Nel passato non troppo lontano del nostro pianeta è avvenuto un cataclisma di tali proporzioni che ne possiamo trovare ancora le tracce nella memoria storica di tutti i popoli della Terra. Quello che è conosciuto dalla scienza come “Dryas recente”, un repentino mutamento climatico di enormi proporzioni, coincide nella data con il Diluvio biblico.
Circa 12.000-13.000 anni fa, la Terra ha sperimentato un evento per
il quale è molto difficile trovare una causa logica e scientificamente
accettabile.
Tra i numerosi fatti che caratterizzano l’evento, due spiccano tra
tutti: in molte aree la temperatura è scesa repentinamente di diversi
gradi, e le terre emerse di tutto il globo si sono ritrovate per la
maggior parte inondate, salvo i rilievi più elevati.
Ma ce ne sono molti altri che fanno apparire il “Dryas recente” come
un evento totalmente inspiegabile o meglio dire, semplicemente pazzesco.
Il Diluvio nella memoria dei popoli antichi
Nella memoria di moltissime antiche culture che vissero in ogni
angolo della Terra, esiste il mito di una tremenda inondazione che quasi
spazzò via la specie umana.
A parte il ben noto Diluvio Universale dell’Antico Testamento,
troviamo una storia simile tra i popoli Greci, Irlandesi, Scandinavi,
Egizi, Anatolici, Babilonesi, Arabi, Africani, Indiani, Cinesi,
Indonesiani, Australiani, Neozelandesi, Polinesiani, Hopi, Aztechi,
Maya, Inca, Hawaiani, Inuit e Nativi Americani.
Se ne deduce che, essendo molti di questi popoli non in comunicazione
tra di loro, la catastrofe in questione non può essere un’invenzione o
semplicemente una leggenda, ma al contrario deve corrispondere a un
evento realmente accaduto, le cui funeste conseguenze si trovano ancor
oggi profondamente radicate nella memoria degli abitanti del pianeta
Terra.
Ma andiamo più nel dettaglio a vedere cosa narrano questi popoli riguardo l’accaduto.
- Si trattò di un’immane inondazione che sommerse quasi interamente i continenti, lasciando fuori solo le cime più elevate delle montagne e alcuni altipiani.
- Gli astri in cielo dopo il diluvio iniziarono a seguire un percorso differente da quello che era stato il normale percorso fino allora.
- Il cataclisma segnò l’inizio delle stagioni, fino allora sconosciute sulla Terra.
Interessante, non è vero?
In effetti, interessante è poco, meglio sarebbe dire, sconvolgente.
Sul punto 1 non c’è molto da aggiungere perché è ormai noto che si trattò di un’immane inondazione.
Ma sui punti 2 e 3 dobbiamo riflettere parecchio: quale evento può
causare un cambiamento di percorso del sole, la luna e le stelle, nonché
la comparsa delle stagioni che fino allora erano sconosciute?
Esiste una sola risposta a questa domanda:
un’improvvisa variazione dell’inclinazione dell’asse terrestre e quindi uno spostamento nella posizione dei poli.
Possiamo azzardare una prima grezza stima sull’entità di tale
spostamento dell’asse terrestre attorno a un valore non troppo distante
dai 23º27’ della sua attuale inclinazione rispetto al piano dell’orbita e
quindi all’eclittica.
Infatti, se prima dell’evento le stagioni non erano percepite,
possiamo dedurre che a quei tempi l’asse terrestre si trovasse ad un
angolo non troppo distante dalla perpendicolare rispetto al piano della
sua orbita attorno al sole.
Ma procediamo per gradi e andiamo a vedere se ci sono prove concrete
di questo cataclisma, prove che possano confermare i racconti narrati
dagli antichi popoli.
Depositi alluvionali
Esistono depositi sedimentari alluvionali distribuiti in tutti i
continenti, anche fino a quote elevate. Questi depositi indicano che in
tempi geologici non lontani ci deve essere stata una colossale
inondazione di portata globale.
Inoltre in alcune zone sono stati ritrovati enormi ammassi detritici
composti di tronchi, rami spezzati e radici divelte, aggrovigliati in
modo disordinato e caotico insieme a resti di animali di varie specie,
quali mammut, bufali, cervi, ecc.; il tutto mescolato con grandi
quantità di fango e pietre, come se un’enorme inondazione avesse
spazzato via intere foreste, trascinando con sé tutto ciò che incontrava
sul suo passo.
Spostamento dei poli
Esiste un posto al mondo dove la crosta terrestre risulta schiacciata
come se il peso di milioni di tonnellate di ghiaccio, in tempi non
lontani l’avesse fatta sprofondare.
