Nord magnetico errante

Oltre a questo importante indicatore, esiste un fatto piuttosto peculiare: il Polo Nord magnetico in modo del tutto anomalo sta ancora oscillando tra l’area Canadese e l’attuale Polo Nord geografico, come in un presunto tentativo di stabilizzarsi, a testimoniare che un tempo non lontano il Polo Nord geografico si doveva trovare proprio nel nord del Canada.




Anomalo spessore delle calotte polari

Ma veniamo ad un’altra importantissima prova del fatto che i poli prima del cataclisma non si trovavano nella posizione attuale. Esistono due posti al mondo dove lo spessore dei ghiacci è maggiore che in ogni altra parte del pianeta: uno si trova nell’entroterra Groenlandese e l’altro in Antartide Orientale.

In entrambi i casi risulta esserci una strana anomalia dovuta al fatto che l’area dove troviamo uno spessore di ghiaccio maggiore non coincide con l’attuale Polo ma al contrario si trova in una posizione intermedia tra l’attuale Polo e il supposto antico Polo.




Si tratta di una stranezza veramente peculiare alla quale è difficile dare una spiegazione logica, eccetto tenere in considerazione che il ghiaccio in Groenlandia e in Antartide orientale non si sciolse quando avvenne la catastrofe, poiché la loro distanza dal nuovo polo rimase grosso modo la stessa di quella dall’antico Polo.

Per questa ragione, a differenza delle altre zone, la temperatura non dovette variare di molto in tali aree durante il cataclisma, e quindi il ghiaccio accumulato resistette al cambiamento di posizione dei poli.

Per questo, a differenza di altri grandi ghiacciai che si sciolsero con l’aumentare della temperatura, i ghiacciai Groenlandesi e quelli Antartico-Orientali hanno conservato quel ghiaccio che si era formato lentamente in decine di milioni di anni.

Esiste un mucchio di letteratura riguardo allo scioglimento del ghiacciaio Laurentide e sugli effetti devastanti che causò questa immensa massa di ghiaccio (che allora rappresentava il grosso della Calotta Polare Nord) quando in un tempo relativamente breve si scongelò inondando il territorio degli odierni Stati Uniti centro e nord orientali.

Dobbiamo considerare a questo proposito anche lo scioglimento analogo dei ghiacci antartici ma il fatto che il livello degli oceani si alzò di una sessantina di metri in alcuni secoli (gli altri circa 60 metri li aveva guadagnati con la fine dell’ultima glaciazione), fa capire le dimensioni dell’evento.


Tiriamo le somme

Ricapitoliamo i punti salienti:
  1. Presenza di sedimenti alluvionali su tutti i continenti anche a quote elevate.
  2. In alcune aree circoscritte, ritrovamento di grandi depositi di detriti vegetali e animali mescolati in modo caotico con fango e pietre, che non possono aver avuto altra causa se non un’immensa e devastante inondazione.
  3. In prossimità dei presunti antichi poli, estese aree di depressione della crosta terrestre le quali indicano la presenza di enormi spessori di ghiaccio in tempi non troppo remoti.
  4. Strano e inspiegabile comportamento oscillatorio del polo nord magnetico.
  5. Posizione distante dagli attuali Poli dei più antichi e abbondanti depositi di ghiaccio delle calotte polari.
Ognuno tragga le proprie conclusioni.

Appare in ogni modo altamente probabile che ci debba essere stato un evento tanto catastrofico quanto incredibile, il quale evidentemente causò un consistente cambiamento di inclinazione dell’asse terrestre.
In base a quanto stabilito in precedenza, se prendiamo come posizione dell’antico Polo Nord il centro dell’attuale Baia di Hudson, possiamo ipotizzare che tale spostamento sia stato di circa 30º il che equivale a circa 3.300 km sulla superficie terrestre.


I tempi

Sono state azzardate numerose ipotesi che possano spiegare in modo scientifico il Dryas Recente.

