Propaganda
martellante e decisamente assurda quella portata avanti dai media negli
ultimi 20 anni nei confronti dei ghiacci polari, a dir loro a rischio
scomparsa rapida.
Ma proviamo a ricostruire l’andamento della calotta polare dai millenni passati fino ad oggi, per capire come stanno le cose in realtà. Per fare ciò è occorsa l’analisi dei sedimenti organici ed inorganici alle alte latitudini nei secoli passati, nonché i cambiamenti nella linea delle colture e delle colonizzazioni dei territori del Nord. Grafico che più di tutti si rende corrispondente alla realtà è il seguente:
Ma proviamo a ricostruire l’andamento della calotta polare dai millenni passati fino ad oggi, per capire come stanno le cose in realtà. Per fare ciò è occorsa l’analisi dei sedimenti organici ed inorganici alle alte latitudini nei secoli passati, nonché i cambiamenti nella linea delle colture e delle colonizzazioni dei territori del Nord. Grafico che più di tutti si rende corrispondente alla realtà è il seguente:
Come si evince, il ghiaccio polare è stato quasi sempre molto inferiore in estensione ,rispetto ad oggi, nei secoli e millenni passati. Nulla di cui stupirsi, visto che in modo del tutto normale a livello temporale si è raggiunto un massimo di caldo circa 6000 anni fa, fase clou dell’Olocene;
temperature globali poi tornate gradualmente a calare nei secoli
successivi. Interglaciale attuale che ha quindi superato da parecchio la
fase con temperature più alte e ghiacciai ai minimi. Si stima, ad
esempio, che tra il 4000 ed il 2200 a.C. i ghiacci artici erano
quasi sempre completamente sciolti in estate, ed in inverno
raggiungevano un’ estensione simile a quella che abbiamo ora in estate.
Insomma, una calotta polare molto ristretta e a carattere stagionale.
Stessa cosa anche durante il periodo caldo romano e l’optimum medioevale. Per giustificare un inverno più simile all’estate
nel 1289, evidentemente la calotta polare fu assente in tale stagione ,
con relativa mancanza di fronte polare perturbato alle medie latitudini
e Vp stratosferico estremamente debole e ristretto. Dopo una ripresa nel 1300 e 1400, i ghiacci Artici si ritirano nuovamente nel 1500. Nascono così vivaci insediamenti di pescatori alle Svalbard,
dediti alla pesca di aringhe, merluzzi e alla caccia alla balena.
Villaggi di pescatori che raggiunsero un massimo di popolazione e
prosperità economica intorno alla metà del ‘600. Poi con l’avvento del
1700, nuove condizioni climatiche ostili , portarono ad una progressiva
perdita di importanza e di popolazione di tali insediamenti . Periodo peggiore per essi furono i primi due
decenni dell’800, in linea con una forte avanzata della calotta polare,
a seguito della quale molti pescatori abbandonarono gli insediamenti per tornare alle patrie natie, con i villaggi che rimasero per lo più disabitati.
Da notare come attualmente, al di là di tanti proclami catastrofisti,
siamo in una fase di massima estensione dei ghiacci, con un Nord Atlantico più freddo del normale:
In linea il tutto con l’attuale fase finale dell’interglaciale. Periodo interglaciale attuale che dovrebbe
già essere finito da 1000 anni circa. In parole povere siamo in ritardo
nei tempi di marcia, ed una glaciazione potrebbe scatenarsi molto
presto. E non ci sarebbe affatto da stupirsi. Il clima segue
dei cicli molto regolari (seppur con lievi anticipi o ritardi), che
nessun essere umano potra’ mai cambiare. Gli ingredienti per lo scatenarsi di una glaciazione sono tre essenzialmente:
Minimo Solare molto profondo e prolungato, Corrente del Golfo molto debole, eruzione super vulcano Yellowstone. Quando questi tre fattori si sommano in contemporanea, l’interglaciale finisce ed i ghiacci rapidamente ricoprono vaste aree del Nord Emisfero. Ad oggi i primi due li abbiamo (più o meno)…manca il terzo e più importante, che oltre a fare da innesco, spegnerebbe pure quel poco che rimane del Gulf Stream…
A presto
Alessio
Fonte AttivitàSolare
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