sabato 29 febbraio 2020

Annus Bisestum, Annus Horribilis





Finistére


Annus Horribilis in decade malefica
Decade malefica in stolto secolo
Secolo
Secolo osceno e pavido
Grondante sangue e vacuo di promesse


Annus Horribilis
Annus Horribilis
Annus Horribilis in decade malefica

S'attardano ombre
Le parole confondono
Si separano sponde
Coltivano incendi
Cure imposte e subite
Da sembianze smarrite
Sotto sguardi accecati
Tra pochezze infinite

Ecco le novità
Ecco le novità
Ecco le novità

Il cielo è scudo labile e tenue
Ammalia il vuoto e nulla seduce
Avanza il lato oscuro, s'alza s'innalza abbaglia
Mi ruba gli occhi ed ero cieco già
Mi ruba gli occhi ed ero cieco già
Lo so lo so lo so
Mi ruba gli occhi
Annus Horribilis in decade malefica
Decade malefica in stolto secolo
Secolo
Secolo osceno e pavido
Grondante sangue e vacuo di promesse
Conosco le parole
Dette scritte scandite
Tenerezze stupite
E tensioni impazzite
Tendono al grande bang
Tendono al grande bang
E tutto tende al grande BANG







Chiamati a dettare le norme per la fondazione di Perinzia gli astronomi stabilirono il luogo e il giorno secondo la posizione delle stelle, tracciarono le linee incrociate del decumano e del cardo orientale l’una come il corso del sole e l’altra come l’asse attorno a cui ruotano i cieli, divisero la mappa secondo le dodici case dello zodiaco in modo che ogni tempio e quartiere ricevesse il giusto influsso delle costellazioni opportune, fissarono il punto delle mura in cui aprire le porte prevedendo che ognuna inquadrasse un’eclisse di luna nei prossimi mille anni. Perinzia - assicurarono – avrebbe rispecchiato l’armonia del firmamento; la ragione della natura e la grazia degli dei avrebbe dato forma ai destini degli abitanti. Seguendo con esattezza i calcoli degli astronomi, Perinzia fu edificata; genti diverse vennero a popolarla; la prima generazione dei nati a Perinzia prese a crescere tra le sue mura; e questi alla loro volta raggiunsero l’età di sposarsi e avere figli. Nelle vie di Perinzia oggi incontri storpi, nani, gobbi, obesi, donne con la barba. Ma il peggio non si vede; urli gutturali si levano dalle cantine e dai granai, dove le famiglie nascondono i figli con tre teste o sei gambe. Gli astronomi di Perinzia si trovano di fronte a una difficile scelta: o ammettere che tutti i loro calcoli sono sbagliati e le loro cifre non riescono a descrivere il cielo, o rivelare che l’ordine degli dei è proprio quello che si rispecchia nella città dei mostri.

Italo Calvino, Le città invisibili, 1983.



Sapevo com'è per la vedova diventare strega nella mente comune, e la prima causa in generale è che in qualche modo si intromette nei medicinali. Avevamo avuto una paura delle streghe nel villaggio quando ero solo una ragazza, e quella che era stata accusata, Mem Gowdie, era la donna astuta a cui tutti cercavano rimedi e impiastri e aiutavano con i confini. Era stato un anno crudele di scarso raccolto e molte donne avevano abortito. Quando una strana coppia di gemelli era nata morta, fusa insieme allo sterno, molti avevano iniziato a borbottare il Diavolo, e i loro occhi si voltarono verso la Vedova Gowdie, chiedendole come una strega.

Geraldine Brooks, Anno delle Meraviglie. Un romanzo della peste, 2001.



Le definizioni generano pluralità nell'atto stesso di tentare di radunare un significato all'interno dei confini consensuali. Le definizioni significano recintare, sistemare e stabilizzare. Ma spesso finiscono per essere fluidi, in uno stato destabilizzato di formazione permanente, deformazione e riforma che serve le mutevoli esigenze del momento. Riflettono il punto di vista dei loro creatori.
Esse emergono dal contesto spazio / temporale della loro produzione. Servono bisogni e interessi diversi. Compiono diversi tipi di lavoro culturale. Cambiano radicalmente nel tempo e attraverso lo spazio. Le definizioni indossano la maschera dell'astrazione sincronica, ma sono sempre soggette a storie diacroniche e geografie spaziali di continuità, cambiamento e differenza.

Susan Friedman Stanford, Definitional Excursions, 2001.




I mostri violano i confini tra uomo e bestia o umano e divino, ma sono anche un modo di parlare dell'Altro respinto o ripugnante. I mostri disturbano un comune senso di decoro, ordine e gusto. Sono grottesche, distorte, brutte, bestiali e orribili. Affascina e respingi. Si dice che colleghino la deformità corporea ai mali morali o politici.
E, soprattutto, i mostri offrono un modo di pensare al mondo.

Joan B. Landes, Revolutionary Anatomies, 2004.













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