Si tratta di quello che viene chiamato Scudo Canadese, l’estesa area
in territorio canadese che ha per centro la Baia di Hudson. Infatti è
noto da tempo che proprio sopra lo Scudo Canadese, fino a circa 13.000
anni fa esisteva l’imponente Ghiacciaio Laurentide, un’enorme distesa di
ghiaccio che si ergeva sopra il terreno con un’altezza di alcuni
chilometri.
La crosta terrestre in quel punto sta ancora sollevandosi dopo lo
scioglimento di quell’enorme massa di ghiaccio che, a causa del proprio
peso, ne aveva causato lo sprofondamento graduale e costante in milioni
di anni. Inoltre anche la conformazione del terreno in tutta la vasta
area Canadese che circonda la Baia di Hudson, tradisce la presenza in un
non lontano passato di grandi quantità di ghiaccio; infatti, l’area
appare come una depressione schiacciata e livellata con la presenza di
moltissimi laghi.
Allo stesso modo va sottolineato che al contrario, il clima della
Siberia prima del cataclisma era piuttosto mite e sicuramente molto più
caldo dell’attuale, con estese praterie e foreste dove vivevano
moltissime specie di animali anche di grandi dimensioni come i mammut, i
rinoceronti lanosi, i leoni delle caverne, le tigri dai denti a
sciabola e moltissime altre specie.
Agli antipodi dello Scudo Canadese abbiamo l’oceano ma se andiamo a
esaminare le pochissime isole nell’area, come ad esempio la Macquarie
Island, troviamo la stessa conformazione indicante uno schiacciamento e
livellamento del terreno causati evidentemente dal peso di grandi masse
di ghiaccio che dovevano essere presenti in un passato recente.
Polo Nord magnetico errante
Oltre a questo importante indicatore, esiste un fatto piuttosto
peculiare: il Polo Nord magnetico in modo del tutto anomalo sta ancora
oscillando tra l’area Canadese e l’attuale Polo Nord geografico, come in
un presunto tentativo di stabilizzarsi, a testimoniare che un tempo non
lontano il Polo Nord geografico si doveva trovare proprio nel nord del
Canada.
Anomalo spessore delle calotte polari
Ma veniamo ad un’altra importantissima prova del fatto che i poli
prima del cataclisma non si trovavano nella posizione attuale. Esistono
due posti al mondo dove lo spessore dei ghiacci è maggiore che in ogni
altra parte del pianeta: uno si trova nell’entroterra Groenlandese e
l’altro in Antartide Orientale.
In entrambi i casi risulta esserci una strana anomalia dovuta al
fatto che l’area dove troviamo uno spessore di ghiaccio maggiore non
coincide con l’attuale Polo ma al contrario si trova in una posizione
intermedia tra l’attuale Polo e il supposto antico Polo.
Si tratta di una stranezza veramente peculiare alla quale è difficile
dare una spiegazione logica, eccetto tenere in considerazione che il
ghiaccio in Groenlandia e in Antartide orientale non si sciolse quando
avvenne la catastrofe, poiché la loro distanza dal nuovo polo rimase
grosso modo la stessa di quella dall’antico Polo.
Per questa ragione, a differenza delle altre zone, la temperatura non
dovette variare di molto in tali aree durante il cataclisma, e quindi
il ghiaccio accumulato resistette al cambiamento di posizione dei poli.
Per questo, a differenza di altri grandi ghiacciai che si sciolsero
con l’aumentare della temperatura, i ghiacciai Groenlandesi e quelli
Antartico-Orientali hanno conservato quel ghiaccio che si era formato
lentamente in decine di milioni di anni.
Esiste un mucchio di letteratura riguardo allo scioglimento del
ghiacciaio Laurentide e sugli effetti devastanti che causò questa
immensa massa di ghiaccio (che allora rappresentava il grosso della
Calotta Polare Nord) quando in un tempo relativamente breve si scongelò
inondando il territorio degli odierni Stati Uniti centro e nord
orientali.
Dobbiamo considerare a questo proposito anche lo scioglimento analogo
dei ghiacci antartici ma il fatto che il livello degli oceani si alzò
di una sessantina di metri in alcuni secoli (gli altri circa 60 metri li
aveva guadagnati con la fine dell’ultima glaciazione), fa capire le
dimensioni dell’evento.
Tiriamo le somme
Ricapitoliamo i punti salienti:
- Presenza di sedimenti alluvionali su tutti i continenti anche a quote elevate.
- In alcune aree circoscritte, ritrovamento di grandi depositi di detriti vegetali e animali mescolati in modo caotico con fango e pietre, che non possono aver avuto altra causa se non un’immensa e devastante inondazione.
