martedì 29 ottobre 2019

I Tifoni in Giappone



La JMA (Agenzia Meteorologica Giapponese) produce e aggiorna la serie dei tifoni (in giapponese; nella versione inglese del sito non sono stato capace di trovare la pagina) che si sono formati nell’area giapponese dal 1951 ad oggi (settembre 2019). I dati sono forniti come eventi nei singoli mesi e come somma annuale.

L’istogramma del numero annuale dei tifoni è mostrato in figura 1 insieme al fit lineare che mostra una diminuzione del numero di eventi nel tempo.


Fig.1: Numero annuale di tifoni in Giappone. La linea rossa è il fit lineare e mostra una leggera diminuzione del numero di eventi. La pendenza della retta è (-0.4±0.3) eventi/decennio.


 Anche in questo caso (altri esempi nei link a CM presenti nel sito di supporto), malgrado la crescita della temperatura globale e la (ipotizzata ma ormai assunta dai più come vera) sua dipendenza dalla concentrazione di CO2 e, in definitiva, dall’attività antropica, gli eventi estremi non mostrano alcuna crescita.

I dati mostrano ampie fluttuazioni e se si prova a filtrarli si ottiene il quadro superiore di figura 2, con una netta oscillazione che -sia chiaro- dipende dalla finestra di filtraggio e fornisce soltanto un’indicazione di massima sul comportamento del numero di tifoni per anno. Questa indicazione è però sufficiente per un’analisi spettrale del dataset, analisi che evidenzia nel grafico in basso un massimo a circa 27 anni come la caratteristica dominante, pur non mancando indicazioni di massimi tra 2 e 7 anni, caratteristici di El Niño.


Fig.2: Numero di cicloni per anno con il fit lineare di figura 1. La linea rossa è un filtro passa-basso di finestra 15 anni. Da notare l’evidente andamento oscillante (che in parte dipende dalla finestra del filtro). In basso lo spettro MEM degli stessi dati: il massimo spettrale a 27.2 anni domina completamente lo spettro ed è mostrato nell’oscillazione del grafico in alto.


Il periodo del picco principale è ben rappresentato dalla curva rossa del filtro dove la distanza tra il primo massimo a sinistra e il successivo è di 24 anni (1990-1966) e la distanza tra i due minimi è di 28 anni (2006-1978). Con un semiperiodo di circa 13 anni si può prevedere che il 2019 è l’anno di un altro massimo relativo. Possiamo quindi immaginare che quest’anno sarà più ricco di eventi dei precedenti (in media, dei precedenti 13 e oltre); questo alla conclusione della stagione dei tifoni, a novembre come si vede in figura 3.
A me sorge il sospetto che il riscaldamento globale antropico abbia ben poco a che fare con il numero dei tifoni nel mar del Giappone e che i “gridi di dolore” lanciati da divulgatori e giornalisti sulla sorte del pianeta siano, almeno in questo caso, del tutto fuori luogo.

Come accennato sopra, la figura 3 mostra l’andamento mensile del numero di tifoni, con i mesi mostrati in coppia per evitare grafici troppo confusi.

Fig.3: Numero mensile dei tifoni in Giappone da cui appare chiaramente che la stagione dei tifoni va da giugno a novembre, con un crescendo fino ad agosto -settembre e una successiva diminuzione degli eventi. In ogni quadro il la linea nera mostra il primo dei due mesi rappresentati e la linea rossa il secondo.

 Si vede bene che gennaio e febbraio sono mesi di bassa o bassissima attività e che ad aprile qualcosa comincia a muoversi nel Mar del Giappone; da maggio ad agosto-settembre si raggiunge il massimo di attività che a novembre decade per poi tornare ai livelli minimi a dicembre. Un aspetto importante di questo grafico e che in nessuno dei mesi si nota un sistematico aumento dell’attività, soltanto fluttuazioni attorno ad un valore medio costante.


L’Oscillazione Decadale del Pacifico
Il massimo spettrale a 27 anni fa pensare che l’oscillazione principale della presenza dei tifoni possa dipendere da un agente esterno che nel Pacifico potrebbe essere l’oscillazione decadale del Pacifico o PDO. Oltre a El Niño, esistono altre oscillazioni su larga scala e teleconnessioni (tipo la PNA tra il Pacifico e il nord Atlantico) le cui interazioni potrebbero avere una influenza sui tifoni, ma credo che la PDO sia la più significativa e per questo userò solo questa serie. Di seguito presento due serie temporali della PDO, una dal 1000 al 2000, ricostruita, e l’altra dal 1900 al 2018, osservata, insieme ai loro spettri.

Fig.4: La PDO dal 1000 al 2000. Dal 1900 si sovrappone (linea rosa) 
la PDO prodotta da Mantua (è la pdo-latest-mo.txt usata in figura 5).
Fig.5: La PDO dal 1900 al 2018.

Dalle due serie possiamo derivare l’indicazione che una oscillazione compatibile con quella dei tifoni si trova nello spettro della PDO “lunga” ma non in quello della PDO di Mantua, tranne una possibile increspatura dello spettro attorno a 27 anni (non indicata in figura 5), per nulla significativa. In queste condizioni è difficile attribuire alla sola PDO la modulazione della frequenza dei tifoni e bisogna immaginare altri condizionamenti presenti nel Mar del Giappone.

A questo scopo ho ricontrollato due grafici, già pubblicati in Mariani et al.,2018, per brevità disponibili solo sul sito di supporto.

  1. La serie della data di fioritura del ciliegio a Kyoto (Giappone, Aono e Kazui, 2008), il CFD, dall’800 al 2000, che però nello spettro non mostra picchi che si avvicinino ai 27 anni dei tifoni.
  2. La serie di anelli di accrescimento del ginepro a Wulan, Cina, ancora tra l’800 e il 2000, che mostra un massimo evidente, anche se non tra i più importanti, a 28.5 anni. Ma siamo in Cina, piuttosto lontano dal Giappone.
In definitiva, i tifoni che si formano attorno al Giappone mostrano una frequenza di apparizione che diminuisce nel tempo, cadenzata da una periodicità di 27 anni di cui non è chiara l’origine.


I dati di questo post sono disponbili nel sito di supporto.


Bibliografia

  • Yasuyuki Aono and Keiko Kazui: Phenological data series of cherry tree flowering in Kyoto, Japan, and its application to reconstruction of springtime temperatures since the 9th century Int. J. Climatol.,28, 905-914, 2008. http://dx.doi.org/10.1002/joc.1594.
  • L. Mariani, G. Cola, O. Failla, D. Maghradze, F. Zavatti: Influence of Climate Cycles on Grapevine Domestication and Ancient Migrations in EurasiaScience of the Total Environment635, 1240-1254, 2018. doi:10.1016/j.scitotenv.2018.4.175



Fonte:  ClimateMonitor

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