Sembra che una delle più accreditate sia l’impatto di un grande meteorite o cometa che potrebbe essere esploso in atmosfera e quindi avrebbe provocato l’immane cataclisma senza peraltro lasciare tracce visibili come potrebbe essere un cratere da impatto.

Ma questa ipotesi oltre ad altre vistose incongruenze, non spiega le evidenze relative allo spostamento dell’asse terrestre.
Esiste inoltre un altro fattore che esclude definitivamente l’ipotesi dell’impatto cosmico insieme a qualsiasi spiegazione logica e scientificamente accettabile:
 i tempi del cataclisma.


Veniamo ai fatti.

 All’inizio del secolo scorso in Siberia furono ritrovati corpi di mammut sotto il ghiaccio, le cui carni erano ancora in buone condizioni dopo millenni; ma la cosa incredibile fu che perfino i vegetali ancora non digeriti contenuti nel loro stomaco apparivano ben conservati.

I mammut in questione sono stati ritrovati in un’area della Siberia dove si sono conservati per millenni sotto il ghiaccio in ambiente simile a quello di un congelatore industriale (a temperature di qualche decina di gradi sotto zero).

Che ci fa in mezzo ai ghiacci della Siberia un animale che per sopravvivere ha bisogno di ingerire circa 50-100 kg di vegetali ogni giorno?

Questo dato inoppugnabile infatti è corroborato dal ritrovamento nel loro stomaco di vegetali tipici di climi temperati o subtropicali.

Quale evento può aver spostato la superficie terrestre di 30º di latitudine, equivalenti a circa 3.300 km, trasportando branchi di animali da un clima temperato/subtropicale a un clima polare? (Per fare un esempio, 30º di latitudine o 3.300 km equivalgono alla distanza tra la Sardegna e Capo Nord.)


Congelamento dei vegetali

A questo punto è doveroso fornire al lettore una precisazione.

Per congelare dei vegetali in modo che non vadano a male, si deve tassativamente operare il loro congelamento in pochi secondi.
Chi ha lavorato in una fabbrica che produce vegetali congelati, potrà confermare che il congelamento dei vegetali deve essere eseguito in non più di una manciata di secondi per fare in modo che si conservino a lungo; altrimenti andranno a male.

Si tratta di un dato tecnico che chiunque può verificare facilmente.

Quindi, quale evento potrebbe spiegare uno spostamento repentino della superficie terrestre di 3.300 Km (30º), insieme al congelamento istantaneo del corpo di un animale a sangue caldo che pesa varie tonnellate, inclusi i vegetali contenuti nel suo stomaco?

Non esiste nessun fenomeno conosciuto sulla Terra in grado di produrre un simile effetto.

Semplicemente si tratta di qualcosa che va al di là di qualsiasi spiegazione scientifica.

Ma allora cosa dobbiamo fare, gettare alle ortiche le prove, i riscontri oggettivi e tutto quanto abbiamo esaminato fino ad ora soltanto per il fatto che, secondo le nostre limitate conoscenze attuali, non siamo in grado di trovare una spiegazione al fenomeno?

Si tratterebbe di un atteggiamento piuttosto arrogante.


Ragionare per induzione

Al contrario, proviamo ad andare avanti in base alle prove a nostra disposizione e vediamo cosa potrebbe saltar fuori usando il ragionamento induttivo.

Cosa ci vorrebbe per congelare interamente e in pochi secondi (fino alle viscere) il corpo di un mammut pesante alcune tonnellate, e nello stesso tempo trasportarlo 3.300 km più a nord, dove rimarrà sepolto nel ghiaccio?

Si potrebbero azzardare diverse ipotesi, ma l’unica spiegazione accettabile che possiamo proporre usando la logica, è una rotazione brusca e rapida del pianeta Terra che, per mezzo della forza centrifuga avrebbe sollevato l’atmosfera e quindi provocato la sua separazione dalla superficie terrestre, facendo quindi piombare quest’ultima istantaneamente alla temperatura dello spazio interplanetario, cioè prossima allo Zero Kelvin (o zero assoluto), vale a dire circa -270º.