- In prossimità dei presunti antichi poli, estese aree di depressione della crosta terrestre le quali indicano la presenza di enormi spessori di ghiaccio in tempi non troppo remoti.
- Strano e inspiegabile comportamento oscillatorio del polo nord magnetico.
- Posizione distante dagli attuali Poli dei più antichi e abbondanti depositi di ghiaccio delle calotte polari.
Ognuno tragga le proprie conclusioni.
Appare in ogni modo altamente probabile che ci debba essere stato un
evento tanto catastrofico quanto incredibile, il quale evidentemente
causò un consistente cambiamento di inclinazione dell’asse terrestre.
In base a quanto stabilito in precedenza, se prendiamo come posizione
dell’antico Polo Nord il centro dell’attuale Baia di Hudson, possiamo
ipotizzare che tale spostamento sia stato di circa 30º il che equivale a
circa 3.300 km sulla superficie terrestre.
I tempi
Sono state azzardate numerose ipotesi che possano spiegare in modo scientifico il Dryas Recente.
Sembra che una delle più accreditate sia l’impatto di un grande
meteorite o cometa che potrebbe essere esploso in atmosfera e quindi
avrebbe provocato l’immane cataclisma senza peraltro lasciare tracce
visibili come potrebbe essere un cratere da impatto.
Ma questa ipotesi oltre ad altre vistose incongruenze, non spiega le evidenze relative allo spostamento dell’asse terrestre.
Esiste inoltre un altro fattore che esclude definitivamente l’ipotesi
dell’impatto cosmico insieme a qualsiasi spiegazione logica e
scientificamente accettabile:
i tempi del cataclisma.
Veniamo ai fatti.
All’inizio del secolo scorso in Siberia furono ritrovati corpi di
mammut sotto il ghiaccio, le cui carni erano ancora in buone condizioni
dopo millenni; ma la cosa incredibile fu che perfino i vegetali ancora
non digeriti contenuti nel loro stomaco apparivano ben conservati.
I mammut in questione sono stati ritrovati in un’area della Siberia
dove si sono conservati per millenni sotto il ghiaccio in ambiente
simile a quello di un congelatore industriale (a temperature di qualche
decina di gradi sotto zero).
Che ci fa in mezzo ai ghiacci della Siberia un animale che per
sopravvivere ha bisogno di ingerire circa 50-100 kg di vegetali ogni
giorno?
Questo dato inoppugnabile infatti è corroborato dal ritrovamento nel
loro stomaco di vegetali tipici di climi temperati o subtropicali.
Quale evento può aver spostato la superficie terrestre di 30º di
latitudine, equivalenti a circa 3.300 km, trasportando branchi di
animali da un clima temperato/subtropicale a un clima polare? (Per fare
un esempio, 30º di latitudine o 3.300 km equivalgono alla distanza tra
la Sardegna e Capo Nord.)
Congelamento dei vegetali
A questo punto è doveroso fornire al lettore una precisazione.
Per congelare dei vegetali in modo che non vadano a male, si deve tassativamente operare il loro congelamento in pochi secondi.
Chi ha lavorato in una fabbrica che produce vegetali congelati, potrà
confermare che il congelamento dei vegetali deve essere eseguito in non
più di una manciata di secondi per fare in modo che si conservino a
lungo; altrimenti andranno a male.
Si tratta di un dato tecnico che chiunque può verificare facilmente.
Quindi, quale evento potrebbe spiegare uno spostamento repentino
della superficie terrestre di 3.300 Km (30º), insieme al congelamento
istantaneo del corpo di un animale a sangue caldo che pesa varie
tonnellate, inclusi i vegetali contenuti nel suo stomaco?
Non esiste nessun fenomeno conosciuto sulla Terra in grado di produrre un simile effetto.
Semplicemente si tratta di qualcosa che va al di là di qualsiasi spiegazione scientifica.
Ma allora cosa dobbiamo fare, gettare alle ortiche le prove, i
riscontri oggettivi e tutto quanto abbiamo esaminato fino ad ora
soltanto per il fatto che, secondo le nostre limitate conoscenze
attuali, non siamo in grado di trovare una spiegazione al fenomeno?
Si tratterebbe di un atteggiamento piuttosto arrogante.
Ragionare per induzione
Al contrario, proviamo ad andare avanti in base alle prove a nostra
disposizione e vediamo cosa potrebbe saltar fuori usando il ragionamento
induttivo.
Cosa ci vorrebbe per congelare interamente e in pochi secondi (fino
alle viscere) il corpo di un mammut pesante alcune tonnellate, e nello
stesso tempo trasportarlo 3.300 km più a nord, dove rimarrà sepolto nel
ghiaccio?
