Negli ultimi giorni mi è capitato di imbattermi più volte in un articolo scritto da Roger Pielke Jr
in materia di sostenibilità degli obiettivi di riduzione delle
emissioni che si celano (sarebbe meglio dire celerebbero) dietro
l’affascinante ed evocativa perifrasi del Green New Deal. Nata negli USA
sotto la forma di una proposta che le Camere hanno buttato dalla
finestra in men che non si dica, è poi giunta in Europa e in Italia
volando nel letto del vento che soffia lungo l’Atlantico più velocemente
di quanto non ci abbia messo Greta Thunberg a fare il percorso opposto
sul fantastico veliero del Principe monegasco. Ed è subito piaciuta da
morire.
Che a supportarla siano gli invasati di Extintion Rebellion ballando
per le strade delle capitali occidentali o le grisaglie di esperti e
decisori che ne dettagliano il percorso, la proposta ha un unico
obbiettivo: arrivare a zero emissioni nette di anidride carbonica entro
il 2050. Bellissimo. Peccato che nessuno dica anche cosa questo
significhi in termini di numeri. Lo ha fatto appunto Roger Pielke Jr con
pochi semplici calcoli.
Il fabbisogno mondiale di energia primaria è di circa 12.000 Mtoe
(Milioni di tonnellate di petrolio equivalente). Tenendo conto
dell’aumento del fabbisogno energetico che a quella data avrà l’umanità,
per produrre tutta l’energia senza far ricorso al fossile si dovrebbero
aprire 3 centrali nucleari ogni 2 giorni, tutti i giorni (week end e
feste comandate comprese) di qui ad allora. Anzi, considerato che i
calcoli li ha fatti una quindicina di giorni fa siamo già indietro di
una ventina di impianti. Non vi piace l’energia nucleare? Legittimo.
Allora si dovrebbe inaugurare un parco eolico da 1500 turbine e circa
750 Kmq di suolo occupato, sempre ogni giorno, fino ad allora. Non è
tutto. Finita l’inaugurazione quotidiana (diurna), si dovrebbe impiegare
la notte a sbarazzarsi di una pari quantità di capacità generativa
basata sulle fonti fossili. Se la cosa vi sembra possibile accomodatevi
pure.
Prima di farlo però, visto che l’idea ci piace tanto, ripetiamo il calcolo per l’Italia.
Il nostro fabbisogno di energia primaria si aggira intorno a 170 Mtoe
all’anno. Siccome siamo bravi, abbiamo tratto grande beneficio dalla
(doppia) crisi finanziaria, diminuendolo di circa 20-25 Mtoe a partire
dal 2008… Comunque, tant’è, si tratta dell’1,4% circa del fabbisogno
globale. Lasciando stare per carità di patria il discorso sulle centrali
nucleari, concentriamoci sulle turbine. Con una percentuale così
piccola del fabbisogno ci basterebbe installarne… … … 21 al giorno, 630
al mese, 7560 l’anno. Alla fine ce ne saranno volute “solo” 231.000. Se
vi sembrano tante sappiate che in Italia ce ne sono già 7.000 di
generatori eolici, di cui però solo 368 con una capacità generativa
compresa tra 200kW e 1 MW, con il limite superiore che rientra nei
parametri del calcolo a stento.
Sempre tenendo conto della percentuale, 21 turbine al giorno
occuperebbero poi appena 11 Kmq. A fine lavoro il Belpaese, il cui
territorio è di circa 302.000 Kmq, sarebbe occupato da torri eoliche per
poco meno della metà della sua estensione, ovvero per 121.000 Kmq.
Escludendo l’acqua (circa il 2,4%), le città e le montagne, ce ne
sarebbe probabilmente una, ma forse anche due in ogni spazio
disponibile. Non so come si potrebbe fare a vedere un po’ del verde
promesso ma questo è.
Lascio a chi volesse cimentarsi con la raccolta delle informazioni il
compito di calcolare quanto acciaio (viva l’Ilva!), quanto cemento e,
soprattutto, quanta energia ci vorrebbe per produrre tutti questi mulini
a vento…
Buon week end.
PS: che si debbano perseguire politiche di salvaguardia dell’ambiente
è fuor di dubbio. Sarebbe bello che fossero vere però. Così, tanto per
intenderci.
Fonte: ClimateMonitor
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