In seguito l’atmosfera è ricaduta sulla terra per forza di gravità, quindi le temperature sono tornate gradualmente nella norma, relativamente alla nuova latitudine.

Infine, a causa del contraccolpo a questo fortissimo e brusco spostamento dell’asse terrestre, l’acqua degli oceani invase le terre emerse penetrando per migliaia di chilometri all’interno dei continenti, in una terrificante inondazione che dovette spazzare via gran parte della vita sul pianeta.

Cosa può aver causato questa brusca e rapida rotazione del pianeta Terra? Non ne ho la minima idea.

Ma per favore si eviti di continuare a proporre improbabili impatti cosmici, perché dio solo sa che dimensioni di meteorite o cometa sono necessarie per dislocare repentinamente la crosta terrestre di 30º.


Considerazioni finali

Il brusco colpo e la conseguente improvvisa accelerazione centrifuga, probabilmente provocò tutta una serie di fenomeni che dovrebbero essere accuratamente investigati.

Per esempio, la forza centrifuga oltre a sollevare l’atmosfera deve aver prodotto anche il sollevamento delle acque dei mari e in un secondo tempo, presumibilmente potrebbe avere favorito la fuoriuscita di magma del mantello dai punti più deboli della crosta terrestre, come ad esempio i vecchi condotti magmatici.

Ci si può immaginare il tremendo cataclisma risultante da questa miscela di freddo siderale, enormi masse d’acqua degli oceani che si riversano nelle terre emerse, e in seguito il fuoco dei vulcani che iniziano improvvisamente a eruttare simultaneamente!

Ma va tenuto in conto che i maggiori effetti sopra descritti sono rimasti confinati dentro una fascia che si estese lungo la direzione dello spostamento, cioè sul prolungamento di una linea che va dall’antico Polo Nord (all’incirca il centro della Baia di Hudson) all’attuale Polo Nord, poiché quella è la linea dove l’entità dello spostamento fu massima e quindi gli effetti furono maggiori.



Per questa ragione la maggior parte dei popoli della Terra ha vissuto soltanto l’inondazione, mentre i fenomeni più violenti menzionati sopra, devono essere rimasti confinati all’interno della fascia di massimo momento angolare (dove sicuramente non ci sono stati superstiti che potessero raccontare l’accaduto).
Ad esempio, in aree come l’Europa o l’Africa dove lo spostamento fu minimo, l’atmosfera deve essere rimasta al suo posto.

Infatti, non ci sono ritrovamenti di animali congelati nell’emisfero nord al di fuori della Siberia poiché proprio quell’area si trovò sulla retta dove il momento angolare dello spostamento fu massimo.

Per la stessa ragione, chissà un giorno potrebbero essere trovati resti di fauna congelata nell’Antartide Occidentale, poiché anche quell’area dell’emisfero sud si trova sulla retta di massimo spostamento, e inoltre durante il cataclisma passò di colpo da un clima temperato a un clima molto freddo di tipo antartico.
Uno potrebbe obiettare che anche il Nord America si trovò sulla linea di massimo spostamento; ma lì non ci sono stati ritrovamenti poiché, al contrario che in Siberia, il dislocamento avvenne da una latitudine fredda a una latitudine temperata, quindi il clima risultante non ha permesso la conservazione fino ai nostri giorni dei resti degli animali morti (del Nord America si sa solamente che alcune specie come il leone delle caverne o l’orso dal muso corto si sono estinte improvvisamente circa 12.500 anni fa).

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Quella esposta in quest’articolo è un’ipotesi che, come spiegato sopra, non pretende di fornire una spiegazione scientifica per un avvenimento che per se stesso è sconvolgente, incredibile, pazzesco.

Ma dipinge un quadro su cosa potrebbe essere successo durante quello che rimane uno dei più grossi misteri per climatologi, geologi e paleontologi: l’evento che porta il nome di Dryas Recente.
 
 

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