Si potrebbero azzardare diverse ipotesi, ma l’unica spiegazione
accettabile che possiamo proporre usando la logica, è una rotazione
brusca e rapida del pianeta Terra che, per mezzo della forza centrifuga
avrebbe sollevato l’atmosfera e quindi provocato la sua separazione
dalla superficie terrestre, facendo quindi piombare quest’ultima
istantaneamente alla temperatura dello spazio interplanetario, cioè
prossima allo Zero Kelvin (o zero assoluto), vale a dire circa -270º.
In seguito l’atmosfera è ricaduta sulla terra per forza di gravità,
quindi le temperature sono tornate gradualmente nella norma,
relativamente alla nuova latitudine.
Infine, a causa del contraccolpo a questo fortissimo e brusco
spostamento dell’asse terrestre, l’acqua degli oceani invase le terre
emerse penetrando per migliaia di chilometri all’interno dei continenti,
in una terrificante inondazione che dovette spazzare via gran parte
della vita sul pianeta.
Cosa può aver causato questa brusca e rapida rotazione del pianeta Terra? Non ne ho la minima idea.
Ma per favore si eviti di continuare a proporre improbabili impatti
cosmici, perché dio solo sa che dimensioni di meteorite o cometa sono
necessarie per dislocare repentinamente la crosta terrestre di 30º.
Considerazioni finali
Il brusco colpo e la conseguente improvvisa accelerazione centrifuga,
probabilmente provocò tutta una serie di fenomeni che dovrebbero essere
accuratamente investigati.
Per esempio, la forza centrifuga oltre a sollevare l’atmosfera deve
aver prodotto anche il sollevamento delle acque dei mari e in un secondo
tempo, presumibilmente potrebbe avere favorito la fuoriuscita di magma
del mantello dai punti più deboli della crosta terrestre, come ad
esempio i vecchi condotti magmatici.
Ci si può immaginare il tremendo cataclisma risultante da questa
miscela di freddo siderale, enormi masse d’acqua degli oceani che si
riversano nelle terre emerse, e in seguito il fuoco dei vulcani che
iniziano improvvisamente a eruttare simultaneamente!
Ma va tenuto in conto che i maggiori effetti sopra descritti sono
rimasti confinati dentro una fascia che si estese lungo la direzione
dello spostamento, cioè sul prolungamento di una linea che va
dall’antico Polo Nord (all’incirca il centro della Baia di Hudson)
all’attuale Polo Nord, poiché quella è la linea dove l’entità dello
spostamento fu massima e quindi gli effetti furono maggiori.
Per questa ragione la maggior parte dei popoli della Terra ha vissuto
soltanto l’inondazione, mentre i fenomeni più violenti menzionati
sopra, devono essere rimasti confinati all’interno della fascia di
massimo momento angolare (dove sicuramente non ci sono stati superstiti
che potessero raccontare l’accaduto).
Ad esempio, in aree come l’Europa o l’Africa dove lo spostamento fu minimo, l’atmosfera deve essere rimasta al suo posto.
Infatti, non ci sono ritrovamenti di animali congelati nell’emisfero
nord al di fuori della Siberia poiché proprio quell’area si trovò sulla
retta dove il momento angolare dello spostamento fu massimo.
Per la stessa ragione, chissà un giorno potrebbero essere trovati
resti di fauna congelata nell’Antartide Occidentale, poiché anche
quell’area dell’emisfero sud si trova sulla retta di massimo
spostamento, e inoltre durante il cataclisma passò di colpo da un clima
temperato a un clima molto freddo di tipo antartico.
Uno potrebbe obiettare che anche il Nord America si trovò sulla linea
di massimo spostamento; ma lì non ci sono stati ritrovamenti poiché, al
contrario che in Siberia, il dislocamento avvenne da una latitudine
fredda a una latitudine temperata, quindi il clima risultante non ha
permesso la conservazione fino ai nostri giorni dei resti degli animali
morti (del Nord America si sa solamente che alcune specie come il leone
delle caverne o l’orso dal muso corto si sono estinte improvvisamente
circa 12.500 anni fa).
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Quella esposta in quest’articolo è un’ipotesi che, come spiegato sopra, non pretende di fornire una spiegazione scientifica per un avvenimento che per se stesso è sconvolgente, incredibile, pazzesco.Ma dipinge un quadro su cosa potrebbe essere successo durante quello che rimane uno dei più grossi misteri per climatologi, geologi e paleontologi: l’evento che porta il nome di Dryas Recente.
Fonte AttivitàSolare
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