…io sono Paperino.
Ci sta che qualcuno lo pensi davvero e, in termini di “peso” nel
dibattito e nel mondo del clima e del meteo, magari il paragone può aver
senso.
Ma, la pubblicazione su Nature – ripeto, Nature – di una ridicola
lista di proscrizione mascherata da paragone dell’esposizione mediatica
tra scienziati del clima e non meglio specificati “contrari”, non è
scienza. Non ci si avvicina neanche. Ma, pur essendo lontana anni luce
dai canoni della correttezza nella circolazione delle informazioni
scientifiche, la scienza la sporca, la rende opaca, contribuendo in modo
forse decisivo ad aprire (nuovamente e tristemente) l’era
dell’informazione a senso unico, pilotata, autoritaria e non autorevole.
Questo l’articolo:
E questo l’abstract:
We juxtapose 386 prominent contrarians with 386 expert scientists by tracking their digital footprints across ∼200,000 research publications and ∼100,000 English-language digital and print media articles on climate change. Projecting these individuals across the same backdrop facilitates quantifying disparities in media visibility and scientific authority, and identifying organization patterns within their association networks. Here we show via direct comparison that contrarians are featured in 49% more media articles than scientists. Yet when comparing visibility in mainstream media sources only, we observe just a 1% excess visibility, which objectively demonstrates the crowding out of professional mainstream sources by the proliferation of new media sources, many of which contribute to the production and consumption of climate change disinformation at scale. These results demonstrate why climate scientists should increasingly exert their authority in scientific and public discourse, and why professional journalists and editors should adjust the disproportionate attention given to contrarians.
Mettiamo in contrapposizione 386 importanti contrari con 386 scienziati esperti, monitorando le loro impronte digitali su ∼200.000 pubblicazioni di ricerca e ∼100.000 articoli digitali e in lingua inglese sui cambiamenti climatici. La proiezione di questi individui sullo stesso scenario facilita la quantificazione delle disparità nella visibilità dei media e dell'autorità scientifica e l'identificazione dei modelli organizzativi all'interno delle loro reti di associazione. Qui mostriamo attraverso il confronto diretto che i contrari sono presenti in articoli mediatici in più del 49% rispetto agli scienziati. Tuttavia, confrontando la visibilità solo con le fonti dei media tradizionali, osserviamo solo una visibilità in eccesso dell'1%, che dimostra oggettivamente il sovraffollamento delle fonti professionali tradizionali dalla proliferazione di nuove fonti mediatiche, molte delle quali contribuiscono alla produzione e al consumo della disinformazione dei cambiamenti climatici su larga scala. Questi risultati dimostrano perché gli scienziati del clima dovrebbero esercitare sempre più la loro autorità nel discorso scientifico e pubblico e perché giornalisti ed editori professionisti dovrebbero adeguare l'attenzione sproporzionata data ai contrari.
La lista dei contrari
ha contribuiti a produrla DeSmogblog, un sito web nato nel 2006 per
combattere la disinformazione in materia di cambiamenti climatici,
naturalmente a senso unico. E quelli di Nature hanno pensato bene di
ammetterne la pubblicazione. Se vorrete togliervi la curiosità, ci
troverete anche qualche italiano, in un minestrone di scienziati,
opinionisti e personaggi pubblici.
Ad ogni modo, lascio a voi giudicare se questa sia scienza oppure no,
personalmente penso che sia uno dei punti più bassi che la
comunicazione sul tema del clima abbia mai raggiunto. E vi lascio una
riflessione. Ho aperto questo blog nel 2006, con il chiaro intento di
creare un ambiente di discussione, un attrattore di pensiero che mi
consentisse di continuare ad imparare. E ho imparato molte cose, come
credo sia accaduto per i nostri lettori e per quanti negli anni hanno
contribuito a queste pagine. Molto semplicemente, secondo gli scopi
dichiarati di questo articolo, letteralmente un appello all’esercizio
dell’autorità (non autorevolezza) da parte degli scienziati allineati e
la pratica della censura da parte dei media (soprattutto tradizionali e
quindi controllabili), il nostro villaggio di Asterix non potrebbe né
dovrebbe esistere. So che per molti questa sarebbe una conquista, ma
ricorderei loro le parole di un Padre della Patria: a fare a gara tra i
puri, troverai sempre uno più puro di te che ti epura.
Enjoy
Fonte ClimateMonitor
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