sabato 17 agosto 2019

Una su mille ce la fa


Chi si illudeva che le vacanze estive avrebbero sottratto Greta alla luce dei riflettori, evidentemente si sbagliava. Eppure il buon senso suggeriva che avendo scioperato tutti i venerdi dell’anno scolastico, magari in estate potesse recuperare le lezioni perdute. Buon senso sprecato, perché pur non andando a scuola, in pagella aveva già incassato voti altissimi in tutte le materie. E sarà per questo che la fanciulla prodigio ha appena annunciato urbi et orbi che salterà l’intero anno scolastico 2019/2020, per ripresentarsi (forse) nel 2020/2021: con i criteri di valutazione della buona scuola svedese, un anno intero di bigiate le varrà come minimo una laurea ad honorem.


Fatto sta, dopo un anno obbiettivamente faticoso e per giunta concluso da un tour elettorale che nemmeno John Kennedy nel 1960, Greta è andata in barca. Letteralmente, nel senso che ha preso il largo a bordo di una barca a vela per attravesare l’Atlantico e presenziare all’ennesimo happening sul clima dall’altra parte dell’Atlantico. Dove ritroverà i soliti potenti della Terra che con le solite durissime parole spronerà a fare… quello che loro vorrebbero tanto fare, ma che suona molto meglio sulla bocca di una minorenne con le trecce.
L’aspetto più intrigante della vicenda, è che Greta il viaggio non lo farà su una barchetta, ma sul panfilo del principino di Monaco: sua altezza Pierre Casiraghi. E per chi ha alle spalle qualche lustro in più dell’impegnatissima fanciulla svedese, subito viene in mente la gita in barca di Fantozzi, ingaggiato come mozzo insieme a Filini dal Conte Piermatteo Barambani Megalom: “Posseggo una barchetta… Mi costa un miliardo… Ma io sono anche democratico! La mia famiglia… siete voi poveracci!
Eh sí, perché proprio mentre Greta si imbarcava col principino per le meritate vacanze dopo un anno di quasi nullafacenza scolastica, la crema del democraticissimo Jet Set mondiale si dava appuntamento… in Sicilia. Per un happening plurimilionario organizzato da Google e dedicato all’”argomento dell’anno” (sic). Indovinate quale?…. Salvare i poveracci dal global warming naturalmente! Ragion per cui i trilionari della Terra hanno pensato bene di sfidare eroicamente il caldo agostano della Sicilia. In un resort extra-lusso da 1000 euro a notte.
A differenza di Greta, che per dare l’esempio farà la pupù nel secchio e si laverà con acqua di mare, gli ospiti di Google non hanno badato alla forma, e si sono prodotti in un viavai di jet privati che hanno lasciato dietro di sè una carbon footprint di circa 100 tonnellate di CO2. L’agenda del meeting, al di là della solita foglia di fico scaldamondista, non è stata rivelata. Ma l’atmosfera di segretezza, i nomi dei partecipanti e soprattutto quello dell’organizzatore lasciano poco spazio all’immaginazione: l’evento ha avuto tutto il sapore di una Davos estiva, ché la neve svizzera sarà pure bella, ma vuoi mettere col mare e la cucina del Mediterraneo? E poi c’è da preparare il programma politico da distribuire ai governi di mezzo mondo: l’autunno incombe e la finanziaria globale lacrime e sangue dei fantozziani “poveracci”, va preparata e sottomessa per tempo: più tasse per tutti, ma per salvare il mondo dal Global Warming, neh?
Una cosa è certa: gran parte della stessa crema elitista, ancora fresca di vacanze siciliane spesate da Google, si ritroverà magicamente poco più tardi a New York con la stessa Greta appena sbarcata dal principesco panfilo. Dove la diva del climacatastrofismo si riunirà agli ormai familiari VIP che salvano il mondo dal caldo assassino. E mentre i “vecchi” possono sorridere amaro all’idea dell’esercito di gretini virtualmente arruolati come mozzi sul panfilo regale, alla maniera di Fantozzi e Filini sulla barca del Megalom, la verità è una sola: Greta ce l’ha fatta. Le è riuscito l’equivalente di una vincita al superenalotto per un adolescente: selfie coi potenti, gite a sbafo in barca coi principi, pagelle perfette senza spendere nemmeno un giorno a scuola, e tutto questo al prezzo economicissimo di un discorso (sempre uguale) declamato nelle occasioni che contano, con claque di trilionari plaudenti.
Ché una su mille ce la fa, e tutti gli altri a guardare ammirati, come fanno i nostri ragazzi quando spiano le pagine Facebook dei figli dei miliardari, immortalati mentre sperperano i soldi dei genitori nei modi più originali. Con una differenza, però: che ad essere sperperati, qui, sono i soldi dei poveracci europei, democraticamente buttati alle ortiche sotto la forma di tasse verdi per “salvare” il Pianeta. Soldi magicamente reintrodotti, “circolarmente, nelle tasche degli stessi trilionari col contributo decisivo del circo mediatico che essi stessi controllano, attraverso incentivi verdissimi che tengono in piedi imprese economiche temerarie e scriteriate, quando non francamente ridicole. Indegne di ospitalità in un mondo che si vorrebbe definire tecnologico e sviluppato.
E viene il dubbio che sia proprio questa, l’essenza della mitica economia circolare di cui si riempiono la bocca i paperoni salvamondisti, tra una Davos e l’altra: la circolazione dei risparmi accumulati con fatica dai Fantozzi di tutto il mondo nelle tasche dei democraticissimi Megalom. Ché così è sempre andato il mondo, anche quando la pietra filosofale delle elites non si chiamava ancora Global Warming ma prendeva il nome di una delle tante altre utopie che con cadenze regolari hanno rovinato la vita della maggioranza degli esseri umani, a tutto vantaggio di pochi (non) eletti.

Fonte:  ClimateMonitor

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