venerdì 31 gennaio 2020

IL GHETTO COMBATTE Marek Edelman




Marek Edelman

IL GHETTO
COMBATTE


Il ruolo del Bund nella difesa

del ghetto di Varsavia

Edito dal C.C del Bund – Varsavia 1945







CRONOLOGIA


27 settembre 1939. Resa di Varsavia.

4 ottobre 1939. I tedeschi ordinano l’istituzione dello Judenrat, il Consiglio ebraico, per amministrare la popolazione ebraica della città. Presidente è Adam Czerniakow.

Novembre 1939. Censimento degli ebrei di Varsavia, che risultano essere 360.000. Primo ordine di creazione del ghetto, poi rinviata grazie alla non collaborazione dello Judenrat, su pressione del consigliere Szmul Zygielboym, rappresentante del Bund. Fucilazione di 50 abitanti di via Nalevki come rappresaglia per una presunta aggressione a un poliziotto polacco.

Gennaio 1940. La scoperta da parte dei tedeschi di una radio clandestina polacca dà luogo all’assassinio di 300 ebrei in una sola notte.

Pasqua 1940. Pogrom contro gli ebrei da parte di teppisti polacchi, il Bund organizza una resistenza di strada.

Settembre 1940. La zona predisposta a diventare il ghetto viene dichiarata in quarantena per il tifo.

Ottobre 1940. Secondo ordine di creazione del ghetto.

15 novembre 1940. Viene ultimata la recinzione di muri e reticolati, lunga undici miglia, intorno all’area del ghetto.

Gennaio 1941. Censimento della popolazione del ghetto. Inizia la deportazione dentro il ghetto di ebrei residenti in cittadine intorno a Varsavia. A maggio la popolazione è di almeno 420.000.

5 ottobre 1941. Decreto di condanna a morte per chi esce dal ghetto senza autorizzazione.

23 ottobre 1941. Inizia la liquidazione del piccolo ghetto, la popolazione viene progressivamente concentrata nei tre settori del grande ghetto. Nel piccolo ghetto rimangono abitati pochi caseggiati.

Gennaio 1942. Giungono le prime notizie sugli stermini di massa nel campo di Chelmno, aperto nel dicembre 1941. Le organizzazioni ebraiche discutono la necessità di una resistenza armata ma non giungono alla decisione di costituire un’organismo comune.

18 aprile 1942. Nella notte e nei giorni successivi i tedeschi rastrellano casa per casa e uccidono decine di attivisti e propagandisti politici.

22 luglio 1942. Gli abitanti del ghetto sono circa 380.000. Inizia la Grosse Aktion: i tedeschi impongono allo Judenrat di pubblicare l’ordine di deportazione a est per tutti gli ebrei che non lavorano nelle fabbriche tedesche o non sono impiegati nel Consiglio ebraico. Lo Judenrat obbedisce.
ll suo presidente Adam Czerniakow si suicida. Fino alla fine di settembre verranno deportate circa 300.000 persone.

20 agosto 1942. I sionisti di Hechaluz compiono un attentato contro il capo della polizia ebraica Jozef Szerynski, che rimane ferito gravemente.

20 ottobre 1942. In una riunione congiunta delle organizzazioni ebraiche viene decisa la resistenza armata, e istituito uno stato maggiore di cinque uomini della Żydowska Organizacja Bojowa (ŻOB, Organizzazione Ebraica di Combattimento). Comandante Mordechai Anielewicz, di Hashomer Hatzair, movimento giovanile sionista laburista. Marek Edelman delegato del Bund.

18 gennaio 1943. I tedeschi accerchiano e bloccano il ghetto per iniziare la liquidazione finale, ma incontrano la resistenza armata della ZOB. Gli ebrei nel ghetto sono circa 60.000.

19 aprile 1943. Il nuovo comandante SS Jurgen Stroop ordina l’assalto decisivo tedesco al ghetto con carri armati, artiglieria e 2.000 SS. La resistenza durerà per tre settimane e sarà sopraffatta solo attraverso l’incendio quasi totale del ghetto da parte dei tedeschi.

8 maggio 1943. Il quartier generale della ZOB è assediato dai tedeschi, che invadono il bunker sotterraneo con esplosivi e gas. Quasi tutti i combattenti della ZOB presenti muoiono o si tolgono la vita. Tra essi Mordechai Anielewicz. Alcuni riescono a fuggire.

10 maggio 1943. Dopo quarantotto ore di fuga attraverso le fognature di Varsavia, Marek Edelman e alcune decine di combattenti riescono a uscire nella “parte ariana” e si uniscono alla resistenza polacca fuori città.

12 maggio 1943. Szmul Zygelboym, bundista e delegato presso il governo polacco in esilio si suicida a Londra per protesta contro l’indifferenza alleata verso quanto accaduto a Varsavia.
16 maggio 1943. Con la distruzione della Grande Sinagoga il comandante
Stroop informa Hitler dell’avvenuta liquidazione del ghetto.



Ho letto questo libro tutto d’un fiato. Il giovane autore che me ne ha portato il manoscritto era uno dei dirigenti dell’insurrezione ebraica.
“Non sono uno scrittore – mi ha detto - , non ha alcun valore letterario”.
Tuttavia, questo racconto senza alcuna pretesa letteraria riesce in ciò che non è dato a tutti i capolavori. Semplicemente, con parole giuste, serie, misurate e senza magniloquenza, ritrae il martirio collettivo. Nello stesso tempo è un documento autentico sulla potenza dello spirito, salvato dal più grande disastro che la storia dei popoli abbia conosciuto.


Zofia Nalkowska
Lodz, novembre 1945



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