giovedì 26 dicembre 2019

L’Anomalia Termica del Dicembre 2019 in Australia


Figura 1 – Carta fisica dell’Australia

Alcuni dati


In figura 2 si riporta l’andamento delle temperature medie giornaliere per il territorio australiano del periodo ricavate come media dell’areale compreso fra 110 e 160°di longitudine Est e fra 10 e 40° di latitudine Sud. La norma è espressa dalle 3 linee in nero che sono la media e la media +/- 1 deviazione standard per il periodo 1999-2010. Il diagramma mostra che il fenomeno in questione è in atto dal 5 dicembre. Giova ricordare che secondo la cartografia in figura 3 l’anomalia termica è stata più rilevante sulla parte sud del continente ove si sono registrate anomalie positive di oltre 6°C rispetto alla media 1981-2010. Pertanto il diagramma in figura 2, considerando una media nazionale, tende a non rendere piena ragione dell’entità del fenomeno.


Figura 2 – Temperatura media dell’Australia per il periodo 17 agosto – 17 dicembre 2019 
(elaborazioni dell’autore su dati CFSv2 della NOAA)
Figura 3 – Anomalia termica globale del periodo dal 10 al 18 ottobre 2019 (fonte: NOAA – https://www.esrl.noaa.gov/psd/data/composites/day/)

La figura 4 illustra il livello di anomalia delle temperature massime del 19 dicembre indicato dal servizio meteorologico nazionale australiano. Le aree in rosso sono quelle in cui si è toccato un record di temperature mai raggiunto. Sul sito del BOM è possibile anche vedere l’analisi per i giorni precedenti, il che si rivela di grande utilità per seguire in tutta la sua complessità l’evoluzione spaziale e temporale dell’anomalia termica.


Figura 4 – Carta delle temperature massime registrate il 19 dicembre (fonte: BOM – http://www.bom.gov.au/cgi-bin/climate/extremes/extreme_maps.cgi)

La figura 5 illustra la topografia del livello barico di 500 hPa. Si noti l’area dell’emisfero sud caratterizzata dal regime zonale (fascia con colori dall’arancio al blu e che per l’Australia interessa la sola Tasmania) che appare svilupparsi con grande regolarità attorno all’Antartide in virtù del fatto che nell’emisfero sud ci sono poche catene montuose e aree di terra a ondularlo. Dalla carta emerge inoltre la presenza di 4 grandi cupole anticicloniche (aree in granata con altezza della 500 hPa superore a 5900 m), una delle quali insiste proprio sull’Australia. In coincidenza con tali aree l’intenso soleggiamento e gli effetti di compressione determinano temperature particolarmente elevate.


Figura 5 – Topografia del livello barico di 500 hPa per l’emisfero sud (fonte: NOAA – 


I livelli di anomalia del fenomeno in atto


E’ presto per esprimersi sui livelli di anomalia di un fenomeno ancora in corso che in ogni caso sta dando luogo a temperature record in molte località australiane.  Può essere utile tuttavia cercare di comprendere con che tipo di clima ci si debba confrontare in Australia nel periodo estivo e a tale scopo si riporta la figura 6 che mostra il numero medio di giorni con temperature di oltre 40°C registrato per il periodo 1910-1963 e 1964-2017 per le 60 stazioni del Servizio Meteorologico Australiano (BOM) attive dal 1910 (fonte: sito web di Joanne Nova). Raw sono le analisi sui dati originali e Acorn1 e Acorn2 le analisi operate su dati omogeneizzati da BOM. Si noti che un aumento di frequenza si registra solo per Acorn2 i cui valori medi sono riportati in figura 7. Nel sito Joannenova sono riportati anche i risultati per un gruppo di 112 stazioni del BOM e per 104 stazioni del BOM extra-urbane in cui rientrano le 60 originarie e altre attivate dopo il 1910. Nel sito stesso si avanza l’ipotesi che l’aumentata frequenza mostrata dalle serie sia frutto di una disomogeneità strumentale dovuta all’introduzione di sensori automatici elettronici, assai più pronti rispetto ai vecchi sensori a mercurio.


Figura 6 – Numero medio di giorni con temperature di oltre 40°C registrato per il periodo 1910-1963 e 1964-2017 per le 60 stazioni del Servizio Meteorologico Australiano (BOM) attive dal 1910 (http://joannenova.com.au/2019/11/raw-data-bombshell-no-change-in-very-hot-days-in-australia-since-world-war-i/)

Occorre altresì segnalare che il BOM rende disponibile la documentazione completa delle attività di omogeneizzazione svolte e, ad una prima analisi, la stessa appare rigorosa e ispirata all’idea di superare i problemi legate ad influenze non climatiche (spostamento nella localizzazione della stazione, modifiche nell’ambiente intorno alla stazione, modifica del metodo di misurazione, ecc.).


Figura 7 – Numero medio di giorni con temperature di oltre 40°C registrato per il periodo 1910-2017 per le 60 stazioni del Servizio Meteorologico Australiano (BOM) attive dal 1910 (http://joannenova.com.au/2019/11/raw-data-bombshell-no-change-in-very-hot-days-in-australia-since-world-war-i/)


Alcuni episodi storici


Con riferimento ad eventi eccezionali che hanno interessato in passato l’Australia si riportano due significativi esempi:
  • l’ondata di caldo del gennaio 1896  (in figura 8 si riportano le temperature massime registrate in quell’occasione)
  • gli incendi del 6  febbraio 1851 passato alla storia come “giovedì nero” https://en.wikipedia.org/wiki/Black_Thursday_bushfires) e che fu immortalato in un famoso dipinto di William Strutt del 1864 (figura 9)

Figura 8 – Massime assolute registrate in occasione 
dell’ondata di caldo del gennaio 1896 




Figura 9 – Il terrore di uomini e animali in occasione dell’incendio del giovedì nero 
(6 febbraio 1851) immortalato nel dipinto di William Strutt 























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